Storie

La sostenibilità non è solo ambientale, ma anche economica e sociale

Martina Rogato, consulente Esg - Environmental, Social and Governance (e non solo), ha raccontato a La Svolta qual è il legame tra ambientalismo e questioni di genere: «L’errore più comune è non avere un approccio integrato»
Martina Rogato è una consulente che dal 2012 accompagna le aziende in progetti di sostenibilità e diversity e che nel 2022 ha fondato la società di consulenza ESG Boutique; è inoltre Co-fondatrice e Presidente onoraria di Young Women Network e fa parte del Women20 Italy, dove nel 2020 è stata scelta come Sherpa e Portavoce per la presidenza italiana del G20. L'anno scorso è stata nominata Co-chair del Women7 per la presidenza italiana del G7 2024 e scelta tra le 100 donne che stanno cambiando l'Italia (Start-up Italia).
Martina Rogato è una consulente che dal 2012 accompagna le aziende in progetti di sostenibilità e diversity e che nel 2022 ha fondato la società di consulenza ESG Boutique; è inoltre Co-fondatrice e Presidente onoraria di Young Women Network e fa parte del Women20 Italy, dove nel 2020 è stata scelta come Sherpa e Portavoce per la presidenza italiana del G20. L'anno scorso è stata nominata Co-chair del Women7 per la presidenza italiana del G7 2024 e scelta tra le 100 donne che stanno cambiando l'Italia (Start-up Italia).
Tempo di lettura 7 min lettura
31 gennaio 2024 Aggiornato alle 18:00

Fin dal primo giorno, La Svolta si è occupata di raccontare i grandi cambiamenti in corso nel mondo, prestando particolare attenzione all’ambiente, ai diritti, all’innovazione sociale, culturale e tecnologica, dando voce soprattutto ai giovani e alle donne, nelle cui mani è riposto il futuro, a partire dalla transizione ecologica.

Per fare questo, vuole dare spazio e parola a professionisti e professioniste impegnate nel sociale, fonti di ispirazione, che con la loro visione e intraprendenza ogni giorno si impegnano a far rete e a creare progetti di crescita, per migliorare il benessere della comunità.

Ha quindi intervistato Martina Rogato: calabrese, che ha vissuto in Francia, Belgio e Cina, è una consulente che dal 2012 accompagna le aziende in progetti di sostenibilità e diversity e che nel 2022 ha fondato la società di consulenza ESG Boutique; è inoltre Co-fondatrice e Presidente onoraria di Young Women Network e fa parte del Women20 Italy, dove nel 2020 è stata scelta come Sherpa e Portavoce per la presidenza italiana del G20. L’anno scorso è stata nominata Co-chair del Women7 per la presidenza italiana del G7 2024 e scelta tra le 100 donne che stanno cambiando l’Italia (Start-up Italia).

Ci racconta brevemente la sua carriera e i risultati di cui è più orgogliosa?

Uno dei risultati della quale sono più orgogliosa è di aver contribuito alla costruzione di un’associazione nazionale Young Women Network, la prima organizzazione in Italia sull’empowerment delle giovani donne. In secondo luogo, sono stata molto fiera di essere stata nominata durante la presidenza del G20 italiano Sherpa per l’Italia di Women20, engagement group ufficiale del G20 sulla parità di genere. Sono molto felice che alcune delle tematiche di genere che abbiamo presentato al Vertice siano poi diventate parte della Dichiarazione dei leader.

Si ricorda quando e per quale “battaglia” ha iniziato a essere un’attivista per la sostenibilità?

Devo la mia consapevolezza di attivista alla scuola Amnesty che per me è stata una palestra di vita. Ricordo la mia prima vera protesta davanti una nota Oil & Gas nazionale contro l’inquinamento del Delta del Niger auspicando una sua bonifica, dove abbiamo comprato delle quote simboliche di questa società per poter entrare in Assemblea degli azionisti e spiegare le nostre ragioni all’amministratore delegato e ai suoi soci. Come professionista e come attivista non vivo bene la deriva che i social media stanno prendendo in questo momento dove tutti si improvvisano divulgatori con contenuti senza cognizione di causa mentre a mio avviso essere preparati e competenti, studiare, sporcarsi le mani, è fondamentale per fare la differenza.

Quali sono state le risorse (libri, persone) che l’ hanno supportata o ispirata nella consapevolezza del suo attivismo verso la sostenibilità?

Dovunque tu vada, ci sei già di Jon Kabat-Zinn è un libro che consiglio a tutti di leggere che non parla di sostenibilità ma parla di cammino, percorso di vita. E per me è stato davvero un libro illuminante.

