Ambiente

Gli orsi JJ4 e MJ5 per ora sono salvi. Il Tar passa la palla alla Corte di giustizia europea

I due orsi ritenuti responsabili di aggressione non saranno abbattuti. Gioiscono le associazioni ambientaliste. In gennaio si decide per il possibile trasferimento in Romania dell’orsa che uccise il runner Papi
Credit: Janko Ferlic  

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21 dicembre 2023 Aggiornato alle 16:00

In attesa di un altro giudizio, ma salvi.

Due degli orsi confidenti più noti in Italia, l’orsa JJ4 che fu responsabile dell’aggressione mortale del runner Andrea Papi, e il plantigrado MJ5 anche lui giudicato colpevole di aggressione, per ora non saranno abbattuti.

Il Tar di Trento ha infatti sospeso i giudizi relativi all’uccisione dei due esemplari e ha passato la palla alla Corte di giustizia europea.

Per entrambi resta il provvedimento di cattura: l’orsa è rinchiusa nel recinto del Casteller di Trento mentre MJ5 è ancora in libertà nonostante si creda possa essere il responsabile dell’aggressione a un escursionista in Val di Rabbi.

Le ordinanze di abbattimento erano state firmate dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, da poco rieletto, ma finora si attendeva una sentenza da parte del Tar per capire come gestire il futuro di questi animali particolarmente confidenti e responsabili di aggressioni nei confronti dell’uomo.

Di fatto, con la sua sentenza, il Tar “salva” per ora gli animali, conferma l’idea di catturare MJ5 e lascia un discreto spiraglio a quello che attivisti e ambientalisti chiedono da tempo: il trasferimento degli animali in strutture estere, come quella in Romania che ha aperto le porte all’eventuale accoglienza dei plantigradi “problematici”.

Sul possibile trasferimento di JJ4 in un santuario per orsi in Romania, e a spese della Lav, il Tar di Trento dovrebbe esprimersi l’11 gennaio.

«Siamo felici di questo nuovo, eccezionale risultato che ancora una volta salva la vita di due orsi condannati a morte, mentre Fugatti incassa la prima sconfitta a poche settimane dalla sua rielezione», ha detto Massimo Vitturi, responsabile Lav - Animali Selvatici, aggiungendo che «grazie al ricorso depositato dalla Lav, il Tar di Trento ha anche deciso di chiarire, rimettendo nelle mani della Corte di Giustizia europea, la interpretazione del principio di proporzionalità e gradualità rispetto alla scelta delle azioni previste dall’Accordo interregionale Pacobace (Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali) nei confronti degli orsi considerati problematici o pericolosi».

Per le associazioni Enpa Leidaa e Oipa la decisione del Tar è invece una vittoria a metà.

Se da una parte di dicono “soddisfatti che le conclusioni del Tar sul nostro ricorso permettano la sospensione dell’uccisione”, dall’altra “ci sorprende la decisione assunta di rimettere alla Corte di Giustizia Europea gli atti relativi agli orsi JJ4 e MJ5”.

Questo perché il Consiglio di Stato era “intervenuto concedendo la sospensiva da noi richiesta rispetto a decisioni, appunto, irreparabili. Ma anche i fatti erano a nostro parere: MJ5 era stato sorpreso alle spalle, in un luogo isolato, di mattina molto presto, da un uomo accompagnato da un cane, fattore causa di grande stress per gli orsi e in generale per gli animali selvatici. Così nella vicenda di JJ4, con la tragica morte di Papi, l’orsa, accompagnata dai suoi cuccioli, si trovava in un luogo parimenti isolato e in una curva cieca. Non c’erano le condizioni per procedere né all’uccisione né alla cattura dei due orsi”.

Esulta invece la Lega per l’Abolizione della Caccia, Lac, che spiega come “le ordinanze del Tar chiariscono che bisogna sempre considerare una gradualità e proporzionalità tra le varie misure in base alla Direttiva Habitat, oltre all’abbattimento, per esempio, ci sono anche altre misure alternative: la cattura con il rilascio allo scopo di radiomarcaggio e spostamento, la cattura per la captivazione permanente, misure interdittive dell’area ecc. e queste misure non sono state preventivamente considerate dalla Provincia di Trento”.

Lac che, in un periodo di difficoltà per orsi e lupi, ricorda inoltre come “la tutela della biodiversità mediante la conservazione della fauna selvatica, come orsi e lupi, è di interesse comunitario, occorre quindi trovare soluzioni reali e condivise per la coesistenza uomo-orso in Trentino” e spiega che “il tema dell’orso continua a essere “gestito” più sul piano politico e demagogico che non su quello tecnico-scientifico e le responsabilità da parte della Provincia di Trento sono evidenziabili anche approfondendo la lettura del Pacobace che prevedevano azioni di prevenzione, comunicazione e informazione che in buona parte risultano inattuati”.

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