Ambiente

Cop28: il sultano Al Jaber sfrutta l’evento per accordi petroliferi?

Documenti scoperti dal Center for Climate Reporting e rivelati dalla Bbc mostrano che il Presidente della Conferenza delle Parti a Dubai mira a ricavare vantaggi per la sua compagnia petrolifera
Credit: Beata Zawrzel/ZUMA Press Wire
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29 novembre 2023 Aggiornato alle 14:00

Gli Emirati Arabi si preparano a ospitare i colloqui sul clima delle Nazioni Unite ma, secondo alcuni documenti scoperti dal Center for Climate Reporting e pubblicati dalla Bbc, anziché favorire l’abbandono dei combustibili fossili, la presidenza della Cop28 avrebbe intenzione di discutere nuovi accordi sulla vendita di petrolio e gas proprio durante il più importante evento globale dedicato ad affrontare il cambiamento climatico.

I documenti trapelati sono stati redatti dallo staff del sultano Al Jaber, Presidente della Cop28 e Amministratore delegato della compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi, Adnoc, che da sola fornisce circa il 3% del petrolio mondiale.

Secondo l’analisi, il Paese avrebbe intenzione di sfruttare la propria posizione per fare affari con 13 partner commerciali, tra cui Australia, Canada, Cina, Germania, Egitto e Mozambico.

Lo staff di Al Jaber avrebbe anche preparato alcuni punti di discussione sulle opportunità commerciali della società statale di energia rinnovabile Masdar (anch’essa di proprietà di Al Jaber) in vista degli incontri con 20 Paesi, tra cui Arabia Saudita, Brasile, Cina, Egitto, Francia, Germania, Kenya, Olanda, Regno Unito e Stati Uniti.

Incontrare i rappresentanti dei governi stranieri è una delle responsabilità principali dei presidenti della Cop. Tuttavia questi incontri dovrebbero avvenire secondo standard precisi di imparzialità, come stabilito dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfcc).

Il compito del presidente della Cop dovrebbe essere inoltre quello di incoraggiare i Paesi a essere il più ambiziosi possibile nei loro sforzi per ridurre le emissioni.

Gli attivisti per il clima hanno sollevato da tempo preoccupazioni riguardo al conflitto di interessi sui combustibili fossili da parte di Al Jaber in occasione dei colloqui di Dubai.

Ma prima che i documenti riservati venissero pubblicati, lo staff della Cop28 ha ripetutamente negato le accuse di influenza indebita da parte della compagnia petrolifera dello sceicco. A settembre, un portavoce ha sostenuto al Center for Climate Reporting che “lo staff della Cop28 è separato da qualsiasi altra entità” e che “le operazioni della presidenza sono completamente indipendenti e autonome”.

Dopo che i documenti sono stati resi noti, alcuni informatori hanno confermato al Center for Climate Reporting le indiscrezioni sul ruolo di Adnoc all’interno dei colloqui sul clima emerse dagli stessi documenti riservati, nonché l’esistenza di attività diplomatiche con i governi dei Paesi partecipanti alla Cop28 portate avanti da stretti collaboratori d’affari di Al Jaber.

Anche le mail interne visionate dal Center supportano le accuse secondo cui i vertici della Cop28 sono in contatto regolare con i dipendenti delle compagnie petrolifere.

Adnoc e altre compagnie petrolifere avrebbero in particolare indirizzato alcune proposte commerciali a Paesi specifici su richiesta del team che gestisce i colloqui sul clima di Dubai. Dalla Cop28, finora, sono arrivate però solo smentite.

Un portavoce ha fatto sapere che i documenti citati dalla Bbc “sono imprecisi e non sono stati utilizzati dalla Cop28 nelle riunioni” commentando che “è estremamente deludente vedere la Bbc utilizzare documenti non verificati”.

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