Ambiente

Cop28: cosa prevede l’accordo tra Emirati e Bill Gates sul nucleare

Il patto tra la compagnia statale Emirates Nuclear Energy Corporation e l’azienda americana TerraPower prevede studi approfonditi sui traveling wave reactor (Twr) negli Emirati stessi e all’estero
Credit: EPA/MARTIN DIVISEK  

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4 dicembre 2023 Aggiornato alle 20:00

La Cop28 vede un prepotente ritorno sul tavolo del tema del nucleare, visto come una delle possibili soluzioni ai cambiamenti climatici.

Ventidue Paesi hanno chiesto di triplicare la produzione di energia atomica entro il 2050 per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette. Tra loro sono in prima fila gli Stati Uniti, la Francia e anche gli Emirati Arabi Uniti, che a margine della Conferenza delle Nazioni Unite ospitata a Dubai hanno anche firmato un accordo con la società TerraPower Llc di Bill Gates specializzata nei reattori avanzati.

Il patto tra la compagnia statale Emirates Nuclear Energy Corporation (Enec) e l’azienda americana prevede così studi approfonditi sul potenziale di reattori piccoli e veloci chiamati traveling wave reactor (Twr) negli Emirati stessi e all’estero. Tra i nodi da perfezionare c’è inoltre le modalità di stoccaggio dell’energia lungo la rete.

È quindi conclamata l’intenzione di spingere l’acceleratore sull’energia atomica, che i promotori dell’intesa definiscono pulita e capace di contribuire alla lotta alla decarbonizzazione e alle emissioni di gas serra, accanto alle fonti rinnovabili. In generale la missione della compagnia statunitense è proprio realizzare tecnologie per fornire energia priva di carbonio e al contempo definire processi per estrarre radioisotopi a fini medici.

Per quanto concerne il loro progetto legato al nucleare, al momento il tallone d’Achille dell’operazione è rappresentato dal fatto che i reattori di TerraPower, per poter funzionare, necessitano di rifornimenti di un combustibile a base di uranio arricchito a basso dosaggio (High-Assay Low-Enriched Uranium). Il problema è che il maggior produttore mondiale di questo “carburante” attualmente è la Russia, coinvolta nella guerra ucraina.

La società del papà di Microsoft, però, ha dichiarato a Reuters che gli Stati Uniti stanno già lavorando per essere in grado di produrre quel combustibile nel prossimo decennio, o perlomeno questo è quello che si aspettano di riuscire a fare.

Ad ogni modo sembra proprio che la Cop28 di Dubai sia stata foriera di molteplici accordi tra Bill Gates e il Paese padrone di casa. La Fondazione del magnate dell’informatica, creata insieme all’ex moglie Melinda French, ha appena annunciato in pompa magna un’altra partnership con gli Emirati «per accelerare l’azione sul clima e rafforzare i sistemi alimentari attraverso investimenti nell’innovazione agricola».

La Fondazione chiede infatti ai donatori di sostenere gli investimenti della rete globale di ricerca agricola Cgiar per il periodo 2025-2027 allo scopo di raggiungere 500 milioni di coltivatori entro il 2030 e ridurre le emissioni del settore di un gigatone all’anno.

L’obiettivo annunciato è sviluppare le innovazioni che aiuteranno i piccoli agricoltori dell’Africa subsahariana e dell’Asia meridionale a rafforzare la loro resilienza e ad adattarsi ai cambiamenti climatici. Insieme, le due parti hanno assunto nuovi impegni per un totale di 200 milioni di dollari in risposta alle minacce immediate e a lungo termine alla sicurezza alimentare e alla nutrizione, provocate dal climate change.

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