Diritti

Pensare l’Italia senza Berlusconi è impensabile

Non c’entra il giudizio sull’uomo o sul politico. C’entra forse la mia carenza di immaginazione. Oppure una discreta conoscenza del Paese
Credit: ANSA/ANGELO CARCONI
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13 giugno 2023 Aggiornato alle 06:30

La direttrice: proviamo a immaginare come sarebbe stata l’Italia senza di lui. Impossibile, penso, mentre compulsivamente rispondo sì e dico che mando tutto nel pomeriggio.

Posso immaginare un’Italia (“il Paese che amo”) senza tv commerciali, senza il Milan che trasforma il mondo del calcio, senza il suo partito, senza la cesura politica rappresentata dalla sua discesa in campo poco meno di quarant’anni fa?

Se si fosse convinti che la storia la fanno solamente gli individui e che basta un uomo a modificarla, questo pezzo potrebbe concludersi qua: un’Italia senza Berlusconi è impensabile, perché togliendolo dall’equazione si aprirebbero tante possibilità da far esplodere il multiverso.

Ma Silvio Berlusconi ha rappresentato aspirazioni, modelli e dato forza a chi cercava una voce politica fuori dalla politica e non aspettava altro che un uomo come lui.

Il mondo del cosiddetto nord produttivo, delle partite iva, degli imprenditori e dei loro operai (anche loro lo votarono in massa, oppure lo fecero con la Lega): chiedevano più libertà, erano allergici alla pervasività dello Stato, coltivavano, sotto le spoglie di una certa fedeltà ai partiti eredi delle tradizioni del dopoguerra, una qualche forma di ribellione all’establishment, alla chiacchiera politica.

Seppe dare corpo a tutto questo, in un momento chiave, quello nel quale finiva la guerra fredda e il più grande partito comunista d’occidente non sapeva esattamente come collocarsi. Ma qua diventa quasi una noiosa trattazione storica o sociologica del voto per Forza Italia.

Sto traccheggiando perché davvero, io che ho vissuto quasi tutta la vita in un mondo nel quale Silvio Berlusconi era presente, non riesco a immaginarmelo senza. E non c’entra il giudizio sull’uomo o sul politico, non c’entra il fatto che abbia scoperto negli anni la validità di alcune sue battaglie che all’epoca ritenevo indegne.

C’entra forse la mia carenza di immaginazione. Oppure una discreta conoscenza del Paese: davvero c’è qualcuno ancora convinto che senza Berlusconi saremmo stati il tanto agognato “Paese normale” invocato così tante volte negli anni?

Che il populismo, nelle sue varie forme e nei suoi vari orientamenti politici non avrebbe scavato a fondo nei cuori degli Italiani? Che la politica non avrebbe intrapreso una via di marketing sempre più sfacciato e che politica e giustizia non si sarebbero scontrate frontalmente?

Berlusconi ha raccolto i cocci della cosiddetta Prima repubblica e si può dire che li abbia rimessi insieme alla bell’e meglio intorno a sé stesso. Un uomo pieno di difetti, ma che ha cambiato la storia della politica, del calcio e della televisione italiana.

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