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Quando l’artigianato incontra l’innovazione

28 studenti di istituti tecnici superiori hanno fatto squadra con 6 imprese per valorizzare l’unicità del Made in Italy. Ne parla Stefano Micelli di Upskill 4.0 (organizzatore insieme a Cariplo Factory) a La Svolta
Presentazione del progetto La Ciclistica Milano
Presentazione del progetto La Ciclistica Milano Credit: Upskill
Tempo di lettura 6 min lettura
19 luglio 2023 Aggiornato alle 14:00

L’innovazione 4.0 arriva anche nell’artigianato italiano attraverso i giovani e la scuola: 6 aziende milanesi hanno accettato di partecipare a quella che è una vera e propria sfida imprenditoriale lanciata da Cariplo Factory, tra i più importanti hub di innovazione in Italia, e Upskill 4.0, “spin-off” dell’Università Ca’ Foscari Venezia, che sviluppa progetti di innovazione 4.0 per imprese e territori, promuovendo lo scambio di competenze con gli studenti degli istituti tecnici superiori (Its) e delle scuole tecniche e professionali.

La collaborazione tra studenti e artigiani

Un mix di competenze in diversi ambiti e a vari livelli: è ciò che hanno vissuto, in 4 mesi, 28 studenti degli Its di Pavia, Udine e Bologna, che hanno lavorato fianco a fianco con gli imprenditori artigiani delle 6 aziende.

I giovani, accompagnati dai project manager di Upskill 4.0, e gli imprenditori hanno applicato al loro lavoro la metodologia del design thinking, attraverso la quale si può ripensare prodotti e servizi grazie alle tecnologie digitali.

Upskill 4.0: i progetti di innovazione

Il lavoro e il conseguente risultato di questa sfida imprenditoriale è stato pensato e realizzato ad hoc per ognuna delle 6 aziende.

Per l’atelier Individuals, gli studenti hanno progettato etichette smart dotate di QR code, in grado di raccontare la cura e la ricerca che si nascondono dietro la realizzazione della lingerie, dei costumi, e homewear ergonomici e sostenibili.

Per una delle più antiche fabbriche di Milano, Ganci Argenterie, è stata pensata una strategia di comunicazione multicanale che permette di avvicinare anche i più giovani alla sua preziosa arte.

Per La Ciclistica Milano, una delle prime ciclofficine urbane, una carta d’identità digitale dove trovare tutte le informazioni necessarie per la gestione e il mantenimento delle biciclette sartoriali.

Per Fabscarte, l’atelier delle carte da parati esclusive dipinte a mano, è stato realizzato un tour virtuale che permette ai visitatori di entrare nel laboratorio artigiano e vivere lo studio nelle forme, nei colori e negli accostamenti dei materiali che portano alla nascita delle esclusive carte da parati.

L’officina di restauro d’auto d’epoca, Carrozzeria Lopane, avrà invece un simulatore che attraverso la gamification permette, a esempio, di arrivare a modellare manualmente la lamiera e ricreare un pezzo della carrozzeria d’epoca.

Infine, per Giassi Mosaico, un portfolio digitale che permette di immergersi in opere artistiche uniche attraverso QR code e realtà aumentata.

I progetti realizzati durante percorso di innovazione raccontano che fare squadra tra generazioni diverse, scuola e imprese, per migliorarsi nel mondo del lavoro, è possibile: l’obiettivo è valorizzare l’unicità della manifattura made in Italy.

«Siamo partiti sapendo che c’è un problema di digitalizzazione rapida soprattutto delle Pmi e a Milano c’è un tessuto importante di imprese e anche di artigianalità che oggi si devono misurare con le sfide digitali» ha raccontato a La Svolta Stefano Micelli, presidente di Upskill 4.0.

Questo progetto è una vera sfida imprenditoriale?

Sì, assolutamente. Grazie a questo progetto, abbiamo messo in campo circuiti virtuosi che coniugano le specificità di realtà imprenditoriali e giovani che hanno una formazione tecnica.

Quali sono questi progetti innovativi su cui avete lavorato nell’artigianato lombardo?

Sono venuti tutti bene, ne cito uno per tutti, quello di Andrea Lopane: loro fanno restauri di carrozzeria d’auto d’epoca; c’era però un problema: rendere interessante il lavoro agli occhi dei giovani. Nessuno, infatti, voleva più farlo; allora i ragazzi del progetto hanno raccontato dell’azienda in un videogioco. Lo stesso anche per il progetto delle carte da parati “virtuali” di Fabscarte, che ha visto completamente cambiare il proprio modo di rappresentarsi grazie al contributo di ragazzi.

Che tipo di lavoro c’è dietro?

Il percorso va gestito in maniera accurata da chi cura il progetto. Noi lavoriamo con la una variante del design thinking, che non è solo un metodo didattico, ma uno strumento manageriale per gestire l’innovazione e la funzionalità del progetto.

Milano è stata importante in questo?

I 6 progetti fatti qui sono stati importanti perché credo che esista nelle nostre città, come per esempio Milano che associamo sempre alla visione di capitali del divertimento, del terziario, dei servizi, un tesoro di manifattura preziosa, di grandi produttori che meriterebbero una luce diversa.

La scuola può essere davvero un aiuto per costruire l’impresa di domani, grazie alla collaborazione di questi 2 mondi?

Confermo, noi dobbiamo immaginare che l’esperienza dell’imparare e dell’innovare devono essere intrecciate tra di loro. Upskill fa questo, dobbiamo creare questo cortocircuito dove gli elementi più giovani vengono guidati, nel lavoro e a livello economico, per costruire prototipi sulla base di indicazioni precise. Questo fa bene anche all’artigiano che, confrontandosi, si apre al mondo e al futuro.

Quanto è importante sviluppare in Italia l’unicità dell’artigianato e unirlo all’innovazione?

Questo è fondamentale per 2 motivi: coinvolgimento dei giovani e aumento della produttività. Senza il digitale i giovani non si avvicineranno mai a queste realtà, per quanto importanti possano essere. Poi noi abbiamo un problema demografico; dobbiamo porci la domanda: come aumentare la produttività di questi mestieri, come possano avere più valore, essere proiettabili in un mercato più ampio. Questo può farlo solo la tecnologia.

Qual è il futuro, in questo senso?

Questa attività va avanti da anni e abbiamo capito che esiste un patrimonio di pratiche detto Made in Italy che oggi va rilanciato. Il problema non è capire come fare, quello lo sappiamo, ma capire se vogliamo investire in questo. Noi oggi come Upskill continueremo a fare questi tipi di progetti per accompagnare la aziende che si pongono e ci pongono questo tipo di problemi legati al digitale.

Cosa serve per fare impresa oggi?

Per le startup, oggi, in Italia, dobbiamo imparare a porci delle domande: siamo bravi a risolvere problemi precisi, ma se vogliamo fare impresa per cambiare qualcosa, non solo per guadagnare, dobbiamo metterci in sintonia con i grandi cambiamenti di questi anni. Dobbiamo guardare il mondo con gli occhi delle generazioni che stanno chiedendo cose diverse.

Qual è la difficoltà maggiore degli imprenditori?

Bisogna imparare a guardare il mondo con lenti nuove e in questo il tema della sostenibilità mi pare fondamentale ed evidente. Tutto questo non è facile, chi fa impresa intercetta un domanda e se questa cambia bisogna essere bravi ad anticiparla, saper leggere questi grandi cambiamenti. Bisogna mettersi nelle scarpe di un ventenne e chiedersi “Che cosa sarà di questa cosa che sto facendo in futuro”. È una sfida costante.

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