Ambiente

Cile: il telescopio più potente al mondo è pronto

Collocato sulla cima di una montagna nel deserto, all’interno dell’Osservatorio Vera C Rubin, lo strumento all’avanguardia acquisirà una quantità di dati astronomici senza precedenti: nell’arco di 10 anni, circa 2 milioni di immagini
Credit: Lsst Project/Nsf/Aura       

Tempo di lettura 4 min lettura
14 febbraio 2024 Aggiornato alle 10:00

C’è un’insolita struttura, elegante e futuristica, che si trova sulla cima di una montagna nella regione desertica di Coquimbo, in Cile.

È l’Osservatorio Vera C Rubin, dal valore di 1,9 miliardi di dollari e che ospita il telescopio più potente mai costruito, in grado di osservare il cielo notturno con una prospettiva senza precedenti.

Costruito in ben 9 anni nel solco della montagna sul Cerro Pachón, il telescopio è collegato alla fotocamera più grande del mondo e, grazie alla sua capacità di cogliere infiniti dettagli, è destinato a cambiare la nostra comprensione dell’astronomia. Anche la sua posizione è strategica: l’elevata altitudine e l’assenza di inquinamento luminoso delle aree desertiche cilene creano le condizioni ideali per le osservazioni.

«È un telescopio molto speciale, diverso dagli altri perché effettuerà un’indagine del cielo notturno. Si muoverà molto», ha spiegato Jacques Sebag, responsabile dell’integrazione e ella verifica dell’assemblaggio del sito.

Tipicamente tozzo e compatto nel design, la sua struttura gli permette di spostarsi in continuazione e osservare il divenire del cielo, registrando quello che gli astronomi chiamano “il cielo transitorio”.

Ma come funziona?

Questo potentissimo telescopio utilizza un puntatore laser, ha uno specchio da 8,4 metri di diametro ed è dotato di una fotocamera all’avanguardia da 3200 megapixel. Appositamente progettato con tutte queste caratteristiche, il suo compito sarà quello di acquisire una quantità di dati astronomici senza precedenti nel corso di 10 anni, in una “missione” chiamata Legacy Survey of Space and Time.

«Prima di adesso, i telescopi vedevano solo piccole aree dello spazio, cercando informazioni molto specifiche per un problema molto specifico – spiega ancora Sebag – ma questo è diverso, effettuerà movimenti come un faro».

Ogni notte, infatti, il telescopio rivelerà in uno spazio di 10 metri molteplici eventi, che vanno dal movimento degli asteroidi alle esplosioni di supernova.

«È un set di dati molto ricco, avrà qualcosa per quasi tutti gli astronomi», dice Frossie Economou, responsabile tecnico dell’Osservatorio.

Le ambizioni del Vera C Rubin sono davvero di alto livello: il progetto è stato concepito principalmente per studiare più a fondo la materia oscura e l’energia oscura, componenti che costituiscono oltre il 70% dell’universo.

Il Cile, dunque, che già ospita alcuni dei centri astronomici più importanti del mondo, con il completamento di questo progetto diventerà il principale osservatore astronomico, garantendo circa il 70% dei dati registrati con osservazioni effettuate dalla Terra entro il 2025.

Questo risultato è stato ottenuto non senza fatica e si è basato su studi condotti nel vicino osservatorio di Cerro Tololo, che hanno funzionato da precursori. Steve Heathcote, direttore del Cerro Tololo, auspica che questo nuovo sito svelerà altri segreti che circondano la creazione dell’universo: «C’è abbastanza incertezza nelle misurazioni attuali da poter inserire qualcosa di diverso», afferma riferendosi alle conoscenze attuali su Big Bang e sull’espansione dell’universo. «Penso che con il Rubin si potranno mettere in discussione la teoria della relatività di Einstein – conclude – e potrebbero mettersi in discussione anche aspetti fondamentali della fisica».

Nei suoi 10 anni di attività, il Legacy Survey of Space and Time arriverà a generare un totale di 60 petabyte (corrispondenti a 60.000.000 gigabyte) di dati e a raccogliere 2 milioni di immagini, che saranno elaborati per il 25% dal Regno Unito.

Aprajita Verma, ricercatrice della University of Oxford e coordinatrice del programma internazionale di Rubin, commenta: «Lo trovo fantastico: rivoluzionerà davvero la nostra visione dell’astronomia di rilevamento e la comprensione dei miliardi di elementi che vedremo».

Leggi anche
Cosmo
di Caterina Tarquini 5 min lettura