Ambiente

Qual è la rivoluzione idrica che ha in mente il ministro Fratin?

Tra i punti principali del piano, migliorare la rete degli acquedotti (dove si disperde il 40% dell’oro blu) e la raccolta dell’acqua piovana, ridurre da 2.400 a 100 le aziende che gestiscono l’acqua. E razionalizzare le bollette
Credit: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
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8 settembre 2023 Aggiornato alle 11:00

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha annunciato quella che è stata definita come la “rivoluzione idrica”. Si tratta di una sorta di piano di riordino in ottica industriale dell’oro blu. L’intenzione è individuare gli “ambiti territoriali integrati” in cui possano operare circa 1.000 grandi gestori in grado di fare e pianificare investimenti.

L’obiettivo finale è migliorare la rete degli acquedotti la cui dispersione ammonta al 40%. Intanto, il fronte delle bollette è caldo: Acea e le altre aziende continuano a ripetere che in Italia l’acqua costa troppo poco, un fattore che accrescerebbe la propensione dei cittadini a sprecarla.

Quest’ultimo elemento è emerso durante il convegno che Acea e Il Tempo hanno appena tenuto a Roma: il prezzo dell’acqua del rubinetto è 0,00253 euro al litro. L’amministratore delegato della società Fabrizio Palermo ha comunque confermato la necessità di colmare le lacune delle tubature lungo la Penisola: la sua proposta è applicare al settore modelli analoghi alle reti nazionali dell’elettricità, del gas e delle telecomunicazioni.

Uno dei primi problemi da risolvere è raccogliere l’acqua piovana e trasportarla laddove è più utile, a esempio nei campi assetati delle coltivazioni agricole. Riuscire a trattenere il 50% delle precipitazioni, contro l’11% di ora, è la missione del presidente di Coldiretti Ettore Prandini. D’altra parte si calcola che il 20% dell’economia italiana faccia affidamento sul settore idrico, capace di impattare sul Prodotto Interno Lordo per il 18%.

Per questi motivi potrebbero essere decisivi i fondi del Pnrr: la promessa del ministro Matteo Salvini, responsabile delle Infrastrutture e della cabina di regia anti-siccità del Governo, è impiegare fino a 3 - 4 miliardi di euro su oltre 130 progetti idrici entro 3 anni. Si va dagli approvvigionamenti per usi civili, agricoli, industriali e ambientali alle infrastrutture, specialmente meridionali, ma ci sono anche diverse centinaia di milioni per limitare le perdite d’acqua della rete.

Nel frattempo Pichetto Fratin identifica le criticità del sistema nella giungla delle 2.400 aziende che gestiscono l’acqua, magari nell’ambito di piccole amministrazioni comunali: così vorrebbe ridurre quel numero a circa un centinaio di realtà.

Queste strategie vanno di pari passo con il Piano idrico nazionale, lanciato a giugno in concomitanza con un avviso per raccogliere le varie proposte regionali e locali: sembra ora che ci sia qualche ritardo e il documento sarà pronto per ottobre. C’è la volontà di chiedere altri soldi al Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Nell’idea di riorganizzazione e riassetto generale del settore, secondo Acea, rientra poi una razionalizzazione delle bollette. Secondo Palermo, specialmente nei condomini, ci sono troppi casi in cui si paga senza tenere realmente conto del consumo esatto individuale. Così la società intende proporre una serie di contatori familiari “intelligenti” di nuova generazione.

Tutto questo accade in un momento in cui si avvertono gli effetti di almeno 2 fenomeni. La crisi idrica fa perdere all’Europa 84 gigatonnellate di acqua ogni anno: tra il 1976 e il 2006, le zone e le persone colpite da queste dispersioni sono aumentate di quasi un quinto. In Italia, con la siccità e l’aggravarsi della crisi climatica, la disponibilità di acqua è calata del 20% nel complesso e fino al 90% nel Sud, dove le condizioni delle reti idriche risultano peggiori. Lo dicono i dati della quarta Conferenza Nazionale sul Clima.

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