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Trento paga chi va a lavorare in bicicletta

Il progetto Bike to Work prevede 0,25 centesimi di euro per ogni chilometro percorso sul tragitto casa-lavoro, oltre al 30% di sconto sul costo dell’abbonamento ai mezzi pubblici
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Mathias Reding 

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25 gennaio 2024 Aggiornato alle 15:00

Pedalare in cambio di denaro mentre si va a lavoro?

A Trento si può. Si tratta di Bike to Work, il progetto che nella prima fase sperimentale durerà 6 mesi, voluto dall’amministrazione comunale e che prevede 0,25 centesimi per ogni chilometro percorso sul tragitto casa-lavoro, oltre al 30% di sconto sul costo dell’abbonamento ai mezzi pubblici, previsto anche per i lavoratori e le lavoratrici delle aziende pubbliche e private che hanno aderito all’iniziativa: oltre novemila dipendenti e quasi sedicimila studenti e studentesse dell’Università di Trento.

Bike to Work fa parte più vasto progetto Piano degli spostamenti casa-lavoro per il 2024, uno strumento che si pone come obiettivo quello di diminuire in maniera strutturale e permanente il traffico veicolare nelle aree urbane, orientare la mobilità in termini di sostenibilità, evitare l’utilizzo di veicoli privati negli spostamenti sistematici tra casa e lavoro, implementando le ciclovie urbane, promuovendo il carpooling, garantendo maggiore sicurezza per le bici e i monopattini dei dipendenti e razionalizzando gli spazi per l’introduzione di spogliatoi e docce per coloro che usano la bici. Il Comune si impegna inoltre a compensare le emissioni di CO2 generate dai mezzi privati dei dipendenti attraverso la piantumazione di nuovi alberi sul territorio.

È un passo concreto verso una mobilità più sostenibile e consapevole, che con un approccio integrato che coinvolge aziende e dipendenti, dimostra un impegno collettivo per costruire un territorio urbano più vivibile, riducendo il traffico veicolare e contribuendo anche a creare una comunità più consapevole e attenta ai temi ambientali.

La pratica del bike to work, ovvero il pendolarismo in bicicletta, è particolarmente popolare nei paesi nel Nord Europa come Olanda, Germania e Belgio, dove quattrocentomila lavoratori belgi vanno al lavoro in bici e per ogni chilometro guadagnano 0,23 centesimi.

In Francia vige lo stesso sistema, introdotto nel 2015, però con un tetto annuo di 200 euro. In Italia diverse città stanno incentivando la popolazione ad andare al lavoro in bicicletta attraverso programmi di mobilità in bici, come Bergamo, Piacenza, Cuneo, Caserta e Bari. Ma il guadagno non è soltanto del lavoratore. Come si legge dal sito del Comune di Reggio Emilia, “considera tra gli obiettivi prioritari il risanamento e la tutela della qualità dell’aria” date le “importanti implicazioni sulla salute dei cittadini e sull’ambiente”.

Per un popolo di automobilisti e spreconi, come ha rilevato l’ultimo rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente, questa di Trento è dunque una buona notizia per invertire la rotta.

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