Ambiente

La Catalogna si sta trasformando in un deserto?


Il governo ha indetto lo stato d’emergenza per la siccità, restringendo l’uso dell’acqua per 6 milioni di persone, anche a Barcellona
Credit: Marc Asensio Clupes/ZUMA Press Wire
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5 febbraio 2024 Aggiornato alle 17:00

“L’aigua no cau del ciel”, l’acqua non cade dal cielo.

È il titolo, molto rappresentativo delle circostanze, che ha accompagnato l’annuncio dello stato d’emergenza da parte del governo della Catalogna, in Spagna, per la grave siccità arrivata ormai a un punto critico dopo più di tre anni senza piogge sufficienti.

Il presidente della regione Pere Aragonès l’ha proclamato ufficialmente per Barcellona e le zone circostanti l’1 febbraio 2024, subito dopo una riunione della Commissione interdipartimentale istituita per gestire il problema.

«La Catalogna sta soffrendo la peggiore siccità dell’ultimo secolo», ha dichiarato, «La situazione ci obbliga a continuare a compiere uno sforzo complementare».

L’acqua nelle riserve dei bacini e nelle falde acquifere infatti è progressivamente diminuita, scendendo dal 70% al di sotto del 16%: è «la soglia che avevamo previsto per dichiarare lo stato di emergenza nel sistema Ter-Llobregat», ha specificato il presidente.

Una delle immagini più esemplificative della gravità del contesto è quella della diga di Sau, praticamente vuota, dove sono state scoperte molte delle costruzioni dell’antico borgo di Sant Romà de Sau, sepolte da quando la diga è diventata operativa coprendo la valle, nel 1963.

La siccità che ha colpito il Paese è la più estrema dal 1915: da 40 mesi, in particolare, il fiume Capçaleres e gli affluenti sono ai minimi storici. Il Governo si sta dando da fare quindi per garantire l’approvvigionamento idrico e fornire risposte alla popolazione.

D’altra parte grazie al sistema Ter Llobregat vive la maggioranza della popolazione della Catalogna. Lo stato d’emergenza riguarda così ben 202 comuni, tra cui Barcellona e la sua area metropolitana, oltre a città come Girona, Mataró, Terrassa, Sabadell o Granollers.

In queste località ora è necessario applicare restrizioni agli usi domestici, urbani, agricoli, industriali e ricreativi dell’acqua.

Nel dettaglio sei milioni di residenti devono ottimizzarne l’utilizzo: il consumo domestico consigliato è di circa 90 litri a testa al giorno. La maggior parte delle persone ha già compiuto per mesi uno sforzo notevole per risparmiare acqua: hanno acquisito diverse buone abitudini già durante la siccità del 2008 e le hanno mantenute fino a oggi.

«Supereremo la siccità», ha aggiunto Aragonès, «e lo faremo grazie alla collaborazione, allo sforzo condiviso, alla pianificazione e agli investimenti ben indirizzati. Il tessuto produttivo, i cittadini e le amministrazioni hanno saputo superare le sfide precedenti. Prima che attivassimo il Piano Speciale Siccità, gli impianti di desalinizzazione e l’acqua rigenerata rappresentavano poco più del 15% dell’acqua totale che arriva alle nostre case. Oggi rappresentano più del 55%. C’è stato uno sforzo straordinario».

Inoltre secondo David Mascort, economista e consigliere di Acció Climàtica del Governo catalano, «La gestione precoce e chirurgica ci ha permesso di limitare il più possibile l’impatto della siccità sulla nostra vita quotidiana, tranne che nel settore primario. Abbiamo disegnato la strada verso il futuro in tema di acqua nel nostro Paese».

In effetti sono proprio gli agricoltori la categoria che finora ha compiuto gli sforzi maggiori per far fronte alla siccità: ora le abitudini dei consumatori dovranno adattarsi sempre più alla disponibilità dei prodotti locali.

In conclusione si guarda con attenzione crescente alle possibili soluzioni per risparmiare risorse idriche urgentemente. Le autorità catalane lavorano da tempo per non dipendere esclusivamente dai serbatoi e arrivare a produrre più acqua.

Pere Aragonès ha elencato alcune strategie messe in campo: «Combattiamo la siccità rafforzando e migliorando i nostri impianti di trattamento dell’acqua potabile, come la stazione di trattamento di Sant Joan Despí. Lavoriamo affinché tutte le case del Paese continuino a ricevere acqua di qualità».

Proprio l’impianto di approvvigionamento idrico di Sant Joan Desppi, dopo alcune migliorie, entrerà in funzione questo lunedì e porterà immediatamente altra acqua a Barcellona e a diversi comuni metropolitani, un’area di 3 milioni di persone.

Intanto gli abitanti coinvolti hanno a disposizione una piattaforma sul web, per poter consultare tutte le informazioni necessarie sull’emergenza e sulle restrizioni.

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