Diritti

Le ragazze nelle Stem sono troppo poche. Non parliamone solo oggi

Riparte per il secondo anno #ValoreD4STEM, la campagna di Valore D pensata per offrire alle bambine modelli a cui ispirarsi e valorizzare le professioniste che lavorano in questo campo
Credit: Zhang Jiansong/Xinhua via ZUMA Wire
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
11 febbraio 2023 Aggiornato alle 15:00

Le giornate internazionali sono talmente tante ormai che il rischio è purtroppo di perdersene qualcuna. Quella di oggi però, 11 febbraio, non si può dimenticare perché è la Giornata Mondiale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, un ambito nel quale la presenza femminile è nettamente inferiore rispetto a quella maschile e dove gender gap e differenze di genere sono, se possibile, ancora più forti che altrove.

Per provare a scardinare questa realtà l’associazione Valore D lancia per il secondo anno #ValoreD4STEM, una campagna di opinione sul tema cruciale, ma troppo spesso dimenticato, della partecipazione delle donne al mondo scientifico.

Alla luce dei progressi continui e incalzanti che interessano il settore è molto probabile che con il passare del tempo sempre più opportunità di lavoro e carriera saranno legate alle discipline Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics). In particolare saranno sempre più ricercati specialisti dei big data, dell’Internet of Things, dell’intelligenza artificiale e della robotica, figure operanti in settori in cui le donne sono ridotte al lumicino.

Secondo il Global Gender Gap Report 2020 del World Economic Forum, in Italia, a esempio, la presenza nel campo del Cloud Computing è pari al 17%, in quello ingegneristico è del 19% e nell’intelligenza artificiale del 31%.

A tenerle lontane dagli studi prima e dalle occupazioni scientifiche poi è soprattutto lo stereotipo che fin da piccolissime viene inculcato nella testa delle bambine, convincendole di non essere portate per le materie che non siano umanistiche.

Una volta adulte questo imprinting relega quasi tutte, indipendentemente dalle vere inclinazioni, verso professioni ricalcate sui ruoli tradizionali del lavoro domestico o di cura, spesso anche caratterizzati da retribuzioni meno elevate, minore qualificazione e scarse prospettive di carriera.

«Le trasformazioni in atto sono un’occasione utile per ripensare non solo il nostro rapporto con la tecnologia, ma anche i nostri investimenti nel capitale umano: se vogliamo un cambiamento che duri nel tempo, dobbiamo fare in modo che tutte le risorse – nelle loro differenze – siano coinvolte e valorizzate», commenta la presidente di Valore D Cristiana Scelza, nel presentare la campagna #ValoreD4STEM già avviata lo scorso anno e che ritorna oggi con rinnovata ambizione.

Il progetto prevede infatti un piano d’azione doppio: lavorare nell’immediato per cambiare la cultura del Paese e offrire alle bambine nuovi modelli femminili a cui ispirarsi, indirizzandole verso la scelta di percorsi di studi tecnico-scientifici; e intervenire nel breve termine per rimediare alla carenza di risorse Stem, valorizzando le professioniste che hanno già maturato esperienza in quest’ambito.

All’interno della campagna, l’associazione si pone anche l’obiettivo di diffondere le best practices implementate da alcune aziende a supporto della presenza femminile in ambito Stem.

Tra quelle già adottate da 33 realtà appartenenti a 10 diversi settori economici figurano iniziative per l’orientamento delle giovani generazioni, in particolare bambine e ragazze, verso percorsi Stem; iniziative di reskilling e upskilling per la formazione e la valorizzazione delle risorse interne; azioni di retention per combattere attivamente l’abbandono del lavoro e la rinuncia alle aspirazioni di carriera delle donne Stem ed evitare la dispersione del talento.

«Favorire una cultura d’impresa improntata all’inclusione e alla valorizzazione della diversità non è solo una questione di responsabilità, ma anche un vantaggio competitivo in termini economici per le aziende che sanno riconoscere il valore della parità e dell’inclusione come potenti leve di generazione di valore sul lungo termine», conclude Cristiana Scelza.

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