Economia

Quali sono gli interessi che si celano dietro il Rating Esg?

I “punteggi di sostenibilità” influenzano il settore finanziario, conferendo credibilità alle aziende. Ma le autorità di regolamentazione chiedono maggiore trasparenza sui criteri di assegnazione
Credit: ilgmyzin 

Fino al 2010, i rating Esg sono sempre stati unattività di nicchia. A cambiare l’atteggiamento e il punto di vista dellintero sistema finanziario fu, senza dubbio, il disastro della piattaforma Deepwater Horizon che, proprio nel 2010, vide morire 11 lavoratori e causò lo sversamento nel Golfo del Messico di circa 5 milioni di barili di petrolio. Questo incidente non costituì unicamente un disastro ambientale, ma fece cambiare prospettive allintero settore finanziario.

Rating Esg: un settore in continua evoluzione

Dal 2010 a oggi, il settore si è completamente trasformato. Oggi i rating Esg influenzano (e, molto spesso, condizionano) le azioni e le obbligazioni che entrano nei 2,8 trilioni di dollari di fondi di investimento che, almeno secondo le più recenti stime dell’azienda Mornigstar, vengono commercializzati come sostenibili.

I rating conferiscono legittimità alle aziende e agli investitori che sostengono di contribuire a raggiungere lobiettivo dellAccordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali.

Il potere dei criteri Esg sta crescendo a dismisura. Ma adesso il loro potere è sottoposto a un intenso esame formale. I regolatori e i politici in Europa, in Asia e negli Stati Uniti, per la prima volta, sono decisi a pretendere una maggiore trasparenza sul mondo in cui vengono assegnati i rating. E soprattutto a porre a una domanda ben precisa: a cosa servono realmente?

Entro la fine dellanno i vari legislatori europei hanno intenzione di discutere una proposta di legge che dovrebbe costringere le agenzie di rating Esg a uscire dal loro limitato ambito di consulenza: dovranno iniziare a rilevare con quale metodologia assegnano i vari rating e accreditarsi ufficialmente presso le varie autorità.

I casi nazionali

Ma proviamo a vedere come si stanno muovendo i vari Paesi. In India, a esempio, le autorità di regolamentazione finanziaria hanno fatto pressione sulle agenzie perché pubblicassero le loro metodologie.

Contro alcuni aspetti strettamente legati agli Esg, poi, c’è stata una forte reazione negli Stati Uniti: le agenzie di settore sono state accusate dai politici repubblicani di fornire agli investitori analisi capaci di convincerli a lasciare le aziende petrolifere e del gas. Lo scorso anno un membro repubblicano del comitato bancario del Senato americano ha chiesto a una dozzina di aziende di condividere informazioni su come elaborano i rating.

A giugno, inoltre, la Commissione europea ha evidenziato come alcuni potenziali conflitti di interesse siano capaci di colpire le principali agenzie di rating Esg in tre diverse aree: la vendita di rating, dati e indici agli stessi investitori clienti; la vendita di servizi di consulenza per aiutare le aziende a migliorare il proprio rating; la tendenza a far pagare alle società la visualizzazione del proprio rating sui prodotti finanziari.

La difesa delle agenzie di rating

È stata immediata la discesa in campo delle principali agenzie di rating, che hanno spiegato di aver adottato alcune misure con lo scopo di rendere più professionale l’assegnazione dei criteri Esg.

Tra queste misure rientra anche la separazione degli analisti del team a contatto con i clienti da quelli che lavorano sui criteri stessi. Questa suddivisione interna dovrebbe limitare e contrastare le preoccupazioni che i rating possano essere influenzati in maniera impropria.

Le agenzie, inoltre, hanno sottolineato come siano sempre gli investitori a pagare per i rating Esg.

Rating Esg: altri problemi all’orizzonte

Esiste un altro potenziale problema per il settore: il divario tra la percezione di ciò che valutano i rating Esg e ciò che effettivamente dimostrano. I punteggi non sono progettati per misurare le prestazioni aziendali in termini di emissioni di carbonio o inquinamento. Invece, i valutatori misurano quanto bene unazienda gestisca i rischi ambientali, sociali e di governance per i propri profitti, per esempio derivanti dagli uragani o dalle tasse sul carbonio.

«C’è disillusione e confusione quando le persone si rendono conto che le etichette significano molto poco o non misurano ciò che vogliono che misurino - afferma Fabiola Schneider, assistente professore di finanza alla Dublin City University e co-responsabile del progetto GreenWatch, il cui obiettivo è individuare affermazioni esagerate nella finanza sostenibile - E ci sono investitori che cercano di sfruttare questa confusione e attrarre capitali apparendo più “verdi” di tutti gli altri».

I tentativi da parte delle autorità di regolamentazione per creare definizioni formali di investimenti sostenibili hanno messo in discussione il modo in cui questi rating sono stati utilizzati dalle istituzioni finanziarie negli ultimi 10 anni. Ciò ha alimentato la domanda di dati in grado di giustificare luso di questi termini e ha evidenziato carenze nel sistema di rating Esg.

Un mercato concentrato

Il controllo da parte delle autorità di regolamentazione sta colpendo i fornitori di rating dopo un decennio di fusioni e acquisizioni, che hanno creato una manciata di attori dominanti (e che, in alcuni casi, hanno offuscato la distinzione tra le società che offrono rating Esg e quelle che forniscono indici di mercato o rating di credito tradizionali).

La più grande azienda del settore è MSCI, fornitore di indici del mercato globale: ha mantenuto la sua posizione nei rating Esg diversificandosi prima (e più rapidamente) rispetto ai suoi rivali, anche investendo 913 milioni di dollari in Burgiss, specialista di dati sugli asset privati con sede nel New Jersey, con unacquisizione completata ad agosto. Tra gli altri grandi attori figurano il London Stock Exchange Group, il proxy advisor ISS, Morningstar e le agenzie di rating del credito S&P Global e Moody’s.

Gli indici costruiti da MSCI sono stati utilizzati nel 56% dei grandi fondi sostenibili, salendo al 68% per i fondi passivi che replicano un indice. La società descrive il proprio lavoro condotto sugli indici come separato dalla propria attività di rating. I potenziali conflitti di interesse derivano dalla dipendenza dei giganti Esg dai dati prodotti dalle società che valutano e dalla possibilità per gli investitori o le aziende di influenzare il punteggio.

Alcuni nel settore suggeriscono, a esempio, che le aziende possono influenzare le valutazioni spendendo di più in consulenti e altri servizi che possono aiutare a migliorare i punteggi.