Ambiente

Guuud Niuuuz: i bisonti salveranno gli ecosistemi (e altre cose belle)

Ogni settimana, 4 buone notizie green dal mondo che forse non conoscevi: per essere più “eco” e meno “ego”
Credit: Ramon Buçard

Oggi la crisi climatica-ambientale è una delle più gravi minacce e da tempo le istituzioni scientifiche e le organizzazioni ambientaliste lanciano allarmi sulle condizioni degli ecosistemi globali.

L’aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento chimico e la perdita di biodiversità presentano dati e trend in peggioramento. Esistono, tuttavia, anche progetti, piani di mitigazione e notizie positive che spesso passano in secondo piano.

Se vuoi scoprire le belle notizie d’ambiente (dall’Italia e dal mondo), questa è la rubrica che fa per te.

I bisonti aiuteranno l’ecosistema

Il bisonte, uno degli animali più famosi e significativi degli Stati Uniti, potrebbe giocare un ruolo importante nel contrastare la crisi ambientale. Per lungo tempo, quasi 150 anni, era praticamente scomparso dalle praterie americane come quelle presenti nello Stato del Montana, sostituito dalle mandrie di mucche.

Ma di fronte all’incedere della siccità causata dal cambiamento climatico, le tribù locali e le organizzazioni ambientaliste hanno iniziato a reinserire il mammifero durante l’estate del 2023. L’importanza del bisonte deriva dal fatto che con il suo comportamento può rafforzare la tutela della biodiversità proteggendo le fonti d’acqua.

«Non c’è dubbio che il pascolo dei bisonti tutto l’anno fa bene al paesaggio» ha affermato Hila Shamon, ricercatrice ecologica presso lo Smithsonian’s National Zoo and Conservation Biology Institute. I nuovi bisonti verranno progressivamente prelevati dal Parco Nazionale di Yellowstone, per essere poi distribuiti nelle terre dove un tempo erano dominanti.

Svalbard: dal carbone alla natura

Dalla fonte più inquinante del mondo al pieno recupero dell’area naturale. Questo è il progetto in corso nelle isole Svalbard, in Norvegia, che prevede la rigenerazione dell’habitat intorno alla miniera di carbone Svea che ha operato per un secolo producendo milioni di tonnellate di carbone.

«Siamo impegnati a preservare quanto più possibile della natura selvaggia delle Svalbard. E quando abbiamo adibito un’area ad attività industriali e non la usiamo più, pensiamo che al giorno d’oggi bisogna cercare di restituire alla natura l’area com’era in origine» ha dichiarato l’ex ministro dell’Ambiente norvegese Espen Barth Eide.

L’area mineraria verrà bonificata con i fondi statali del Governo, pari a circa 1,6 miliardi di corone norvegesi (1,35 milioni di euro), rendendo l’operazione il più grande progetto di ripristino naturale mai realizzato nel Paese. Altre 7 miniere sulle colline di Longyearbyen sono state progressivamente chiuse e l’ultima cesserà di operare nel 2025.

Il successo ecologico di Essen

La città tedesca di Essen, situata nella zona industriale della Ruhr, è diventata un esempio d’eccellenza per le riconversioni delle vecchie aree inquinate, tanto da essere definita la capitale verde europea del 2017. «Lo sviluppo verde-urbano ha agito come forza trainante a Essen negli ultimi 10 anni» ha spiegato Simone Raskob, supervisore della riconversione tramite le soluzioni blue/green, che prevedono progetti incentrati sull’acqua e sul suolo.

In questo modo è stato possibile trasformare il vecchio complesso dello Zollverein, che era il più grande impianto di produzione di carbone e coke del mondo, in un importante eco-parco facente parte del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

«Lo Zollverein è un modello per la trasformazione strutturale non solo di Essen, ma dell’intera regione della Ruhr. Dimostra nettamente che tutto è possibile: dall’estrazione del carbone alla protezione del clima, alla cultura» ha sottolineato Hanna Lohmann, addetta stampa della Zollverein Foundation.

Una nuova tecnica per salvare i coralli

L’acidificazione degli oceani, alimentata dall’aumento delle temperature globali, sta ponendo enormi problemi per le barriere coralline che stanno lentamente scomparendo, minacciando a loro volta la biodiversità marina.

Per contrastare questo fenomeno, diversi team di ricerca hanno iniziato negli ultimi 2 decenni a conservare i coralli congelandoli a temperature fino a -196 gradi, sperando di poterli ripristinare in futuro per farli crescere nelle barriere colpite dallo sbiancamento.

Grazie agli ultimi progressi scientifici la National Sun Yat-sen University di Taiwan è riuscita a far crescere con successo coralli adulti derivati da larve crioconservate.

Il prossimo passo sarà aumentarne la longevità per rendere pratico il ripristino su larga scala della barriera corallina. «Dobbiamo ancora migliorare. Ma questa è già una storia di successo» ha affermato Arah Narida del team di ricerca.

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