Ambiente

Ecomondo: i satelliti sono validi alleati contro la crisi climatica

In occasione della fiera di Rimini dedicata alla sostenibilità, si è parlato di come i dati provenienti dallo spazio supportano i soccorsi durante le emergenze meteo, con focus sulle alluvioni in Emilia-Romagna
Miravalle vista dal satellite dopo l’alluvione
Miravalle vista dal satellite dopo l’alluvione Credit: Foto Planet
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
10 novembre 2023 Aggiornato alle 15:00

Che ruolo possono avere i satelliti nella lotta al cambiamento climatico? Se ne è parlato ieri, 9 novembre, a Ecomondo, la fiera internazionale dedicata all’ambiente e all’economia circolare. Al convegno I dati satellitari e climatici: assetti critici (o strategici) per monitorare e prevenire i cambiamenti climatici, moderato da Gino Bucciol, Officina Stellare S.p.A. (TBC), sono intervenuti Laura Candela dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giuseppe Forenza di Planetek, Attilio Castellarin dell’Università di Bologna e Marco Pizziolo del Settore Difesa del Territorio Regione Emilia-Romagna.

Un incontro durato 2 ore per provare a raccontare quanto i dati climatici e satellitari possano rivelarsi importanti nella comprensione del climate change e nella formulazione di strategie per rallentarlo. Sono infatti una risorsa preziosa non solo per la comunità scientifica, ma anche per le istituzioni e le organizzazioni che cercano di affrontare le sfide che pone la crisi del clima

Dalle missioni spaziali per l’osservazione delle Terra all’impiego dei satelliti per comprendere, monitorare e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, fino al machine learning e ai dati satellitari a supporto della gestione dell’emergenza per le alluvioni nel maggio 2023 in Emilia Romagna.

I dati climatici e satellitari sono infatti strumenti chiave nella comprensione dei cambiamenti climatici e nella formulazione di strategie per contenerli. La prima immagine della Terra dallo spazio venne scattata nel 1946, da una fotocamera a bordo di un razzo V-2 lanciato nel deserto del New Mexico. Il mitico Sputnik, il primo satellite, partì invece nel 1957, e finì per rappresentare un’importante vittoria dell’Unione Sovietica negli anni della guerra. Ma il primo vero satellite lanciato per l’osservazione del Pianeta (in particolare, per il monitoraggio delle nubi) fu l’americano Vanguard 2.

Le immagini che catturano il globo verde-azzurro che abitiamo non possono non affascinarci, ma negli anni sono stati compiuti notevoli passi in avanti, come ha spiegato Marco Pizziolo, tanto che la Protezione Civile li utilizza per supportare la pianificazione delle azioni sui territori colpiti da catastrofi naturali, come nel caso dell’Emilia-Romagna.

Il 16 maggio la Protezione Civile ha coinvolto l’Agenzia Spaziale Italiana – Asi (centro di competenza del Dipartimento Protezione Civile) richiedendo immagini acquisite dalla costellazione satellitare Cosmo-SkyMed sui territori interessati. Le acquisizioni si sono svolte secondo un piano definito quotidianamente in base all’evolversi della situazione. In sostanza, venivano individuate le aree specifiche da monitorare e si elaboravano le immagini ottenute per trasformarle in “mappe di cambiamento”.

Il confronto fra le diverse immagini acquisite in momenti e giorni differenti permetteva di tracciare i cambiamenti che interessavano le aree colpite dalle alluvioni. Per esempio, nelle ore immediatamente successive agli eventi atmosferici, le mappe hanno consentito di identificare le aree più colpite. Così facendo, il comitato operativo attivato dal Dipartimento di Protezione Civile ha potuto ripartire le risorse disponibili sul territorio in base all’urgenza dell’intervento e concentrare le squadre di pompaggio e le idrovore, nelle zone in cui il riassorbimento delle acque risultava più lento.

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