Ambiente

L’appello degli scienziati all’Oms: “Dichiarate l’emergenza sanitaria globale”

Oltre 200 riviste mediche scientifiche chiedono all’Organizzazione Mondiale della Sanità di affrontare i cambiamenti climatici e la crisi della natura come un’unica emergenza sanitaria mondiale
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27 ottobre 2023 Aggiornato alle 08:00

Non solo corrono parallele, ma sono strettamente collegate. Ecco perché non possiamo più considerare la crisi del clima e l’emergenza sanitaria globale due problemi distinti, ma al contrario due criticità che fanno parte dello stesso problema.

Questa richiesta, quella di smetterla di tentare di rispondere alla crisi climatica e a quella della biodiversità e della salute come se fossero crisi distinte, è quella che 200 prestigiose riviste mediche scientifiche di tutto il mondo fanno all’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Riviste come The Lancet, Bmj, East African Medical Journal, National Medical Journal of India, Dubai Medical Journal o il Medical Journal of Australia hanno infatti deciso di pubblicare contemporaneamente un editoriale collettivo per spingere l’Oms a dichiarare l’emergenza sanitaria globale e considerare le due crisi come parti dello stesso problema.

Gli scienziati scrivono che si sta commettendo un “pericoloso errore” a rispondere alla crisi climatica e a quella della biodiversità come se fossero separate perché la salute umana è danneggiata direttamente sia dalla crisi climatica che da quella della natura.

Inoltre, precisano gli esperti, sono le comunità più povere e vulnerabili che spesso ne pagano il prezzo maggiore, dall’Africa sino all’America Latina.

L’invito è rivolto ai leader mondiali e agli esperti di salute affinché riconoscano che il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità fanno parte di un’unica crisi indivisibile e, per preservare la salute dei popoli, devono essere affrontate insieme.

“L’aumento delle temperature, gli eventi meteorologici estremi, l’inquinamento atmosferico e la diffusione di malattie infettive, aggravate dai cambiamenti climatici, sono alcune delle principali minacce per la salute” precisano gli esperti ricordando come “l’accesso all’acqua potabile, per esempio, è fondamentale per la salute umana, eppure l’inquinamento ha peggiorato la qualità dell’acqua causando un aumento delle malattie trasmesse dall’acqua, mentre l’acidificazione degli oceani ha ridotto la qualità e la quantità dei frutti di mare su cui miliardi di persone fanno affidamento per il cibo e il proprio sostentamento”.

Non solo, anche la perdita di biodiversità compromette l’alimentazione, limita la scoperta di nuovi farmaci naturali, così come parallelamente le azioni dell’uomo, quelle che hanno innescato attraverso le emissioni la crisi del clima, oggi portano a un maggiore sfruttamento dei suoli costringendo sempre più specie a entrare in contatto con noi, “aumentando lo scambio di agenti patogeni e la comparsa di nuove malattie e pandemie”.

Anche in vista dell’imminente Cop28 di Dubai, i ricercatori ricordano poi che nel dicembre 2022 la Conferenza sulla biodiversità (Cop15) ha raggiunto un accordo per la conservazione e la gestione efficace di almeno il 30% della terra, delle aree costiere e degli oceani del mondo entro il 2030, ma secondo i firmatari “gli scienziati del clima e della natura che forniscono le prove per le Cop continuano a lavorare troppo separatamente e molti impegni non sono stati rispettati”.

“Tutto ciò ha permesso di spingere gli ecosistemi sempre più sull’orlo del baratro, aumentando notevolmente il rischio di rotture nel funzionamento della natura”, avvertono ancora i ricercatori.

“Anche se riuscissimo a mantenere il riscaldamento globale al di sotto di un aumento di 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali, potremmo comunque causare danni catastrofici alla salute distruggendo la natura”.

Per tutti questi motivi gli esperti ribadiscono che “l’Organizzazione Mondiale della Sanità dovrebbe dichiarare la crisi indivisibile del clima e della natura come un’emergenza sanitaria globale, prima o durante l’Assemblea Mondiale della Sanità del maggio 2024”.

Infine, va ricordato che gli editor delle riviste hanno sostenuto una petizione che chiede all’Oms proprio di dichiarare un’emergenza sanitaria globale.

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