Diritti

Cina: la morte di Coco Lee riapre il dibattito sulla salute mentale

La morte della cantante di 48 anni, che soffriva di depressione, ha riacceso la discussione sul tema: secondo il China Mental Health Survey del 2019 almeno 1 persona su 7 nel Paese ha sviluppato un tipo di disturbo mentale
Credit: Katherine Gu
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
10 luglio 2023 Aggiornato alle 07:00

Jingshen bing” è la parola che, in lingua cinese, si riferisce alla “psicosi del disturbo mentale. La sua pronuncia suona simile a un termine dispregiativo usato per indicare una persona “pazza”, “shenjing bing”.

La salute mentale e la depressione in Cina sono due argomenti attorno ai quali lo stigma è ancora altissimo. Come è altissimo il numero di persone che hanno sviluppato, nel corso della propria vita, un tipo di disturbo mentale: secondo il China Mental Health Survey, pubblicato nel 2019, si tratta di 1 residente cinese su 7.

Il tema è tornato sotto i riflettori con la morte della cantante pop di 48 anni Coco Lee, dopo che ha tentato di togliersi la vita lo scorso fine settimana e poi è caduta in coma. Le sue sorelle, in un post su Facebook accompagnato da un breve video che raccoglie alcune foto di famiglia, hanno raccontato che soffriva di depressione e che “dopo una lunga battaglia contro la malattia, le sue condizioni sono peggiorate di recente”.

Su Weibo, il social cinese simile a Twitter, i fan hanno espresso la propria incredulità di fronte all’accaduto: “Non posso crederci. È sempre stata la ragazza solare che amava cantare, ballare e sorridere”, ha scritto un utente.

“La scomparsa di Coco è anche un campanello d’allarme per prendere sul serio la nostra salute mentale”, ha digitato un altro. Quando si è sparsa la notizia, spiega la Bbc, sono andati in tendenza numerosi hashtag legati alla depressione e a quanto sia diffusa, ma anche ignorata e stigmatizzata, in Cina.

All’inizio dell’anno, racconta il South China Morning Post, l’apparente suicidio di uno studente di 15 anni di nome Hu Xinyu, scomparso e poi ritrovato senza vita dopo più di tre mesi di ricerche, ha suscitato grande attenzione in Cina: pare che, in precedenza, avesse espresso preoccupazione per i suoi voti scolastici.

Ad aprile, nella provincia di Hunan, nella Cina centrale, 4 persone di età compresa tra i 22 e i 33 anni si sarebbero gettate nel vuoto dal monte Tianmen, nota attrazione turistica che ha ispirato le ambientazioni del celebre film Avatar.

Secondo un recente studio del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, il numero di bambini di età compresa tra i 5 e i 14 anni morti per suicidio è aumentato considerevolmente dal 2010 al 2021, mentre la fascia tra i 15 e i 24 anni è scesa del 7% fino al 2017, per poi registrare un aumento di quasi il 20% nei quattro anni successivi. Secondo i ricercatori, i bambini e gli adolescenti hanno dovuto affrontare gravi disturbi mentali e un elevato rischio di suicidio a causa dell’intensa competizione per ottenere buoni risultati a scuola, oltre a subire - come l’intera popolazione cinese - le conseguenze della rigida politica “zero Covid”, abbandonata solo alla fine del 2022. Un’indagine nazionale del 2022 mostra come la metà delle persone che soffrono di disturbi depressivi in Cina siano studenti.

Secondo Ke Ren, fondatrice del forum online Depression Research Institute e selezionata da Forbes, nel 2020, tra le 30 persone under 30 originarie dell’Asia che si occupano di Sanità e Scienza, i pazienti cinesi sono in gran parte sotto-diagnosticati: «Sentivamo cose come “qualcuno non ha preso un buon voto a scuola, quindi è saltato giù dall’edificio”, ma non abbiamo mai avuto la possibilità di chiedere a quelle persone ‘cosa è successo?’, e di che tipo di aiuto avevano bisogno», ha spiegato alla Bbc.

«Durante la pandemia si sono verificati problemi di salute mentale» che hanno riguardato «il reddito delle persone, le difficoltà a trovare un lavoro: l’ansia è sempre stata presente ed è persino in aumento», ha a spiegato all’emittente britannica il dott. Miao della Shanghai New York University.

Il governo cinese ha tentato di affrontare la questione: oggi le scuole e le università devono avere consulenti per la salute mentale, e nelle grandi città ci sono delle persone incaricate di prendersi cura della salute mentale degli anziani. Il problema più urgente, però, è la mancanza di professionisti qualificati: secondo il media statale China Youth Daily alla fine del 2021 gli psichiatri in tutta la Cina erano solo 64.000.

Se ti serve aiuto o se qualcuno che conosci è in pericolo, puoi chiamare uno dei numeri di emergenza che trovi qui sotto per ottenere l’aiuto più appropriato:

Numero di emergenza (in Italia ed Europa) 112

Emergenza medica o psichiatrica 118

Telefono azzurro (per adolescenti) 196 96

Telefono amico 02 2327 2327, oppure l‘indirizzo www.telefonoamico.net. per una webcall

Samaritans (prevenzione del suicidio) 06 7720 8977

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