Diritti

Kenya: nuove ombre sui fatti di sangue nelle piantagioni di ananas

Dopo il ritrovamento di un cadavere continuano le indagini giornalistiche per svelare i metodi adottati da parte delle guardie della multinazionale Del Monte
Credit: Pineapple Supply Co. 

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12 dicembre 2023 Aggiornato alle 20:00

Nuove ombre sulle piantagioni della discordia.

Da tempo una inchiesta di The Guardian e Bureau of Investigative Journalism (Tbij) sta facendo luce su possibili brutali fatti, dalle aggressioni sino alle morti, avvenute nelle zone di alcune piantagioni di ananas del Kenya, fattorie che fanno capo alla multinazionale Del Monte.

Le accuse in particolare si riferiscono ai metodi utilizzati dalla sicurezza: spesso le guardie entrano infatti in conflitto che le persone che, anche per rubare ananas, varcano i confini delle proprietà.

Ora un ultimo caso, relativo a una piantagione vicino a Thika, è finito sotto l’attenzione di alcuni gruppi per i diritti umani che indagano sulla morte di un 25enne, Mutuku Mutisya, il cui corpo è stato trovato in una vicina diga il 17 novembre, alcuni giorni dopo la denuncia di scomparsa da parte di amici che avevano ammesso un possibile furto di ananas da parte del giovane.

Dopo l’inchiesta degli scorsi mesi la Del Monte si era impegnata a migliorare la sorveglianza e operare “per aderire ai più alti standard internazionali in materia di diritti umani” ma il ritrovamento del corpo riapre alla possibilità di abusi all’interno delle piantagioni.

Mentre dal medico locale (pagato da Del Monte) non sono usciti dettagli chiari sulla causa di morte, se non “l’annegamento”, altre perizie private parlano invece di possibili segni di lesione e “campanelli d’allarme” su mancanza di dati nelle relazioni post-mortem.

Del Monte ha fatto sapere di aver “collaborato pienamente con le autorità keniane durante l’indagine del mese scorso” e ha portato “sentite condoglianze alla famiglia”.

Nonostante ciò il caso è ora sotto indagine da parte della Commissione nazionale keniana per i diritti umani (Knhchr) e dell’organizzazione non governativa Kenya Human Rights Commission che intendono “lavorare diligentemente per scoprire la verità e scovare i responsabili di qualsiasi azioni illecite”.

Varie testimonianze, raccolte dal Guardian, parlano di brutali aggressione nei confronti dei giovani ladri di ananas che si sono spinti all’interno della proprietà.

Spesso si tratta di persone meno abbienti che varcano i confini nel tentativo di trovare cibo. Nei prossimi giorni sono attesi sviluppi dal punto di vista dell’indagine su uno dei tanti casi che riguardano le piantagioni di ananas in Kenya, territori dove secondo le inchieste giornalistiche degli ultimi mesi è stata registrata una pericolosa serie di eventi sanguinosi in qualche modo direttamente legati alle zone della produzione di ananas e agli spazi infiniti occupati dalle guardie della multinazionale statunitense.

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