Ambiente

Cop28: oggi la finanza climatica è protagonista

Gli Emirati lanciano il Global Climate Finance Centre e promettono 270 milioni di dollari di investimenti per la sostenibilità. La Prima Ministra delle Barbados: “tassare i servizi finanziari aiuta i Paesi più vulnerabili”
Credit: EPA/MARTIN DIVISEK  

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4 dicembre 2023 Aggiornato alle 14:30

Lo sappiamo bene: ogni anno, quello degli investimenti in finanza sostenibile è uno degli argomenti più caldi durante i negoziati.

È così soprattutto da quando, a Cop21, l’Accordo di Parigi ha assegnato proprio alla finanza per il clima un ruolo fondamentale, tanto in materia di mitigazione che di adattamento, esortando i Paesi sviluppati a raggiungere l’obiettivo di mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 per promuovere l’azione climatica nei Paesi in via di sviluppo. Un obiettivo stabilito per la prima volta nel 2010, a Cop16, ma mai concretizzatosi, e per questo slittato al 2025.

Nel frattempo, il processo di sviluppo del New Collective Quantified Goal (Ncqg) per la finanza climatica è stato avviato nel 2022, e dovrebbe concludersi alla fine del 2024.

«Il nuovo obiettivo sul finanziamento climatico è un’opportunità per ripristinare la fiducia nel cambiamento trasformativo che è necessario - per mobilitare e fornire finanziamenti in modo per rispondere alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo», aveva dichiarato il Segretario Unfccc Simon Stiell, in occasione dei negoziati intermedi di Bonn del giugno scorso.

Anche a Cop28, l’attenzione sulla finanza climatica è alle stelle, e proprio l’agenda di oggi, 4 dicembre, è stata dedicata a questo tema, al centro di numerosi panel tenutisi a Dubai in mattinata.

Nonostante le premesse non proprio rosee, durante, l’evento della Presidenza Global Climate Action Through Fostering Sustainable Finance, il governatore della banca centrale degli Emirati, Khaled Mohammed Balama Al Tameemi, ha parlato dell’importanza di rendere più green il settore finanziario. «Fondamentale finanziare la transizione energetica, predisponendo nuovi investimenti per progetti sostenibili senza dimenticarci di settori che sono più energivori», ha dichiarato.

Ingrediente essenziale per riuscire in questo obiettivo, la tecnologia, considerata dalla Presidenza degli Emirati (ma non solo) come panacea di tutti i mali. «Dobbiamo riconoscere il potere trasformativo dell’innovazione tecnologica, sfruttando il potenziale di strumenti come intelligenza artificiale e blockchain».

Dallo stesso palco, arriva anche un annuncio importante da Abdul Aziz Al Ghurair, capo della Uae Banks Federation, che ha annunciato la mobilitazione di 1 trilione di dirham (equivalente a 270 miliardi di dollari) entro il 2030, per sostenere progetti incentrati sulla sostenibilità ambientale e “rendere il settore finanziario centrale nel raggiungimento di un futuro più verde”:

Durante l’evento “Available, Accessible and Affordable: Towards a Climate Finance Architecture” Al Hussaini, ministro emiratino della finanza, ha ricordato come il 1 dicembre sia stato lanciato il Global Climate Finance Framework (Gcff), una Dichiarazione che ha visto il supporto di India, Francia, Kenya, Barbados, Uk, Usa, Germania, Ghana, Senegal e Colombia.

La nuova casa di questo framework sarà il Global Climate Finance Centre (Gcfc), che avrà sede presso l’Abu Dhabi Global Market, e che mira a superare le principali barriere che a oggi ostacolano i flussi di investimenti sostenibili, al fine di rendere la finanza climatica disponibile, più conveniente e accessibile. «Questo accordo getta le basi per una nuova architettura della finanza per il clima che si impegna per tutti», ha annunciato.

Il Gcff propone tre obiettivi principali: riacquisire la fiducia dei Paesi più vulnerabili, cogliere l’opportunità economica dell’azione climatica; provocare un impatto su larga scala. A questo proposito, secondo il ministro, i progressi già ottenuti in questi primi giorni di Cop28 sono evidenti: per il fondo Loss & Damage sono già stati promessi oltre 720 milioni di dollari e nuovi finanziamenti per un totale di 12 miliardi di dollari dovrebbero confluire nel Green Climate Fund.

Non meno importante la creazione di Altérra, il nuovo fondo di 30 miliardi che l’Uae ha promosso allo scopo di raggiungere 250 miliardi di dollari entro il 2030 a livello globale, e che è destinato a diventare il veicolo di investimento privato più grande al mondo per l’azione sul cambiamento climatico.

In tarda mattinata, altre buone notizie arrivano dal Dubai International Financial Centre (Difc), con il lancio della Sustainable Finance Catalyst, un’iniziativa che mira a canalizzare un flusso di capitale di 100 miliardi di dollari verso Dubai entro il 2030.

Con uno spirito meno ottimista, i Paesi più vulnerabili al cambiamento climatico che stanno già pagando a caro prezzo i costi del cambiamento climatico, sia in termine di vite umane che di perdite economiche, stanno spingendo per la creazione di nuovo fondo per la gestione degli eventi meteorologi estremi e la riduzione dei rischi.

Durante una conferenza stampa, a prendere la parola è Mia Mottley, Prima Ministra delle Barbados, diventata negli ultimi anni una voce prominente nelle discussioni globali sulla mobilitazione della finanza climatica come condicio sine qua non per la giustizia climatica. Chiedendo ai Paesi di superare una logica basata ancora su impegni volontari e appelli disperati e spesso inascoltati a organizzazioni di beneficenza e investitori privati, li ha poi esortati a prendere seriamente in considerazione l’imposizione di nuove tasse come una strategia efficace per aumentare il finanziamento climatico.

Come fa notare Mottley, si stima che oggi una tassa globale dello 0,1% sui servizi finanziari potrebbe generare fino a 420 miliardi di dollari, mentre è già noto che tassare del 5% gli utili globali di petrolio e gas nel 2022 avrebbe fruttato circa 200 miliardi di dollari.

“Se non abbiamo il coraggio di prendere decisioni urgenti, subiremo ciò che ogni genitore subisce: aspettative eccessive e l’incapacità di realizzarle”.

D’altra parte, i dati contenuti nel report Global Landscape on Climate Finance 2023, la panoramica più completa sugli investimenti in finanza climatica frutto del lavoro di Climate Policy Initiative, non fanno ben sperare.

Basti pensare che i flussi attuali rappresentano appena l’1% del Pil globale, e che per evitare gli impatti peggiori del cambiamento climatico il volume totale dei finanziamenti dovrebbe quintuplicare nel più breve tempo possibile.

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