Ambiente

Uk: le multinazionali del fossile continuano a finanziare le università

Un report di DeSmog indica che dal 2022 sono stati elargiti fondi per 40,4 milioni di sterline ad almeno 44 università nel Regno Unito. Fra i finanziatori anche Eni
Credit: Graeme Robertson/Getty Images
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9 ottobre 2023 Aggiornato alle 12:30

In questi giorni in Italia, come altrove, migliaia di giovani sono scesi in piazza per protestare contro l’inazione dei governi nell’affrontare la lotta alla crisi climatica.

Ragazze e ragazzi che - seguendo la scienza - ribadiscono un concetto: l’attuale emergenza del clima è dovuta soprattutto dalle emissioni che l’uomo ha causato attraverso l’uso dei combustibili fossili.

Di fatto, lottano affinché avvenga una reale decarbonizzazione nel mondo, in maniera da garantire loro un futuro e non un mondo ulteriormente bollente.

Per paradosso, però, lo stesso “futuro”, inteso come formazione e opportunità universitarie, in Gran Bretagna continua a essere finanziato proprio attraverso le imprese di combustibili fossili.

Il Guardian dà notizia che le università della Gran Bretagna nel 2022 hanno ricevuto ben 40 milioni di sterline di finanziamenti dalle aziende del fossile, nonostante sia dai giovani sia da enti universitari fosse stato chiesto da tempo lo stop alle sovvenzioni provenienti dalle aziende inquinanti.

Le stesse istituzioni universitarie si erano a più riprese impegnate a non ricevere fondi dai giganti dell’Oil & Gas - che ogni anno fanno miliardi di extra profitti - ma ciò continua ad avvenire.

Secondo le fonti citate dal sito DeSmog e riportate dal quotidiano inglese, sono circa 40,4 i milioni di sterline finanziati in accordi di ricerca, tasse universitarie, borse di studio, sovvenzioni e spese di consulenza e promessi a 44 università del Regno Unito da 32 compagnie petrolifere, del carbone e del gas nel 2022.

I maggiori contributori risultano Shell, Petronas e BP che rappresentano oltre il 76% della cifra totale assegnata, avendo donato rispettivamente 20,98 milioni di sterline, 5,19 milioni di sterline e 4,89 milioni di sterline.

Fra i finanziatori risultano però anche l’italiana Eni e Sinopec, Equinor, BHP Group, Total Energies, Saudi Aramco, ExxonMobil, Kellas Midstream, Ithaca Energy e Chevron.

Finanziamenti che sono continuati nonostante 102 istituti di istruzione superiore abbiano promesso di smettere di riceverli dall’industria dei combustibili fossili.

Per Caroline Lucas, dei Verdi, «i giovani hanno a cuore la protezione del Pianeta perché il loro futuro è in gioco. Eppure i giganti dei combustibili fossili stanno mettendo a rischio quel futuro con il loro inquinamento distruttivo per il Pianeta, e poi tentano di rovinare la loro reputazione consegnando denaro sporco alle università. Se vogliamo affrontare l’emergenza climatica e garantire un futuro vivibile per la prossima generazione, le istituzioni educative dovrebbero tagliare immediatamente tutti i legami con le aziende produttrici di combustibili fossili».

Finora, rispetto ai tanti annunci fatti, circa una cinquantina di università si sono rifiutate di smettere di accettare finanziamenti dal mondo del fossile.

Per Laura Clayson, responsabile delle campagne sul clima di People & Planet, «quelle università devono sapere che il movimento studentesco rimarrà irremovibile nelle sue richieste di giustizia finché la nostra lista di coloro che si impegnano a dismettere non includerà ognuna di loro».

In generale lUniversity of Exeter è quella che ha ricevuto più fondi dalle aziende di combustibili fossili dal 2022 (accordo quinquennale da 14,7 milioni di sterline con Shell per un progetto di “stoccaggio e sequestro del carbonio).

A seguire l’Imperial College London che ha ricevuto il secondo importo più alto di finanziamenti da aziende di combustibili fossili dal 2022, con 6,7 milioni di sterline, dopo aver già ricevuto 54 milioni di sterline da compagnie petrolifere e del gas tra il 2017 e il 2021.

Se invece si guarda all’Italia va sottolineato come Eni abbia finanziato nel 2022 un programma di borse di studio presso la Saïd Business School dell’University of Oxford chiamato Africa Scholarship e un programma di borse di studio con il St Antony’s College (Oxford).

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