Ambiente

Guuud Niuuuz: la quercia che salverà gli oranghi (e altre cose belle)


Ogni settimana, 4 buone notizie green dal mondo che forse non conoscevi: per essere più “eco” e meno “ego”
Credit: Keativa Photography

Oggi la crisi climatica-ambientale è una delle più gravi minacce e da tempo le istituzioni scientifiche e le organizzazioni ambientaliste lanciano allarmi sulle condizioni degli ecosistemi globali.

L‘aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento chimico e la perdita di biodiversità presentano dati e trend in peggioramento.

Esistono, tuttavia, anche progetti, piani di mitigazione e notizie positive che spesso passano in secondo piano. Se vuoi scoprire le belle notizie d’ambiente (dall’Italia e dal mondo), questa è la rubrica che fa per te.

Una particolare quercia proteggerà gli oranghi di Sumatra

In Indonesia è stata effettuata una scoperta che potrebbe contribuire alla salvezza degli oranghi Tapanuli (pongo tapanuliensis), una particolare specie di primati a rischio di estinzione presenti nell’isola di Sumatra.

Nella foresta di Batang Toru, situata nel nord dell’isola, è stata rinvenuta una nuova specie di quercia (lithocarpus yapanuliensis) che riveste un ruolo fondamentale nell’alimentazione degli oranghi, garantendo a loro la sopravvivenza. «L’ecosistema di Batang Toru soffre della frammentazione e della perdita degli habitat naturali a causa dei progetti infrastrutturali su larga scala, come l’estrazione mineraria, le piantagioni agroforestali e gli impianti dell’energia idroelettrica prodotta nella foresta circostante», ha dichiarato il ricercatore Try Surya Harapan della University of Chinese Academy of Sciences.

Una biodiversità unica in Costa Rica

Nel corso del 2023 sono state effettuate due spedizioni scientifiche a largo della costa pacifica del Costa Rica, che hanno rilevato la presenza di una biodiversità estremamente florida negli habitat marini circostanti.

Il team di ricerca ha scoperto almeno quattro nuove specie di polpi, in un’area di circa 260 km quadrati, localizzati vicini a tre fonti idrotermali: «Attraverso un duro lavoro, il nostro team ha scoperto nuove sorgenti idrotermali a largo del Costa Rica e ha confermato che ospitano vivai di polpi di acque profonde e una biodiversità unica», ha affermato la dottoressa Beth Orcutt del Bigelow Laboratory for Ocean Sciences.

L’importanza di queste spedizioni è sottolineata anche dal dottore Jorge Cortés della Universidad de Costa Rica: «Si spera di creare una consapevolezza che si trasformerà in politiche per proteggere le profondità marine del Paese. Spero che la spedizione serva da ispirazione per le nuove generazioni. Abbiamo bisogno di più collaborazioni internazionali per far progredire la conoscenza del nostro patrimonio delle profondità marine».

La crisi climatica nelle scuole di New York

Lo scorso anno lo Stato del New Jersey, negli Usa, è stato il primo a introdurre e imporre le lezioni sulla crisi climatica-ambientale nei propri istituti scolastici.

A seguito di questa iniziativa, anche lo Stato di New York sta pensando di emulare la legislazione dello Stato confinante, con una serie di progetti di legge che prevedono di insegnare il cambiamento climatico in tutte le classi con il sostegno di oltre 115 educatori e di Ong come la National Wildlife Federation. «Il cambiamento climatico non è una minaccia futura; è l’attuale realtà», ha ammonito il senatore dello Stato James Sanders Jr., che rappresenta le zone sud-est del Queens vulnerabili all’innalzamento del livello del mare e alle inondazioni.

Le zone umide aumentano la loro estensione

L’aggravamento della crisi climatica sta comportando l’innalzamento del livello dei mari con profondi impatti sulle zone umide, alterando il loro fragile habitat naturale. Ma una notizia positiva giunge dallo Stato americano del Maryland dove queste aree vitali stanno registrando una crescita positiva secondo i dati del Chesapeake Bay Program con un guadagno di 4.310 acri, appena creati o ripristinati. «È promettente che il Chesapeake Bay Program si stia muovendo nella giusta direzione per aumentare la superficie delle zone umide. Dobbiamo concentrarci su questo importante lavoro per compensare le perdite storiche e gli impatti previsti dovuti allo sviluppo e all’innalzamento del livello del mare», ha affermato Pam Mason, presidente del Wetlands Workgroup.

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di Alessandro Leonardi 4 min lettura