Diritti

Il Ddl contro gli abusi di genere in discussione al Senato

Approvate il 26 ottobre alla Camera, le Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica puntano a rafforzare le norme già in vigore che compongono il Codice Rosso
Credit: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
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22 novembre 2023 Aggiornato alle 13:00

Era già nel cassetto da tempo ma ora, dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin e in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, i tempi per l’entrata in vigore ufficiale del Disegno di legge contro la violenza di genere si sono accorciati.

Già approvato il 26 ottobre 2023 alla Camera, è arrivato oggi al Senato per l’ok definitivo, avvenuto senza intoppi e con l’apporto di tutte le forze politiche. Intitolato ufficialmente Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica, il Ddl dei ministri Roccella, Piantedosi e Nordio punta al rafforzamento delle discipline già in vigore, che compongono il cosiddetto Codice Rosso.

19 gli articoli complessivi.

1. Rafforzamento delle misure in tema di ammonimento e di informazione alle vittime.

2. Potenziamento delle misure di prevenzione.

3. Misure in materia di formazione dei ruoli di udienza e trattazione dei processi.

4. Trattazione spedita degli affari nella fase cautelare.

5. Disposizioni in materia di attribuzioni del Procuratore della Repubblica.

6. Iniziative formative in materia di contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica.

7. Termini per la valutazione delle esigenze cautelari.

8. Rilevazione dei termini.

9. Modifiche relative agli effetti della violazione degli ordini di protezione contro gli abusi familiari.

10. Arresto in flagranza differita.

11. Disposizioni in materia di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare.

12. Rafforzamento delle misure cautelari e dell’uso del braccialetto elettronico.

13. Ulteriori disposizioni in materia di misure cautelari coercitive.

14. Disposizioni in materia di informazioni alla persona offesa dal reato e di obblighi di comunicazione.

15. Disposizioni in materia di sospensione condizionale della pena.

16. Modifiche all’articolo 13 della legge 7 luglio 2016, n. 122, in materia di indennizzo in favore delle vittime di reati intenzionali violenti.

17. Provvisionale a titolo di ristoro anticipato a favore delle vittime o degli aventi diritto.

18. Riconoscimento e attività degli enti e delle associazioni organizzatori di percorsi di recupero destinati agli autori di reato.

19. Clausola di invarianza finanziaria.

I punti più importanti, sui quali anche a livello comunicativo il Governo sembra puntare particolarmente per dare un segnale forte di impegno al contrasto alla violenza di genere, sono prima di tutto quelli che riguardano il rafforzamento degli strumenti di prevenzione, ovvero ammonimento del Questore, utilizzo del braccialetto elettronico, distanza minima di avvicinamento e vigilanza dinamica. Questi strumenti saranno applicate ai cosiddetti “reati spia”, ovvero a tutte quelle azioni indicatrici di violenza di genere come stalking, violenza fisica e psicologica, verbale, economica o altro, e che potrebbero degenerare in un femminicidio se non si interviene per tempo.

Sempre con l’obiettivo primario di giocare d’anticipo, sono previsti tempi il più possibile rapidi per la valutazione del rischio da parte della magistratura e per la conseguente eventuale applicazione delle misure preventive e cautelari nei confronti dei violenti.

Vira in questa direzione anche l’arresto in flagranza differita, che consente di arrestare entro 36 ore dall’evento delittuoso l’autore di un’azione penale scoperto attraverso strumenti di video sorveglianza come telecamere di sicurezza o fotografie.

Il tema della denuncia tempestiva è cruciale nel contrasto alla violenza di genere ma non sempre le donne vengono credute o le loro parole percepite e intese in base alla reale gravità dell’accaduto; questo, in molti casi, ritarda o impedisce del tutto che le misure cautelari vengano messe in atto.

Per questo, nel Ddl sono inserite azioni formative specifiche per i magistrati e per tutti gli operatori che entrano in contatto con le vittime, in modo che siano in grado di farlo nel miglior modo possibile, occupandosi anche del dopo, come prevede un altro punto del testo che parla di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare anche fuori dei casi di flagranza. Una misura fondamentale per evitare che vittima e abuser condividano lo stesso spazio domestico anche dopo una denuncia.

Nonostante Giorgia Meloni abbia espresso grande soddisfazione per un pacchetto di misure «di tutela delle donne in pericolo», dall’opposizione non sono mancate critiche. In particolare, secondo Elly Schlein, il Ddl sarebbe incompleto perché «non prevede la parte di prevenzione che passa dall’educazione all’affettività e dal rispetto delle differenze nelle scuole». La segretaria del Pd nei giorni scorsi aveva già espresso questo concetto, chiedendo a Meloni di collaborare insieme proprio all’approvazione in Parlamento di una legge che introduca lo studio di queste materie negli Istituti scolastici.

Proposta al momento non accolta ma alla quale la Premier risponderà con la presentazione, insieme ai ministri delle Pari Opportunità e della Famiglia, della Cultura e dell’Istruzione, di una campagna di sensibilizzazione rivolta alle scuole superiori che consisterà, tra le altre cose, in 12 incontri in 1 anno in orario extracurricolare. Nello specifico, ci sarà 1 ora a settimana di educazione alle relazioni per 3 mesi, durante le quali gli studenti seduti in circolo saranno divisi in gruppi di discussione e auto consapevolezza, con un docente al centro a fare da moderatore, e il supporto occasionale di psicologi, avvocati, assistenti sociali e organizzazioni attive nel contrasto alla violenza di genere. Previsto anche il coinvolgimento di testimonial vicini ai giovani come influencer, cantanti e attori.

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