Diritti

Stem: le laureate in ingegneria elettronica sono il 15%

Le studentesse sono meno eppure si laureano con voti più alti (104 contro 102 degli uomini). Il 93% è soddisfatto della scelta, ma oltre un terzo ha subito pressioni affinché lasciasse. I dati della Società Italiana Elettronica
Credit: cottonbro studio
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4 settembre 2023 Aggiornato alle 16:00

Le materie Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics) sembrano essere ormai da anni un campo maschile. L’Istituto di Statistica dell’Unesco (Uis), infatti, nel suo report Women and Science ha evidenziato che le donne, nel mondo della ricerca, sono solo il 30% e meno di un terzo delle studentesse sceglie le materie scientifiche.

La predominanza nel campo Stem sembra quindi essere ancora a maggioranza maschile. Eppure, se guardiamo alla qualità, la partita è vinta dalle donne.

Ingegneria elettronica e gender gap: i dati Sie

La Società Italiana di Elettronica (Sie), associazione senza scopo di lucro che lavora per la promozione e lo sviluppo delle attività di formazione, ricerca e trasferimento tecnologico nel settore dell’elettronica, ha reso noti dati che riguardano proprio la crisi dei chip dovuta non solo alla mancanza delle materie prime ma anche (e soprattutto) alla carenza di ingegneri elettronici in Italia. Il numero di neolaureati disponibili per il mercato del lavoro è inferiore alle 1.000 unità l’anno.

I dati, poi, evidenziano il divario per la presenza femminile e maschile tra i laureati in ingegneria elettronica: le donne, infatti, sono solo il 15% del totale, disparità che si verifica anche in tutte le materie Stem. La conferma viene anche dall’indagine condotta da Almalaurea, in cui è emerso che tra i gruppi di Informatica e tecnologie ICT e in quello di Ingegneria industriale e dell’informazione, la componente maschile è nettamente più elevata (59,1%) rispetto a quella femminile (40,9%).

Eppure, anche se le donne sono meno, sembra che siano più brave degli uomini: infatti, ottengono un voto medio di laurea più alto (104,2 su 110, rispetto al 102,3 degli uomini); inoltre, dimostrano una migliore riuscita in termini di regolarità negli studi (il 57,6% delle ragazze ha concluso gli studi nei tempi previsti rispetto al 53% dei ragazzi).

Donne Stem: gli esempi ci sono

La Sie ha poi condotto un’ulteriore indagine intervistando 250 laureate in corsi di laurea triennali (60% del campione) e magistrali (40%) in ingegneria elettronica provenienti da 18 differenti università italiane.

Il 93% delle iscritte è soddisfatto della scelta ma oltre un terzo di loro afferma di aver subito pressioni, da parte di familiari e conoscenti, affinché rinunciasse. I contesti lavorativi maschilisti e, addirittura, i possibili dubbi circa le capacità personali sono le argomentazioni principali messe in campo per evitare, secondo alcuni, questo percorso di studi.

Eppure, esempi positivi in questo campo ci sono: Rita Levi Montalcini, senatrice a vita, accademica e neurologa, Nobel per la medicina nel 1986, la prima donna a essere ammessa alla Pontificia accademia delle scienze; l’astrofisica Margherita Hack, prima donna a dirigere un osservatorio astronomico nel nostro Paese; la prima donna a ricevere un Premio Nobel per la fisica nel 1903 e nel 1911 per la chimica, Marie Curie; Samantha Cristoforetti, plurilaureata in scienze aeronautiche e ingegneria meccanica, la prima donna a essere rimasta più a lungo nello spazio.

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