Ambiente

Spagna: è allarme siccità

In Catalogna non piove da 32 mesi e nel resto della penisola iberica le riserve idriche registrano un calo del 20%. Anche le coltivazioni di cereali e frutta sono in affanno
Credit: Matthias Oesterle/ZUMA Press Wire
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3 maggio 2023 Aggiornato alle 21:00

Temperature record, che all’aeroporto di Cordoba hanno toccato i 38,8 gradi il 27 aprile, e piogge che mancano da troppo tempo.

La Spagna è in piena emergenza, a causa del caldo anomalo. Tale fenomeno peggiora la siccità che sta colpendo il Paese dal 2022, la peggiore degli ultimi settanta anni.

La situazione è particolarmente drammatica in alcune regioni. La Catalogna soffre di carenza idrica da 32 mesi e il Governo sta valutando di razionare l’acqua, visto che le riserve locali hanno toccato dei minimi critici: quelle della città di Lleida non superano il 20% del riempimento.

Madrid sta quindi correndo ai ripari: «Non c’è più spazio per chi nega la crisi climatica», ha commentato il Premier Pedro Sánchez.

L’allerta è alta su tutto il territorio iberico.

Secondo le previsioni meteo, non ci saranno precipitazioni almeno fino a metà maggio. Infatti la stagnazione di una dorsale anticiclonica sulla penisola sta deviando le tempeste. Quelle che arriveranno, saranno scarse e sporadiche e riguarderanno soprattutto le aree settentrionali.

Il bollettino delle temperature è critico soprattutto al Sud, in Andalusia, con Siviglia e Cordoba che hanno superato i abbondantemente i 37 gradi, negli ultimi giorni di aprile. Anche al centro però i termometri sono schizzati in alto, con i 34 gradi di Toledo e i 32 di Madrid. Si tratta di un quadro anomalo e mai registrato in precedenza, al quale contribuisce la crisi climatica, afferma l’Agenzia Statale di Meteorologia spagnola (Aemet). Stando alle rilevazioni del sito Meteored, le temperature attuali superano di 10 – 15 gradi le medie stagionali.

Una tendenza simile si era già intravista lo scorso anno, il più caldo mai registrato in Spagna. Le ondate di calore e il suolo estremamente secco avevano contribuito a incendi prolungati, causando la distruzione di migliaia di ettari di vegetazione. Anche il 2023 ha già messo a segno qualche record: marzo è stato il secondo mese più caldo del Ventunesimo Secolo nella penisola iberica.

A preoccupare i cittadini è il Governo di Madrid sono le conseguenze sulla siccità. Nel 2022 i livelli dei bacini idrici erano così bassi, che hanno permesso a villaggi antichi e altri resti archeologici di riaffiorare in superficie. Nei primi mesi di quest’anno la mancanza di pioggia e neve ha messo in crisi l’economia agricola di Andalusia, Castiglia – La Mancia e Catalogna.

Al Centro soffrono le coltivazioni di cereali, mentre al Sud si teme per pomodori, frutta e riso: il 60% proviene dalla provincia di Siviglia. La carenza idrica potrebbe essere un pericolo anche per uno dei simboli della Spagna, il “toro bravo” o toro da combattimento. La mancanza di acqua e l’innalzamento dei prezzi del grano e del foraggio, dovuti anche alla guerra in Ucraina, ne rendono molto costoso l’allevamento.

Sulle difficoltà nei campi si gioca anche un’importante partita politica, in vista delle elezioni amministrative e regionali del 28 maggio 2023. L’Andalusia, che è stata a lungo un feudo dello Psoe (il Partito socialista operaio spagnolo), in occasione del voto dell’anno scorso ha dato la maggioranza al Partito popolare, di centro-destra, supportato dagli estremisti di Vox.

Le forze locali si sono scagliate contro la mancanza di azioni risolutive sulla siccità da parte di Madrid. Il presidente della giunta locale Juanma Moreno ha invitato Sánchez a prendere il problema sul serio: «Abbiamo un brutale problema idrico. Senza acqua non ci sono posti di lavoro in molte regioni e comuni dell’Andalusia e molte città dell’interno moriranno», ha dichiarato. «La siccità sarà uno dei temi che focalizzeranno il dibattito politico e territoriale nel nostro Paese nei prossimi anni», ha ammesso il premier socialista in un discorso al Parlamento di Madrid.

Il caldo estremo e la carenza idrica in Spagna non sono casi isolati. Il 26,6% del territorio dell’Unione europea è secco, mentre nell’1,4% addirittura in stato di allerta, secondo i dati dello European Drought Observatory. Le temperature del continente stanno aumentando a un ritmo doppio rispetto alla media globale negli ultimi trent’anni. Occorrono quindi misure a lungo termine per tutelare le comunità e mettere al riparo le economie dei territori più sofferenti.

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