Ambiente

Agricoltori a Bruxelles: arrivano le prime concessioni Ue ma la rabbia non si placa

Oltre mille trattori nella capitale belga mentre si riuniscono i leader di 27 Paesi. Von der Leyen annuncia concessioni sulla Pac e i terreni coltivabili, ma dai supermercati presi di mira sino alle strade bloccate la protesta continua
Credit: Nicolas Landemard/Le Pictorium Agency via ZUMA Press
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1 febbraio 2024 Aggiornato alle 12:00

Oggi la protesta dei trattori - come è stata chiamata l’iniziativa di migliaia di agricoltori di tutta Europa - sarà di scena soprattutto nel cuore delle istituzioni europee, a Bruxelles.

Centinaia e centinaia di mezzi agricoli, guidati dai coltivatori provenienti da decine di Paesi, bloccheranno le strade e il traffico mentre fra i vertici Ue sono previsti incontri frenetici sia per la revisione dei piani di bilancio (più legati agli aiuti all’Ucraina) che vede radunati i 27 leader dell’Unione europea, sia per tentare di risolvere lo stallo delle proteste.

Il presidente francese Emmanuel Macron vedrà proprio la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen per parlare del “futuro dell’agricoltura europea” mentre si prevede che oltre mille trattori e mezzi bloccheranno le strade in proteste che sono già sfociate tra prese di mira contro i supermercati e grande distribuzione (oltre duecento costretti a chiudere), oggetti dati alle fiamme, balloni di paglia srotolati sulle strade e un centinaio di primi fermi, oltre che scontri lievi con le forze dell’ordine.

Cosa chiedono gli agricoltori

I motivi delle proteste, seppur differenti da Paese a Paese, sono comuni su più fronti: in primis i produttori sostengono che i loro redditi stanno diminuendo a tal punto che il lavoro è ormai insostenibile.

Questo a causa dell’aumento dei costi di produzione (dai carburanti ai fertilizzanti), dall’import del grano ucraino che ha fatto scendere i prezzi in Europa, ma anche gli accordi di libero scambio che avvantaggiano agricoltori stranieri oltre che ovviamente le ripercussioni legate alla crisi del clima, che incide sui raccolti.

Le lamentele comuni inoltre sono legate ai debiti, alle pressioni delle aziende agrochimiche, a un sistema di sussidi che non aiuta i piccoli agricoltori e da una generale recessione.

Per fare un esempio: più o meno in 11 Paesi dell’Ue i prezzi all’uscita delle azienda agricole medio piccole sono diminuiti di oltre il 10% dal 2022 al 2023.

Praticamente solo Grecia e Cipro, grazie all’olio d’oliva, hanno registrato un aumento corrispondente dei ricavi delle vendite.

Per tutti gli altri invece il futuro è nero: per questo, a cominciare lo scorso anno dalla Polonia, centinaia di agricoltori di Germania, Francia, Belgio, Italia, Romania e molti altri Stati si stanno unendo per fare fronte comune contro le attuali politiche Ue che, fra i piani per la transizione verde e quelli che prevede la nuova Pac (politica agricola comune), sostengono di non riuscire più a sopravvivere.

In alcuni casi, come per i tedeschi, le proteste sono mirate per esempio contro i tagli governativi ai sussidi per il gasolio, mentre le proteste francesi puntano il dito contro gli accordi di libero scambio e le norme ambientali che incidono sui loro profitti.

In altri Stati, e vale anche per l’Italia, ci si concentra sul crollo dei prezzi effettivi per gli agricoltori, così come sull’aumento dei prezzi dell’energia e i fattori di produzione.

La risposta dell’Unione europea

Bruxelles ha preso atto della condizione degli agricoltori e ha inizialmente risposto, in attesa di repliche più precise e concrete che usciranno nelle prossime ore, attraverso le parole di Ursula von der Leyen che ha fatto sapere che la Commissione prorogherà la deroga alla regola della Pac che prevede che per accedere agli aiuti comunitari gli agricoltori debbano lasciare delle quote di terreni a riposo (il 4%), in modo da dare più respiro agli agricoltori.

«Gli agricoltori sono la spina dorsale della sicurezza alimentare dell’Ue e il cuore delle nostre zone rurali. La misura odierna offre ulteriore flessibilità agli agricoltori in un momento in cui devono affrontare molteplici sfide. Continueremo a dialogare con i nostri agricoltori per garantire che la Pac raggiunga il giusto equilibrio tra la risposta alle loro esigenze e la continua fornitura di beni pubblici ai nostri cittadini», ha detto Ursula von der Leyen.

La prima concessione è dunque quella che la norma che impone agli agricoltori di lasciare a riposo il 4% delle loro terre coltivabili non verrà introdotta a breve.

Inoltre la Commissione ha proposto che gli agricoltori che utilizzano almeno il 7% dei loro seminativi per la coltivazione di colture che fissano l’azoto ( lenticchie, piselli o fave) e colture intercalari (piante che crescono tra due colture principali e possono servire come foraggio) saranno considerati conformi ai requisiti.

Un sistema sia per aiutare gli agricoltori, sia per tutelare la biodiversità e la qualità dei suoli europei, come era nelle intenzioni della Pac.

“Dobbiamo anche continuare a lavorare per garantire un prezzo giusto per il duro lavoro dei nostri agricoltori”, fanno sapere dall’Ue.

Ora, l’attesa, è tutta legata a quella che sarà la risposta degli agricoltori alle prime concessioni europee.

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