Ambiente

Groenlandia: persi 30 milioni di tonnellate di ghiaccio l’ora

Un nuovo studio della Nasa racconta come dagli 1985 a oggi siano andati perduti oltre 5.000 chilometri quadrati della calotta glaciale con possibili conseguenze gravi sulla circolazione oceanica
Credit: Vist Greenland  

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18 gennaio 2024 Aggiornato alle 12:00

In un’oretta della nostra pausa pranzo succedono tante cose nel mondo: per esempio in Groenlandia si perdono 30 milioni di tonnellate di ghiaccio.

La grande riserva idrica della calotta glaciale della Groenlandia sta infatti peggio di quel che pensavamo. A dircelo è uno studio pubblicato dagli scienziati del Jet Propulsion Laboratory della Nasa su Nature.

Gli esperti raccontano come grazie all’intelligenza artificiale, ai modelli e le osservazioni satellitari, osservando anche gli sviluppi delle parti sommerse, il ghiaccio ai margini si è ridotto di quasi 5.000 chilometri quadrati in poco meno di 40 anni (dal 1985). Una perdita che ci indica un calo dei ghiacci di circa il 20% in più rispetto a quanto stimato finora. Le cause sono sempre da ricercare nell’aumento delle temperature legate al riscaldamento globale.

Proprio dal 2000, fra gli anni in cui c’è stata un’accelerazione degli effetti della crisi del clima, la riduzione si è fatta più marcata, con la perdita in media di 218 chilometri quadrati l’anno. In totale dal 1985 abbiamo perso qualcosa come mille miliardi di tonnellate di acqua dolce che si sarebbe dispersa negli oceani. Se come innalzamento dei livelli del mare questo ha inciso seppur limitatamente, maggiori per gli scienziati sono i rischi relativi all’apporto di acqua dolce che può alterare, andando a impattare sull’acqua salata, le circolazioni oceaniche e di conseguenza il clima e la distribuzione dell’energia.

Questo potrebbe comportare un indebolimento ulteriore dell’Amoc, la Circolazione Meridionale dell’Atlantico che trasportando acqua calda dai tropici verso il Nord Atlantico dove poi si raffredda, regola diversi fattori degli oceani e di conseguenza del clima. Un ipotetico collasso dell’Amoc avrebbe conclusioni devastanti, ma per fortuna si tratta di uno scenario ancora remoto.

Di fatto però la preoccupante perdita dei ghiacciai, osservati e mappati grazie all’intelligenza artificiale che ha analizzato 235.000 posizioni terminali dei ghiacciai nell’arco di 38 anni e con una risoluzione di 120 metri, ci indica un percorso sempre più carico di rischi.

“C’è una certa preoccupazione che qualsiasi piccola fonte di acqua dolce possa fungere da punto di svolta che potrebbe innescare un collasso su vasta scala dell’Amoc, sconvolgendo i modelli meteorologici globali, gli ecosistemi e la sicurezza alimentare globale”, hanno detto gli esperti. Tra questi Chad Greene, scienziato del Jet Propulsion Laboratory della Nasa negli Stati Uniti, secondo cui «i cambiamenti della Groenlandia sono enormi e stanno accadendo ovunque: quasi tutti i ghiacciai si sono ritirati negli ultimi decenni».

In totale dagli anni Ottanta c’è stata una perdita di 221 miliardi di tonnellate di ghiaccio perse ogni anno, a cui vanno aggiunti altri 43 miliardi evidenziati dal nuovo studio.

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