Diritti

Taiwan si prepara al voto: domani le elezioni presidenziali

Il 13 gennaio elettori ed elettrici si recheranno alle urne per scegliere un nuovo presidente e un nuovo parlamento. La Cina, che considera la Nazione insulare come parte del proprio territorio, le definisce una scelta tra “pace e guerra”
Taipei: Degli escursionisti sulla Montagna dell'Elefante (Xiangshan), in vista delle elezioni presidenziali del 2024. Di fronte ai problemi economici e alle sfide poste dalle instabili relazioni tra Stati Uniti e Cina, i candidati presidenziali del Partito Democratico Progressista (DPP), del Kuomintang (KMT) e del Partito Popolare di Taiwan hanno fatto campagna elettorale per ottenere il sostegno degli elettori taiwanesi. 
Taipei: Degli escursionisti sulla Montagna dell'Elefante (Xiangshan), in vista delle elezioni presidenziali del 2024. Di fronte ai problemi economici e alle sfide poste dalle instabili relazioni tra Stati Uniti e Cina, i candidati presidenziali del Partito Democratico Progressista (DPP), del Kuomintang (KMT) e del Partito Popolare di Taiwan hanno fatto campagna elettorale per ottenere il sostegno degli elettori taiwanesi.  Credit: EPA/DANIEL CENG
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
12 gennaio 2024 Aggiornato alle 20:00

Le urne si apriranno alle 8:00 del mattino e si chiuderanno 8 ore dopo: i risultati delle elezioni presidenziali di Taiwan, le più seguite e contestate dalle prime democratiche del 1996, saranno già noti nella tarda serata di sabato 13 gennaio. Nella Nazione insulare da 24 milioni di abitanti, rivendicata da Pechino come una provincia cinese, 19,5 milioni hanno il diritto di voto e 1 milione di loro saranno elettorə per la prima volta: nel 2020 fu il 75% a esprimersi.

Chi sono i candidati? Le opzioni sono tutte al maschile, senza un chiaro favorito: Lai Ching-te, vice presidente di Taiwan, corre per il Democratic Progressive Party (Dpp), definisce le elezioni come una scelta tra “democrazia e autocrazia”, considerato un gruppo di pericolosi separatisti dalla Cina; Hou Yu-ih, del Kuomintang (Kmt), il più grande partito di opposizione, è il suo principale avversario ed è stato sindaco di New Taipei City fino a settembre 2023; Ko Wen-je, ex sindaco di Taiperi, è il candidato e fondatore del Taiwan’s People Party, un partito politico di centrosinistra lanciato nel 2019.

Le elezioni presidenziali di Taiwan si svolgono ogni 4 anni: sabato sarà l’ottava volta in cui elettori ed elettrici potranno esprimere la propria preferenza. La presidenza ha un limite di 2 mandati. Oggi il leader, che ha vinto le elezioni nel 2016 e nel 2020, è Tsai Ing-wen: il suo Democratic Progressive Party, che vede Taiwan come una nazione sovrana, e rifiuta le rivendicazioni territoriali della Cina, sta cercando un terzo mandato con il candidato Lai Ching-te.

Il Partito Comunista Cinese (Pcc) al potere in Cina considera Taiwan come parte del proprio territorio, anche se non l’ha mai amministrato. Secondo Pechino, che esprime da tempo la volontà di “riappropriarsi” di Taiwan, se necessario con la forza, le elezioni sarebbero una scelta tra “pace e guerra”, riporta Reuters. Il ministero della Difesa cinese, attraverso le parole del suo portavoce Zhang Xiaogang, ha già avvertito che «l’Esercito popolare di liberazione cinese rimane sempre in allerta e prenderà tutte le misure necessarie per schiacciare risolutamente qualsiasi forma di complotto separatista di “indipendenza di Taiwan” e difendere fermamente la sovranità nazionale e l’integrità territoriale».

Negli ultimi anni Pechino ha mantenuto una presenza militare quasi quotidiana intorno a Taiwan, inviando aerei da guerra e navi nei pressi dell’arcipelago. 2 alti funzionari governativi citati da Reuters hanno spiegato che, secondo il governo di Taiwan, la Cina probabilmente tenterà di esercitare pressioni sul neopresidente una volta eletto, organizzando anche manovre militari intorno alla “provincia ribelle”.

Durante una manifestazione pre-elettorale che si è tenuta a New Taipei, vicino alla capitale Taipei, il candidato Lai Ching-te si è rivolto a una folla di circa 200.000 persone: «Se Taiwan si avvicinasse nuovamente alla Cina, perderebbe il suo vantaggio, e gli investimenti stranieri a Taiwan avrebbero maggiori probabilità di essere sospesi o fermati. Pertanto, Taiwan deve vincere questa battaglia».

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