Ambiente

I Paesi Onu dicono stop all’inquinamento da plastica

Un importante passo avanti nella battaglia del celebre derivato petrolifero. In Kenya, i rappresentanti di 175 nazioni hanno approvato una risoluzione storica che, dal 2024, promette di riscrivere le regole globali legate ai danni di questo materiale
Tempo di lettura 4 min lettura
3 marzo 2022 Aggiornato alle 19:30

Uno storico ed enorme passo avanti per cercare di risolvere il problema dell’inquinamento da plastica nel mondo. Per la prima volta nella storia si sta seriamente parlando di finalizzare un trattato internazionale che sia giuridicamente vincolante entro il 2024: significa porre le basi per divieti e regole concrete, e non più prive di vincoli, sui rifiuti plastici.

Per ora siamo ancora in una fase iniziale, ma quando è stata “battuta” con un simbolico martello imbottito di plastica la fine della seduta della quinta sessione dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente a Nairobi, il senso che i delegati si sono portati dietro è quello di una svolta.

Nella sessione UNEA guidata dall’Unep che si è svolta in Kenya erano presenti capi di Stato, ministri dell’ambiente e altri rappresentanti di 175 nazioni le quali, alla fine, hanno approvato le linee di un accordo che affronta l’intero ciclo di vita della plastica dalla fonte sino al mare.

Nel mondo la produzione di plastica è aumentata in modo esponenziale negli ultimi decenni e ora ammonta a circa 400 milioni di tonnellate all’anno , cifra che secondo diversi studi è destinata a raddoppiare in meno di 20 anni.

Ecco perché l’idea di unire gli sforzi dei paesi internazionali, tramite un trattato condiviso e vincolante, secondo Inger Andersen, direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), è il più importante accordo ambientale multilaterale internazionale dai tempi dell’accordo di Parigi sul clima e si tratta di un «trionfo del pianeta Terra sulla plastica monouso».

Il trattato, che deve essere sviluppato nei suoi dettagli, include però due anni (sino al 2024) prima della sua applicazione in cui poco o nulla in termini di inquinamento potrebbe cambiare, e questo fattore resta preoccupante. Fra i punti chiave ci sono la volontà di controllare l’intero ciclo della plastica con un focus particolare sulla produzione di plastica vergine e monouso, ma anche la riprogettazione dei prodotti e l’istituzione di un comitato di negoziazione intergovernativo, incaricato di redigere e ratificare il trattato che entrerà poi in funzione.

All’interno della risoluzione c’è anche l’importante volontà di riconoscere i raccoglitori di rifiuti di tutto il mondo e il ruolo delle popolazioni indigene in questa battaglia. È la prima volta che questi lavoratori sottopagati nei Paesi in via di sviluppo che cercano plastica riciclabile e altri beni, vengono riconosciuti in una risoluzione ambientale.

«Ci troviamo a un bivio nella storia in quanto decisioni ambiziose prese oggi possono impedire che l’inquinamento da plastica contribuisca al collasso dell’ecosistema del nostro Pianeta» ha affermato Marco Lambertini, direttore generale del WWF International. «Ma il nostro lavoro - aggiunge - è tutt’altro che finito: ora i leader mondiali devono mostrare ancora più determinazione nello sviluppo e nell’attuazione di un trattato che affronti la nostra attuale crisi dell’inquinamento da plastica e consenta una transizione efficace verso un’economia circolare per la plastica».

Uno dei problemi generali relativi all’inquinamento da plastica, esattamente come per la crisi climatica, è le disuguaglianze che crea. Si stima che il consumo di plastica nei Paesi sviluppati sia per esempio 2,5 volte superiore a livello pro capite rispetto ai Paesi in via di sviluppo.

Questo significa che uno sforzo maggiore deve arrivare dai Paesi più ricchi, motivo per cui il trattato sarà accompagnato da un supporto finanziario e tecnico, con un fondo dedicato in cui dovranno essere coinvolti le economie più importanti. La preoccupazione legata all’inquinamento da plastica che soffoca oceani e ambiente è ormai comune in tutto il mondo: sono già oltre 60 i Paesi che hanno già implementato divieti sugli imballaggi in plastica e sui rifiuti monouso, volti a ridurre l’uso e migliorare la gestione dei rifiuti.

Il nuovo trattato avrà il compito di accrescere sempre di più politiche di questo tipo rendendo la battaglia all’inquinamento da plastica più efficace grazie a strumenti internazionali giuridici e vincolanti.

Leggi anche
Ambiente
di Chiara Manetti 2 min lettura
summit
di Giacomo Talignani 4 min lettura