Diritti

Brasile: lo spot che chiede una giudice nera nella Corte Suprema

Il cortometraggio, promosso dall’Instituto de Defesa da População Negra, esorta il presidente Lula da Silva a nominare una persona che non sia bianca o di sesso maschile al Supremo Tribunal Federal
Un'attivista partecipa a una protesta per chiedere al Presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva di proporre una donna nera come giudice della Corte Suprema Federale, presso la Esplanada dos Minesterios di Brasília, Brasile, 27 settembre 2023. 
Un'attivista partecipa a una protesta per chiedere al Presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva di proporre una donna nera come giudice della Corte Suprema Federale, presso la Esplanada dos Minesterios di Brasília, Brasile, 27 settembre 2023.  Credit: EPA/Andre Borges
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
2 ottobre 2023 Aggiornato alle 09:00

In 132 anni di esistenza, la Corte Suprema brasiliana non ha mai avuto una donna nera tra i suoi giudici. Il 12 settembre l’Instituto de Defesa da População Negra (IDPN) ha lanciato un cortometraggio per puntare i riflettori sull’importanza di nominare una donna nera tra gli 11 membri del Supremo Tribunal Federal.

Il corto, disponibile sul canale Youtube dell’IDPN, che promuove servizi legali gratuiti alla comunità nera, mira a generare impatto, riflessione e cambiamento in un Paese in cui le donne e gli afro-brasiliani, che costituiscono rispettivamente il 51% e il 56% della popolazione, sono gruppi sottorappresentati nelle istituzioni statali. Ai livelli più alti della magistratura questa situazione è ancora più evidente: la Corte Suprema ha avuto solo 6 giudici che non fossero bianchi e maschi tra i 171 totali, 3 donne bianche e 3 uomini neri. “Ci sono più giudici di nome ‘Luiz’ all’attuale banco (i giudici Luiz Roberto Barroso, Luiz Edson Fachin, André Luiz Mendoça e Luiz Fux) di quante donne ci siano state nell’intera storia della Corte”, sottolinea The Brazialian Report.

La protagonista di Todo Mundo tem um Sonho (Tutti hanno un sogno) è una bambina nera che fantastica sul suo futuro insieme alla madre: sogna di diventare una pop star, come la cantautrice afro-brasiliana Iza; una scrittrice, come Conceição Evaristo, considerata una delle autrici più influenti del movimento postmoderno in Brasile; o una campionessa del mondo, come l’ex ginnasta brasiliana Daiane Garcia dos Santos. La bambina si traveste da ognuna di loro. Ma quando la madre le domanda: «Lo sai che potresti essere una giudice del Tribunale Federale Supremo?», lei incredula chiede: «Come chi?».

Lo spot fa parte della campagna intitolata Preta Ministra, che chiede al presidente Luiz Inácio Lula da Silva di nominare la prima donna nera alla più alta corte di giustizia del Brasile. Il leader della sinistra dovrà nominare presto un nuovo membro del massimo tribunale del Paese, quando la giudice capo Rosa Weber, a ottobre, raggiungerà l’età pensionabile obbligatoria di 75 anni.

Mulheres Negras Decidem, l’organizzazione che combatte la sottorappresentazione di questo gruppo demografico nella politica istituzionale e che promuove la campagna, spiega che la nomina di una donna nera alla Corte Suprema Federale sarebbe “un primo passo verso il riconoscimento e la valorizzazione” dei contributi delle donne nere nelle lotte per la giustizia e l’uguaglianza nel corso della storia del Brasile, cosa che garantirebbe i diritti dell’intera popolazione brasiliana. Secondo i dati del Conselho Nacional de Justiça, un’istituzione pubblica che mira a migliorare il lavoro della magistratura brasiliana, la proporzione di giudici donne nelle corti inferiori è significativamente diseguale, con solo il 2% di donne nere.

Tainah Pereira, coordinatrice politica di Mulheres Negras Decidem, ha spiegato al Guardian che «è assurdo pensare che in un Paese che è per più del 50% nero, e dove le donne nere sono quasi un terzo della popolazione, non sia mai esistita una giustizia femminile nera». Secondo Pereira c’è urgente bisogno «di cambiare il volto del potere nella magistratura brasiliana, e nelle corti superiori in particolare».

Il gruppo Mulheres Negras Decidem propone anche 3 possibili candidate alla Corte: Adriana Cruz, giudice federale presso il 5° Tribunale penale federale di Rio de Janeiro; Livia Sant’Anna Vaz, Pubblico Ministero di Bahia; Soraia Mendes, giurista, scrittrice e avvocata con attività e opere riconosciute dalla Corte Suprema Federale e dalla Corte Interamericana dei Diritti dell’Uomo.

All’interno della campagna rientrano anche una petizione online che ha raccolto più di 45.000 sostenitori e una serie di cartelloni pubblicitari installati a Nuova Delhi e New York, a Times Square. “Avere un ministro nero progressista nella STF - spiega la petizione che esorta le persone a inviare una mail al presidente Lula - è essenziale per portare avanti la necessaria trasformazione del sistema giudiziario brasiliano, non solo per l’importanza di vedere le persone rappresentate nelle sfere del potere, ma per tutti i cambiamenti strutturali nel modo in cui viene applicata la giustizia. E non c’è momento migliore per questo progresso che in un governo progressista. Ma questa battaglia non è ancora vinta”.

A giugno, quando la Corte Suprema aveva un posto vacante, il presidente Lula ha scelto Cristiano Zanin, 47 anni. «Un uomo bianco, eterosessuale, di origini benestanti, con un profilo abbastanza conservatore», ha spiegato Pereira. Finora, Lula non ha sostenuto la campagna né chiesto di incontrare le candidate proposte dal gruppo per indossare una veste nera. Eppure, la scorsa settimana ha detto ai giornalisti che l’etnia e il genere non influiranno sulla sua decisione.

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