Ambiente

Il nuovo nucleare si impone in Europa?

Regno Unito, Francia e Italia hanno annunciato nuovi piani per espandere l’uso dell’energia nucleare
Credit: Armin Weigel/dpa 
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24 gennaio 2024 Aggiornato alle 16:00

La crisi energetica del 2021/2022, la guerra in Ucraina e la necessità di abbattere le emissioni di gas alteranti, hanno spinto diversi governi europei a rivalutare i progetti legati all’energia nucleare annunciando nuovi piani e investimenti.

In prima linea il governo del Regno Unito che ha annunciato il più grande piano di espansione del nucleare civile degli ultimi 70 anni, con l’obiettivo di garantire la sicurezza energetica del Paese, la riduzione del costo delle bollette e delle emissioni di CO2, oltre alla creazione di migliaia di posti di lavoro: «Il nucleare è l’antidoto perfetto alle sfide energetiche che la Gran Bretagna deve affrontare: è ecologico, più economico sul lungo termine e garantirà la sicurezza energetica del Regno Unito. Questa è la giusta decisione a lungo termine ed è il passo successivo nel nostro impegno a favore dell’energia nucleare, che ci mette sulla buona strada per raggiungere il net-zero entro il 2050 in maniera sostenibile e misurata», ha affermato il primo ministro Rishi Sunak.

Il piano prevede l’elaborazione di una road map per la costruzione di una nuova centrale nucleare in grado di fornire energia elettrica a 6 milioni di case. Verranno investiti anche 300 milioni di sterline per potenziare la produzione del combustibile necessario per i nuovi reattori nucleari ad alta tecnologia (Haleu), prodotti commercialmente solo in Russia in questo momento, in modo da garantire un nuovo primato britannico.

Inoltre, verranno elargiti 10 milioni di sterline per sviluppare le competenze e i siti necessari, con uno snellimento delle pratiche burocratiche. L’obiettivo è quello di garantire lo sviluppo di un potenziale nucleare fra i 3 e i 7 GW ogni 5 anni, dal 2030 al 2044, quadruplicando la capacità nucleare della Gran Bretagna entro il 2050. Le autorità governative, rappresentate anche dal Nuclear Skills Strategy Group, ritengono che verranno creati fino a 80.000 nuovi posti di lavoro altamente qualificati.

Se i piani verranno rispettati, entro breve verrà avviata la costruzione di una centrale nucleare simile al progetto di Sizewell nell’Inghilterra orientale e a quello di Hinkley nell’Inghilterra occidentale, che è attualmente in costruzione. Il Regno Unito è intenzionato costruire fino a 8 nuovi reattori nei prossimi 26 anni.

Anche la Francia del presidente Macron ha rimesso al centro della propria agenda l’energia nucleare, presentando un progetto di legge per riaffermare la “sovranità energetica”.

L’intenzione è quella di costruire 6 reattori, più probabilmente altri 8 reattori aggiuntivi entro il 2050, che dovranno assicurare l’autonomia alla nazione transalpina in chiave eco-sostenibile, annullando la dipendenza dai combustibili fossili che contano ancora per il 60% dell’energia consumata. Un annuncio che ha suscitato dei malumori in Germania, dove il governo attuale ha spento gli ultimi reattori per puntare unicamente sull’installazione delle rinnovabili, ma anche vasti consensi in altri Paesi europei che sono tuttora legati all’energia nucleare.

Oltre al Regno Unito e alla Francia, si è aggiunta l’Italia guidata dal governo di Giorgia Meloni che ha mostrato negli ultimi tempi un rinnovato interesse nei confronti di questo tipo di energia. Non per le grandi centrali a fissione, ma per i piccoli reattori modulari (Smr) che teoricamente dovrebbero dimezzare i tempi di costruzione e di entrata in servizio.

Il governo sta ipotizzando la realizzazione di 15 o 20 piccole centrali, con l’apertura del primo cantiere per l’anno 2030 e la creazione di un indotto pari a 100 miliardi di euro. Ma l’impiego della tecnologia sperimentale Smr presenta notevoli incognite: «Stiamo comunque parlando di una tecnologia che comporta tutti i problemi di sicurezza di una centrale a fissione nucleare e dello smaltimento delle scorie. E che, in ogni caso, è ancora a livello sperimentale. Molto meglio, dove le rinnovabili hanno già raggiunto una quota di primo piano nel mix energetico, investire nel loro sviluppo, unito alla realizzazione di batterie e sistemi di accumulo», ha dichiarato Michele Governatori, responsabile Elettricità & Gas del think tank indipendente Ecco.

Allo stato attuale nessun reattore Smr è in servizio e numerosi progetti sono falliti: «Nessun Smr è mai stato costruito, nessuno è in costruzione e con ogni probabilità nessuno sarà mai costruito a causa dei costi proibitivi» ha denunciato Jim Green, attivista nucleare di Friends of the Earth Australia, in un articolo intitolato Small modular reactors: a history of failure.

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