Diritti

Oggi è il Women’s equality day

Nata negli Stati Uniti celebra il suffragio universale ma negli anni è diventata anche una giornata simbolo per la lotta per i diritti delle donne
Credit: vOklahoman.com
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26 agosto 2023 Aggiornato alle 09:00

In origine è nato per celebrare il diritto di voto per le donne ma con il passare degli anni il Women’s Equality Day, che ricorre oggi, è diventato qualcosa di più. Rappresenta infatti il simbolo di un percorso, ancora lungo, verso la vera e piena parità di genere.

Per noi oggi che tutti possano votare, al di là del proprio sesso, dell’etnia o della religione, sembra una cosa scontata, ma fino a poco fa non lo era e non lo è, purtroppo, neanche adesso in alcuni Paesi nel mondo. Per questo celebrare il 26 agosto assume un significato importante.

Cos’è il Women’s Equality Day

Gli Stati Uniti d’America nel 1920 adottarono il XIX emendamento della Costituzione, un documento vieta a ogni singolo Stato a stelle e strisce e al governo federale di negare ai cittadini Usa il diritto di voto in base al sesso.

Per questo ogni 26 agosto, dal 1971 anno in cui si è festeggiato per la prima volta, si celebra il Women’s Equality Day, un giorno importante per le donne americane, che da quel momento, dopo le numerose manifestazioni e proteste delle suffragette, hanno avuto la possibilità di diventare elettrici ed esprimere così il proprio parere politico.

Per la Giornata dell’uguaglianza delle donne è stata scelta la data del 26 agosto perché è quella in cui il segretario di Stato Colby Bainbridge firmò il documento in cui veniva esteso anche alle donne americane il diritto costituzionale di voto. Il Congresso propose l’emendamento il 4 giugno del 1919 e gli Stati lo ratificarono con molta calma nel tempo. Illinois, Wisconsin e Michigan furono i primi, il 10 giugno 1919, mentre West Virginia, Washington e Tennessee gli ultimi, rispettivamente il 10 marzo, il 22 marzo e il 18 agosto 1920, più di un anno dopo.

Ma non furono gli Stati Uniti i primi a dare diritto di voto alle donne. Ad anticipare tutti è stata invece la Nuova Zelanda nel 1893, seguita dall’Australia nel 1901 (escludendo gli aborigeni), la Finlandia nel 1906 e la Norvegia nel 1907.

In Italia invece abbiamo dovuto aspettare il 1945 quando il suffragio universale è stato esteso anche alle cittadine italiane, che hanno avuto accesso alle urne per la prima volta in occasione delle elezioni amministrative del 1945 e poi al referendum del 1946 che ha sancito la nascita della Repubblica Italiana.

Un passo importante per i diritti delle donne

Il 26 agosto non è però importante solo per le cittadine americane ma per tutte le donne che ancora oggi lottano nel mondo per vedere riconosciuti e garantiti i propri diritti.

Il Women’s Equality Day ha sancito l’accesso al voto negli Stati Uniti ma non dobbiamo dimenticare le numerose battaglie combattute dalle donne per rivendicare altri diritti fondamentali come quello all’aborto, alla salute, al divorzio, al libero accesso alle cariche pubbliche e militari, all’equo trattamento salariale e sociale sul luogo di lavoro e alla tutela della figura femminile in ogni ambito della società.

Fino alle problematiche che riguardano la violenza contro le donne, che alla base ha sempre la negazione del diritto a essere considerate alla pari dell’universo maschile.

Le battaglie per vedere riconosciuti i reati di femminicidio e stalking sono state lunghe ma alla fine hanno portato alla promulgazione di leggi per cercare di proteggere le donne anche da una visione che troppo spesso le relega ancora in una situazione di sottomissione. Un primo traguardo che però non è stato raggiunto in molti Paesi, che tuttora non riconoscono loro neanche il diritto di indossare ciò che vogliono o di manifestare nelle piazze, cosa che ha portato molte a pagare con la vita la difesa dei diritti di tutte.

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