Ambiente

Ma quanto pedalano questi turisti?

IsNaRT e Legambiente hanno pubblicato il loro 3° rapporto sul cicloturismo italiano. Quest’anno, circa 31 milioni di persone sono salite sulla propria bici alla scoperta dello stivale
Credit: Jack Alexander/unsplash
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28 ottobre 2022 Aggiornato alle 14:45

Sono circa 31 milioni i cicloturisti che contribuiscono alla ripresa del settore turistico generando guadagni per quasi 4 milioni di euro: è quanto emerge dai dati elaborati per il 3° Rapporto Nazionale sul Cicloturismo in Italia presentato martedì a Vasto.

Ma che cos’è il cicloturismo? È un modo di viaggiare che esce fuori dai canoni tradizionali e dai consueti itinerari di massa, prevedendo l’attraversamento di percorsi in bicicletta oppure spostamenti con la combinazione treno più bicicletta. Una forma di turismo economica e sempre più praticata, in Italia e nel mondo.

Il report, elaborato da IsNaRT - Istituto Nazionale Ricerche Turistiche - per l’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio e promosso con Legambiente, ha presentato una panoramica dalle tinte ottimistiche per il settore del turismo sostenibile.

«I dati presentati nel rapporto confermano che anche il nostro Paese è pienamente all’interno di quella rivoluzione gentile generata dalla crescita della bike economy – ha commentato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – L’Italia ha tutte le caratteristiche per fare tesoro di questo fenomeno, intercettare al meglio la tendenza in atto e tradurla in occasione di buona crescita soprattutto per le aree interne, luoghi che più di altri si prestano a offrire proposte di vacanze slow e di qualità».

Dunque dati sì parziali, ma incoraggianti: sono infatti indice di una riprese anche di questo particolare segmento del turismo italiano in cui non è affatto secondario il contributo che offrono i flussi internazionali.

Non bisogna dimenticare l’impatto economico del fenomeno, che è decisamente rilevante: la spesa per consumi turistici nei luoghi di vacanza generata dai cicloturisti è stimata per il 2022 in quasi 4 miliardi.

«Il cicloturismo è un fenomeno che va analizzato e compreso in una logica di complementarità. Infatti, persino il cicloturista “puro” non trascorre tutta la vacanza su due ruote ma si dedica a numerose attività per vivere il territorio a 360° - ha commentato Roberto Di Vincenzo, Presidente di IsNaRT - è un turista che predilige il contatto con la natura, amante dell’enogastronomia e dell’artigianato locale, molto attento a quell’insieme di valori legati alla sostenibilità economica, sociale e ambientale che rappresentano un patrimonio del turismo italiano».

Nello specifico, il 2022 sta segnando un progresso dei cosiddetti cicloturisti “puri”, ovvero quei viaggiatori per i quali la bicicletta è una delle principali motivazioni di scelta della destinazione (quest’anno sono stati circa 8,5 milioni)

Nel complesso c’è stata una maggiore domanda di vacanza attiva con la bici: una tendenza su cui la pandemia ha agito da acceleratore, stimolando la ricerca di destinazioni meno note e forme di turismo più sostenibili e a contatto con la natura.

Entrando più nello specifico, il cicloturista italiano “puro” spende in media 95€, mentre uno straniero arriva a spenderne 215. Analoga la situazione per l’alloggio: un italiano, in media, spende 48€ al giorno, mentre chi proviene dall’estero ne spende all’incirca 59. A questo vanno sommate le spese accessorie, che si aggirano intorno ai 70€ per gli italiani e 68€ per gli stranieri.

Il cicloturismo dunque sta vivendo una stagione particolarmente felice, ma il merito non è solo dell’andamento della domanda. Ma anche - e soprattutto - della capacità dei territori di evolversi, proponendo un’offerta dedicata.

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