Economia

L’euro ha compiuto un quarto di secolo

Nel gennaio del 1999 veniva adottata la moneta unica europea (anche se si dovettero aspettare altri 3 anni per la sostituzione ufficiale). In occasione del discorso di fine anno, la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola ha tirato le somme di questi 25 anni
La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola al Consiglio europeo a Bruxelles nel dicembre 2023
La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola al Consiglio europeo a Bruxelles nel dicembre 2023 Credit: EPA/OLIVIER MATTHYS
Tempo di lettura 3 min lettura
3 gennaio 2024 Aggiornato alle 18:00

Un altro anno è passato e con la fine del 2023 si è concluso anche il 25° anno dall’entrata in vigore dell’euro in Europa, che ha portato a una comunità più unita economicamente e simbolicamente. Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo, ne ha parlato nel suo discorso di fine anno.

La storia della moneta comunitaria parte della fine degli anni ‘60 del ‘900, con l’obiettivo di creare un’unione economica e monetaria che avrebbe portato a un maggior coordinamento delle politiche economiche e finanziarie, agevolazioni dal punto di vista delle imprese e degli scambi transfrontalieri (che sarebbero diventati così burocraticamente più fluidi).

«Dopo la Seconda guerra mondiale, alcuni leader visionari capirono che l’unico modo per garantire la pace nel nostro continente era quello di unire le nostre economie. E un’Europa unita avrebbe richiesto, col tempo, una moneta unica per sfruttare al meglio i benefici economici creati da questo dividendo della pace», ha spiegato la presidente Metsola nel suo discorso.

L’idea di una comunità di questo tipo è stata ostacolata, tuttavia, dai disordini internazionali del secondo dopoguerra, che minacciavano la politica agricola su cui si basava il mercato europeo. La reale base per la creazione di un’unica moneta che potesse abbracciare necessità e desideri di un ampio gruppo di Stati è stata creata in circa un decennio, dal 1990 al 1999. Ma le persone, concretamente, non hanno davvero percepito l’euro nella sua quotidianità fino al primo gennaio 2002: dal quel giorno, 12 Paesi dell’Ue cominciarono il loro “viaggio” dalle valute nazionali a quella comunitaria. Con l’ingresso della Croazia, oggi se ne contano 20 e, per il futuro, si guarda a Bulgaria e Romania.

In Italia, in realtà, fino al 28 febbraio del 2002 l’euro è stato affiancato dalla lira e solo dal primo marzo la sostituzione è stata definitiva. Durante i primi 20 anni dell’euro, lo scetticismo si è fatto sentire. Ma nel Belpaese, i vantaggi sono indiscutibili: per prima cosa, si è registrato un forte calo della disoccupazione, che è passata dall’11% al dato minimo del 5,8% nell’aprile del 2007. Hanno aiutato, probabilmente, i tassi di interesse relativamente bassi, forse più bassi di quanto le condizioni dell’economia italiana richiedessero.

Inoltre, l’ingresso dell’euro, che ha avuto come conseguenza la gestione del credito da parte della Banca Centrale, ha portato a una forte flessione dell’inflazione.

Leggi anche
Ue
di Giunio Panarelli 4 min lettura
Banconote sudamericane
Valute estere
di Chiara Manetti 4 min lettura