Economia

Bce: Credem è la banca più solida d’Europa

Anche Mediolanum e Intesa Sanpaolo tra le top 10. Il settore di vigilanza della Banca Centrale Europea ha analizzato il capitale utilizzabile delle banche europee per ridurre i rischi di prestiti e crediti nel settore macroeconomico
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27 dicembre 2023 Aggiornato alle 17:00

Il settore di vigilanza della Banca centrale europea ha recentemente aggiornato le sue classifiche e ha concluso che, sebbene la visibilità del terzo settore all’inizio del nuovo anno risulterà essere estremamente bassa, gli istituti creditizi europei non ne saranno schiacciati, ma anzi potranno perfino migliorare sul fronte della loro solidità.

«A differenza delle crisi precedenti, saranno evidenti le caratteristiche anticicliche delle banche, vale a dire il rapporto positivo tra i ricavi e l’aumento dei tassi di interesse». Queste le parole di Marco Troiano, capo degli istituti finanziari presso Scope, secondo cui «i margini si espanderanno in modo significativo, più che controbilanciando una performance un po’ più debole delle entrate da commissioni e accantonamenti leggermente più elevati».

In questo modo, tuttavia, nei prossimi mesi l’economia potrebbe rallentare, colpendo le imprese, che non solo avranno necessità di una maggiore remunerazione ma saranno di conseguenza responsabili di più o meno gravi insolvenze, a danno delle banche stesse, che non saranno in grado di riottenere il credito dato in prestito in modo veloce e consistente.

Il presidente della vigilanza Bce Andrea Ernia ha preferito soffermarsi proprio su tale tratto, evidenziando le difficoltà e le prospettive poco incoraggianti per il terzo settore: «è probabile che le banche intensifichino la concorrenza nella raccolta di depositi, sospingendo così al rialzo i tassi offerti ai depositanti», e «la redditività sarà inoltre esposta a rischi emergenti orientati verso il basso, compresi il rischio di credito e le perdite al fair value».

È Troiano ad ammettere che, nel contesto attuale macroeconomico, in cui alti prezzi delle risorse energetiche e aumento dei costi del servizio del debito porteranno a frequenti richieste di accantonamento dei debiti da parte delle imprese su prestiti ricevuti.

Queste previsioni, come già detto, sono solo un elenco di fatti che non determinano in modo significativo la solidità della banca centrale europea e dei suoi istituti affiliati.

Le banche infatti mantengono saldo il cosiddetto “requisito di secondo pilastro” P2R, un requisito patrimoniale specifico per singola banca che si applica al P1R in caso quest’ultimo non sia sufficiente a coprire alcuni rischi. Avere un P2R basso significa che la banca ha bisogno di mantenere un livello di capitale supplementare inferiore per fronteggiare determinati rischi già previsti; pertanto, può essere considerata relativamente più sicura.

Nello specifico, l’analisi delle banche europee e italiane ha condotto a una classifica cui spicca in prima posizione su tutte Credem, il cui P2R si mantiene costante all’1%.

In Italia il podio è completato da Banca Mediolanum e da Intesa Sanpaolo.

Per quanto riguarda il dato dei requisiti di capitale, il nostro Paese si colloca in ottima posizione: Credito Emiliano è prima in Europa, Mediolanum al sesto posto e Banca Intesa al nono. Maurizio Primanni, Ceo Exellence Consulting ha dichiarato con speranza che «tali requisiti differenziati per banca sono stabiliti dalla Bce proprio per evitare pericoli per i risparmiatori, che non devono preoccuparsi in alcun modo. È impossibile che i criteri della Bce non siano efficienti».

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