Ambiente

Campi Flegrei: è atteso il decreto “Piano evacuazione”

Presto potrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri per definire oltre alle linee guida - che già esistono - in caso di eruzione del Vesuvio anche i piani di esodo per le altre zone interessate dal bradisismo
Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile
Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile Credit: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI  

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4 ottobre 2023 Aggiornato alle 18:00

Notti insonni, paure dettate dal bradisismo, incertezze per il futuro e una parola che più di altre echeggia ora nei Campi Flegrei: “evacuazione”.

Dopo l’ultima scossa del 2 ottobre di magnitudo 4.0, una delle tante che si sono fatte sentire in maniera insistente da almeno inizio settembre (il 27 settembre la più forte degli ultimi quarant’anni), i cittadini di questa area della Campania chiedono sempre più informazioni su quanto sta avvenendo, soprattutto per comprendere cosa fare nel caso in cui le scosse dovessero intensificarsi.

Per ora, mentre il sindaco di Pozzuoli rilancia l’idea di “prove di evacuazione”, un vero e proprio piano di fuga legato a un evento di bradisismo grave nei Campi Flegrei non c’è. Esiste un piano di evacuazione per lo scenario peggiore, ovvero l’eruzione del Vesuvio, ma manca un piano di esodo per i Campi che ora, ha annunciato il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, potrebbe essere in dirittura d’arrivo: il titolare del Ministero porterà infatti a breve un decreto ad hoc in Cdm.

Si tratta di un provvedimento ora allo studio da parte dell’esecutivo basato su assistenza alla popolazione ed eventuali forme di allontanamento temporaneo in caso di continue e forti scosse dettate dal bradisismo che porta all’innalzamento del suolo.

Come ha ricordato Musumeci invece in caso di eruzione del Vesuvio c’è un piano nazionale che coinvolge in tutto un 1.300.000 abitanti e include il trasferimento della popolazione dei Comuni in zona rossa verso varie regioni, anche del Nord.

Per la zona rossa - che comprende i Comuni di Napoli e alcune sue municipalità come Pozzuoli, Bacoli e altri - l’allontanamento è previsto subito dopo una iniziale zona fase di allarme, mentre per l’area gialla (i Comuni di Villaricca, Calvizzano, Marano, Mugnano e altri) sono stati pensati allontanamenti temporanei.

Entrambi i piani prevedono esodi di durata di tre giorni.

«Il rischio zero non esiste: stiamo monitorando la situazione, le scosse continueranno in una entità non preoccupante ma bisogna stare all’erta: la scienza è certa fino a un certo punto, bisogna stare tutti attenti. Se 40 anni fa ci fosse stata attenzione forse oggi si poteva ridimensionare la situazione», ha ribadito Nello Musumeci, soprattutto riferendosi alle scosse importanti e dannose degli anni ‘80.

Nel frattempo nell’area dei Campi Flegrei, tra interventi di esperti, assemblee fra cittadini e confronti fra coloro che oggi vivono con le stesse paure, sono state avanzate diverse idee su come affrontare una possibile intensificazione degli eventi bradisismici: per esempio si parla di “diminuire significativamente la popolazione residente nella zona rossa (circa 600.000 persone)”, o ancora di adottare uno schema di evacuazione progressiva “che inizia da una piccola area considerata a maggior rischio, per poi evacuare, almeno temporaneamente, gli edifici localizzati entro 1 chilometro e mezzo dall’area di Solfatara-Agnano” ovvero quella in cui si registrano i terremoti maggiori.

Possibili soluzioni a parte, per ora si attendono i dettagli del piano esodo che Musumeci potrebbe presentare a breve, «un Piano di esodo che è in relazione al bradisismo, perché per il rischio vulcanico il Piano esiste già e va soltanto aggiornato», ha ribadito ancora una volta il ministro specificando che «si tratta di uno strumento che verrà adottato soltanto in casi di estrema necessità, ma averlo, elaborarlo e tenerlo aggiornato è una buona pratica di prevenzione».

Infine, chiosa Musumeci, il decreto «prevede altri tre punti: un Piano per valutare la vulnerabilità del patrimonio edilizio esistente, sia pubblico che privato; un Piano per la comunicazione, che assume una funzione importantissima: in questo momento non bisogna creare allarmi ma non bisogna neanche sottovalutare, e pensiamo di coinvolgere anche le scuole. Inoltre prevede anche il potenziamento delle strutture di protezione civile presso gli enti locali».

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