Ambiente

Area marina protetta a Capri: c’è incertezza all’ombra dei Faraglioni

Il 23 gennaio è la deadline per le osservazioni dei cittadini. Poi bisognerà capire quale linea sarà prevalente: quella degli ambientalisti, che chiedono una zona non balneabile e protetta oppure degli albergatori, che si oppongono a restrizioni eccessive?
Credit: Julia Worthington  

Tempo di lettura 4 min lettura
18 gennaio 2024 Aggiornato alle 11:00

Incertezza all’ombra dei Faraglioni.

La realizzazione dell’Area Marina Protetta dell’Isola di Capri, pensata già da diverso tempo e oggi in fase di iter, sta pian piano prendendo forma tra confronti, osservazioni e dubbi espressi da cittadini e lavoratori dei comuni di Capri e Anacapri.

Dopo la scorsa estate, con il solito assalto del turismo nell’isola della famosa “piazzetta”, le amministrazioni comunali si sono convinte della necessità di porre dei limiti, soprattutto per la parte marina, a un’area sottoposta a un forte stress turistico, un via vai di imbarcazioni, ma anche dalla pesca e dalle varie attività marittime.

Condizioni che nel tempo, dopo vari tentativi in passato, hanno portato le due amministrazioni alla convinzione di istituire un’area marina protetta per proteggere gli ecosistemi dell’isola.

L’iter si sta avviando verso la conclusione: a inizio anno gli esecutivi locali hanno reso pubblici i dettagli dell’Ispra relativi alla zonizzazione delle aree di mare e messo a disposizione anche le schede necessarie ai cittadini per valutare la novità ed eventualmente far pervenire osservazioni.

Il 23 gennaio è la data limite, dopodiché si procederà molto probabilmente con l’istituzione dell’area marina, anche se non mancano le incertezze da parte di albergatori, ristoratori e operatori del turismo.

Sebbene la maggior parte delle associazioni di categoria concordi sulla necessità di istituire l’area, a spaventare sembrano le restrizioni che una zona di mare protetta può comportare, per esempio l’idea di rendere alle imbarcazioni i Faraglioni off limits, così come altri specchi di mare.

Le regole per formulare al meglio la condivisione del bene mare per i capresi e i turisti sono affidate ai pareri dell’Ispra che, delegata dal Ministero, sta fornendo una indicazione scientifica sul da farsi.

Attualmente l’idea è quella di una piccola zona a protezione integrale, che però potrebbe comunque avere ripercussioni sul turismo, fanno sapere a esempio da Federalberghi. Questa associazione di categoria, insieme ad altre, si è riunita di recente nel “Tavolo del Mare”, un incontro in cui sono state espresse perplessità sull’idea che l’area dei Faraglioni diventi un “santuario”. In sostanza non viene condivisa la possibilità di una zona, simbolo di Capri nel mondo, off-limits ai turisti.

Nella proposta relativa all’Area protetta c’è infatti l’idea che quel punto di mare attorno ai fragili Faraglioni possa diventare non balneabile e navigabile, restrizione che non piace a chi di turismo ci campa, ma che potrebbe essere fondamentale per tutelare al meglio gli ecosistemi.

Le associazioni sostengono comunque la volontà di proteggere l’ecosistema circostante ma senza limitare eccessivamente l’accesso turistico.

Un suggerimento per evitare limiti estremi sarebbe quello di modulare l’offerta turistica consentendo magari l’ormeggio di motoscafi e barche ma a distanza per evitare danni all’ecosistema, così come l’idea di trasportare i turisti ma su barche a remi.

Chi da tempo spinge invece per limitazioni e forte protezione dell’area è Legambiente.

Secondo Nabil Pulita, responsabile Legambiente Capri, «sull’istituzione di un’area marina protetta a Capri ci sono delle reticenze perché si pensa che istituendo dei confini si possa negare l’accesso a quella determinata zona ma in realtà in questo modo è possibile tutelare un ambiente che, soprattutto negli ultimi anni, è sotto assedio a causa dell’aumento considerevole dell’afflusso turistico. Istituire un’area protetta significherebbe rispettare delle norme di comportamento che andrebbero a tutelare la biodiversità oltre che a creare anche un turismo di qualità. Nel periodo estivo Capri è inondata dai turisti, e in particolare dal cosiddetto turismo “mordi e fuggi” che non giova affatto al patrimonio marino che ci circonda».

Per sciogliere i dubbi e comprendere quale delle due linee sarà vincente - quella più morbida sposata dagli albergatori o quella più rigida richiesta degli ambientalisti - bisognerà attendere i passi successivi al 23 gennaio, data in cui i cittadini avranno depositato le loro osservazioni e convinzioni sulla vicenda.

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