Diritti

Comunicare oltre gli stereotipi di genere: la guida

Cosa dire, cosa evitare, miti da sfatare: la lotta a violenza e pregiudizi parte dalla narrazione. Serena Fiorletta di Aidos ha parlato a La Svolta della brochure rivolta a giornalisti e professionisti della comunicazione
SHVETS production  
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5 dicembre 2023 Aggiornato alle 17:00

Abuso sessuale o stupro? Provita o antiscelta? Outing o coming out? L’avvocato donna o l’avvocata? Quando si parla o si scrive di questioni di genere bisogna scegliere le parole giuste, soprattutto quando la comunicazione si focalizza su casi che hanno a che fare con la violenza di genere. Il racconto fatto dai media nelle ultime settimane dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin è solo uno degli esempi di cattiva informazione.

A portare l’attenzione sul modo in cui si comunica e a sottolineare la necessità di chiamare le cose con il loro nome – perché nominare significa far esistere – è l’Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo (Aidos) che ha pubblicato la brochure Comunicare oltre gli stereotipi, una guida per il contrasto e la decostruzione degli stereotipi di genere.

Progetto Poster, per chi vuole superare gli stereotipi

Aidos lavora da oltre quarant’anni alla realizzazione di progetti che hanno al centro i diritti di donne e ragazze e nel corso degli anni si è sempre occupata di stereotipi e violenza di genere. Lo ha fatto, per esempio, con la guida Mind the gap, sugli stereotipi di genere in ambito educativo. Quest’anno, il focus è sulla comunicazione.

«È una guida pensata per chi scrive, per chi fa radio o tv, quindi per giornaliste e giornalisti, ma anche per esperte di comunicazione, ma pensiamo possa essere utile anche a chi non è strettamente legato al mondo della comunicazione», spiega a La Svolta Serena Fiorletta, responsabile comunicazione di Aidos.

Questa brochure fa parte di “Poster - Pratiche oltre gli stereotipi”, un progetto più ampio iniziato a maggio e che andrà avanti fino a giugno 2026. Le attività di questo progetto si svolgeranno tutte in Italia «perché pensiamo ce ne sia profondamente bisogno. Lo scopo è promuovere l’uguaglianza di genere, il contrasto alla violenza e rafforzando anche la consapevolezza della società civile», dice Fiorletta.

Tra i percorsi che Aidos si propone di sviluppare ci sono workshop per studentesse e studenti, per professioniste e professionisti dei media, per insegnanti e che cercano di coinvolgere anche altre figure del personale educativo. Il focus sarà sugli stereotipi di genere, il loro impatto e come superarli facendo qualcosa di concreto.

Come raccontare la violenza di genere

«Comunicare oltre gli stereotipi» - dice Fiorletta - «è un primo passo: ci sono degli esempi pratici su cosa dire, cose evitare, ci sono delle checklist che possono aiutare il lavoro giornalistico e poi ci sono anche delle delle pagine in cui si sfatano alcuni dei miti più comuni». La brochure è divisa in 4 sezioni tematiche: violenza di genere, aborto e salute riproduttiva, diritti delle persone Lgbtqai+ e gli stereotipi di genere sulle donne nella sfera pubblica. Per ciascuno degli argomenti trattati, il vademecum riporta un elenco di risorse online da consultare e rimanda ad altre associazioni da contattare per reperire ulteriori informazioni.

«Il problema della violenza di genere è sociale e culturale, non è un’emergenza ma nella società patriarcale è sistemico. Si possono mettere in atto tutta una serie di azioni e soprattutto si può fare tanta prevenzione. Anche per scardinare queste dinamiche abbiamo deciso di lavorare sugli stereotipi», afferma Fiorletta. La guida è stata pubblicata il 26 novembre: «Abbiamo deciso di lanciarla il giorno successivo alla giornata mondiale contro la violenza di genere per mantenere alta l’attenzione», precisa Fiorletta.

La guida è stata scritta da Valentina Fanelli e Serena Fiorletta in collaborazione con Comunicattive | Comunicazione di un certo genere, un’agenzia di comunicazione femminista. Alla brochure hanno contribuito anche altre persone esperte e attivistǝ che lavorano su questi temi, come Eleonora Cirant, Barbara Leda Kenny, Barbara Bonomi Romagnoli, Fau Rosati, Lud Sciannamblo.

Fare formazione capillare

Tanta violenza si annida nel modo in cui parliamo e scriviamo e i media contribuiscono a perpetuare e rafforzare gli stereotipi di genere, ma possono anche essere – grazie a una formazione adeguata – promotori del cambiamento. Aidos è convinta che percorsi capillari di formazione possono aiutare a decostruire i pregiudizi. Secondo Fiorletta infatti «è importante che le giornaliste si organizzino e facciano formazione alle proprie colleghe e colleghi che non sono abbastanza preparati sui temi della violenza di genere. Però serve anche un’alleanza con altre realtà, con la società civile, le università». I prossimi step del progetto, infatti, prevedono degli incontri formativi in scuole, università e redazioni.

Fiorletta immagina e si auspica che da oggi Comunicare oltre gli stereotipi sarà sulle scrivanie e nei pc di giornalisti e giornaliste; una guida pronta per essere consultata all’occorrenza. Una brochure che «vuole essere agile e non esaustiva, un primo passo. Cambiare il linguaggio è un percorso lento», conclude Fiorletta.

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