Economia

Italia: il cicloturismo è in crescita, ma servono nuovi investimenti

Secondo il rapporto Viaggiare con la bici dell’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche, ha avuto un impatto economico di oltre 1 miliardo di euro nel 2022. Sono però necessari interventi per migliorare le infrastrutture
Credit: Jan Muehlbach  

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13 febbraio 2024 Aggiornato alle 16:00

Il cicloturismo è un settore importante nella valorizzazione del nostro Paese, con un impatto economico di oltre 1 miliardo di euro nel 2022 e oltre 9 milioni di presenze turistiche (più del doppio rispetto ai 4,4 milioni del 2019). I dati del rapporto del 2023, Viaggiare con la bici, realizzato dall’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche (Isnart) per l’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio e Legambiente, parlano chiaro.

Questi, in particolare, sono i numeri dei cicloturisti “puri”, ovvero i turisti italiani e stranieri che scelgono l’Italia per una vacanza in bicicletta; accanto a loro ci sono i turisti che, invece, partono con altre motivazioni ma che scelgono di trascorrere parte della vacanza utilizzando la bici: nel 2022 sono stati quasi 24 milioni.

I dati confermano come in Italia sia in atto una “rivoluzione a pedali”: il 38% delle imprese che operano esclusivamente nel segmento d’offerta legata al cicloturismo continua a registrare una crescita dei ricavi. Tra il 2019 e il 2022 i cicloturisti che hanno scelto le regioni del Sud (Puglia e Basilicata in testa) sono passati dal 7% al 17,4%; un aumento anche per il centro Italia, dal 10,9% al 15,8%, mentre Veneto, Trentino-Alto Adige e Toscana da sole hanno attratto il 47% dei flussi cicloturistici del 2022.

Il cicloturismo sembra inarrestabile ma, come si legge nel rapporto, “non basta fare ciclovie o adeguare all’utilizzo in bicicletta nuovi itinerari su strade bianche”. Lo studio propone quindi alcune idee: “Per promuovere lo sviluppo turistico di una destinazione sono necessari servizi a misura di ciclista, come la geolocalizzazione delle piste e dei punti ristoro/strutture ricettive, i portabici davanti alla struttura ricettiva, i punti informativi lungo il percorso, i bike shop convenzionati e le ciclofficine per le riparazioni e i pezzi di ricambio”.

Isnart e Legambiente hanno voluto indicare, inoltre, alcune priorità di policy per sostenere l’ulteriore sviluppo di questo settore nel Paese e accrescerne la visibilità anche sui mercati internazionali. Una tra queste è la riduzione dell’Iva sugli acquisti di biciclette e sui servizi connessi (per esempio noleggio e riparazione), seguendo il modello del Portogallo che nel 2022 ha ridotto l’Iva dal 24% al 6% sull’intera filiera.

Migliorare la qualità e la sicurezza infrastrutturale, poi, resta uno tra i migliori incentivi all’utilizzo della bicicletta e allo sviluppo del cicloturismo. Tra le proposte indicate dal report c’è anche lo sviluppo di nuovi percorsi ciclabili secondo un disegno che caratterizzi il prodotto italiano: “L’utilizzo cioè di piccole arterie che, complice il processo di spopolamento delle aree interne del Paese, potrebbero facilmente diventare delle ciclovie di fatto, andando a costituire il grosso di un’offerta cicloturistica originale tipicamente italiana. Con investimenti limitati (come la segnaletica, le ciclofficine e punti ricarica per le e-bike) si renderebbero rapidamente fruibili nuovi territori, contribuendo significativamente al loro sviluppo”.

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