Ambiente

Un boccone di sashimi per convincere la Cina

Non si placano le tensioni tra Pechino e Tokyo dopo lo sversamento delle acque di Fukushima. E il premier nipponico mangia pesce crudo proveniente dalla zona dove è stato scaricato il liquido
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31 agosto 2023 Aggiornato alle 14:00

Un boccone di sashimi per provare a frenare le polemiche.

Come noto il Giappone da circa una settimana ha iniziato lo sversamento in mare delle acque di raffreddamento dell’impianto di Fukushima con l’obiettivo di smantellare l’intera centrale nucleare negli anni.

Queste acque, che contengono trizio, sono state ritenute “sicure” sia dal governo nipponico che sia dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica e da diversi esperti chiamati a valutare la situazione e che hanno già effettuato le prime analisi in oceano senza rilevare alcuna criticità.

Pescatori giapponesi, ma anche i governi di Cina e Sud Corea, si sono però opposti a questi sversamenti per timori di ripercussioni sull’industria della pesca.

In particolare la Cina, dopo aver già bloccato alcune importazioni giapponesi relative al pescato, ha iniziato da circa una settimana una campagna per boicottare il Giappone.

I sistemi usati sono sia quelli dei divieti commerciali, sia una lunga serie di azioni che a iniziare da post sui social come Weibo fino a vere e proprie “telefonate” , sono diventate sempre più insistenti.

Tokyo ha così invitato la Cina a sollecitare i suoi cittadini a smetterla con “molestie estremamente deplorevoli” in riferimento a continue telefonate, lanci di pietre contro le strutture diplomatiche e le scuole giapponesi ma anche chiamate con insulti agli uffici governativi di Fukushima e molto altro.

Lo stesso Giappone ha poi invitato la Cina a un confronto “scientifico” sul rilascio delle acque della centrale, in modo da chiarire i dubbi dei cinesi e dei sudcoreani.

Il tutto però - compreso un avviso ai cittadini giapponesi in viaggio in Cina di “fare attenzione” - non è bastato per fermare l’escalation di proteste da parte di Pechino.

Così, con un video sui social, sia per tentare di offrire ulteriore trasparenza sulle operazioni in corso, sia per provare nuovamente a far “calmare” i cinesi, il premier giapponese Fumio Kishida si è mostrato al mondo mentre mangiava sashimi di pesce proveniente dalle aree in cui sono state scaricate le prime acque di Fukushima.

Come a dire: “Tutto è senza rischi, mangiatelo”.

Oltre a tentare di allentare le tensioni, per rassicurare l’opinione pubblica internazionale Kishida ha mangiato sashimi insieme ai suoi ministri assaporando branzino, sogliola, polpo e altre specialità tutte provenienti dalla prefettura di Fukushima.

«È un pesce sicuro e squisito», ha detto il Primo Ministro giapponese davanti alle telecamere in un messaggio che sembrava diretto a Pechino (anche perché la Cina è il maggior mercato estero a livello commerciale per il Sol Levante) nel tentativo di far revocare il divieto sulle importazioni di prodotti ittici.

Nel frattempo, nei prossimi giorni il premier nipponico, in attesa di vedere come si comporterà la Cina, presenterà il piano di sostegno per i consorzi di pescatori penalizzati dal bando.

La speranza è comunque quella di riuscire a far revocare i divieti di importazione decisi dalla Cina: lo sversamento delle acque potrebbe durare diversi decenni e il premier giapponese si auspica, con tanto di boccone di sushi appena assaporato, di riuscire a trovare una soluzione quanto prima.

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