Ci descrive il lavoro di una Designer di Sostenibilità (ESG Boutique)?

In ESG Boutique, la società che ho fondato da due anni, ci definiamo designer di sostenibilità perché l’idea è quella di ascoltare le esigenze, di cucire strategie e progetti “su misura” per il ogni brand attraverso l’ascolto e la capacità di trovare soluzioni che possano incontrare l’esigenza di tenere dei costi contenuti da parte delle aziende ma al contempo la possibilità di ottenere dei risultati e degli avanzamenti concreti. Per noi è fondamentale effettuare uno screening reputazionale delle imprese che ci chiedono supporto e scegliamo di accompagnare “player” che sono veramente interessati a fare un percorso concreto e non greenwashing

Vede un cambiamento delle aziende in questo senso? Negli ultimi anni ci sono sempre più aziende che si interfacciano a professionisti come voi.

Fino a sei anni fa eravamo una nicchia che nessuno conosceva su temi che riguardavano solo un gruppetto ristretto di persone. Adesso siamo diventati, per fortuna, mainstream. Oggi, la reale necessità è quella di distinguere il green e social washing, quindi l’ambientalismo e l’attivismo di facciata dall’impegno concreto. C’è stata un’accelerazione dovuta sia a una maggiore sensibilità dei consumatori - consumatrici sia da parte dell’Unione europea che sta emettendo diversi regolamenti e direttive in materia a cui le aziende devono far riferimento. Anche in Italia, c’è un certo dinamismo finalmente. Come nel caso della certificazione di parità di genere, su base volontaria, ma con sgravi fiscali e punteggi più alti in gare d’appalto pubbliche e private che incentivano indirettamente le aziende a dotarsi di una policy, fare divulgazione dei dati e iniziare un percorso concreto di maggiore consapevolezza.

Quali suggerimenti darebbe ai/alle professionisti/e che vogliono realizzarsi nel suo ambito lavorativo?

Il primo consiglio è investire in formazione autorevole e di qualità, scegliendo con attenzione a chi affidarsi: a marzo con ESG Boutique lanceremo la seconda edizione delle nostre Masterclass sulla sostenibilità. Secondo suggerimento: avere la cognizione che è una disciplina in divenire, in cui non si smette mai di apprendere.

Che correlazione esiste tra sostenibilità e questioni di genere?

L’errore più comune è non avere un approccio integrato alla sostenibilità considerando solo l’ambiente e non la sostenibilità sociale ed economica. Finalmente, a oggi, ci sono degli studi seri resi noti da molte agenzie delle Nazioni Unite che riscontrano le connessioni fra il cambiamento climatico e le questioni di genere. Dove le donne, specialmente quelle nate nei Paesi del cosiddetto Sud Globale sono più impattate dal cambiamento climatico e dalla crisi ambientale.

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta nel 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu, è un programma d’azione per lo sviluppo economico, ambientale e sociale rivolto al benessere delle persone, al Pianeta e alla prosperità per condividere l’impegno a garantire un presente e un futuro migliore entro il 2030. L’Italia a che punto è nella consapevolezza sul tema sia della sostenibilità che della parità di genere?

Per essere un Paese G7 non siamo assolutamente messi bene; infatti, secondo il World Economic Forum siamo al 79° posto su 143° Paesi in tema di divario di genere verso la partecipazione politica. Un lieve miglioramento lo riscontriamo in termini di partecipazione economica al mondo del lavoro ma a mio parere il cambiamento culturale di cui necessitiamo richiederà lunghe tempistiche e importanti sfide.

Può indicarci 3 profili di professionisti/e attivisti/e che, secondo lei, possono essere fonte di ispirazione?

Veronica Buonocore, presidente di Young Women Network; Claudia Segre, presidente di Global Thinking Foundation, fondazione che promuove la diffusione dell’alfabetizzazione finanziaria e digitale per una cultura consapevole del risparmio e della sua gestione attraverso progetti di cittadinanza economica, secondo un approccio valoriale al tema dell’economia e della finanza nell’ottica di prevenire la violenza economica e l’abuso finanziario; e infine Teresa Golino, esperta in turismo sostenibile.

Qualche consiglio per diventare consumatori più attenti?

A mio avviso bisogna porsi sempre delle domande sugli acquisti che facciamo, mettendosi in discussione e continuando a informarsi in base alle nostre possibilità, alle nostre sensibilità ed esigenze.

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