Bambini

Non dire a tuo figlio che sei a dieta

Secondo i ricercatori della University of Bath e della British Dietetic Association, prestare ascolto ai discorsi negativi dei genitori sul peso corporeo può esporre i bambini a disturbi alimentari
Credit: SHVETS production
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30 maggio 2023 Aggiornato alle 09:00

Quando un bambino vede la madre o il padre mettere in tavola, giorno dopo giorno, un’insolita varietà di carni magre e pesci, accompagnati da ricchi contorni di verdure, e niente dolci come dessert, è normale che cominci a mostrarsi perplesso se le abitudini familiari in precedenza erano ben diverse. A quel bambino i genitori potrebbero semplicemente dire che hanno scelto di iniziare una dieta perché hanno preso qualche chilo in più, chissà quanti prima di loro l’hanno fatto. Ma gli esperti di obesità lo sconsigliano.

La raccomandazione ufficiale per mamme e papà di non dire ai propri figli di essere a dieta viene dai ricercatori della University of Bath in Inghilterra e dalla British Dietetic Association, che l’hanno presentata al Congresso europeo sull’obesità a Dublino, ed è stata accolta dal Dipartimento per la salute del Governo britannico.

Le conversazioni in cui i genitori fanno commenti negativi sul peso e sulla forma del proprio corpo davanti ai figli (come “guarda che pancia gonfia” o “che cellulite”), secondo gli esperti possono produrre serie conseguenze mettendoli a rischio di sviluppare una cattiva relazione con il cibo per tutta la vita. Il consiglio per le madri e i padri è di non criticare neppure i corpi degli altri.

Per chi vuole parlare a un bambino del desiderio di perdere peso, le parole suggerite sono: “Vorrei sentirmi più sano, con più energie, per questo ho deciso che mangerò meglio. Vuoi fare questa cosa con me?”. Meglio concentrarsi, quindi, sulla volontà di essere più sani e stare meglio, piuttosto che su parole scivolose come “dieta”, “dimagrire” e “controllare” il peso.

Come racconta il Times, questi consigli nascono dall’analisi di 42 studi che hanno esaminato le conversazioni riguardo al peso corporeo tra genitori e figli e come questi discorsi possono influenzare il benessere dei bambini esponendoli a un’immagine negativa del proprio corpo e disturbi alimentari.

La professoressa Fiona Gillison della University of Bath ha suggerito: «Parlate dello sport che vi piace, in modo che i vostri figli vi vedano fare attività fisica e divertirvi, invece di considerarlo come un obbligo. E se c’è qualcuno che dice di essere a dieta intorno a voi, provate a intervenire dicendo: “Possiamo non parlare di diete? Possiamo parlare di alimentazione sana davanti ai bambini?”». È stato dimostrato, infatti, che incoraggiare i bambini a fare sport e mangiare sano li stimola in positivo.

Parallelamente a queste linee guida, è stato pubblicato anche uno studio condotto dal Great Ormond Street Institute of Child Health presso la University College London riguardo all’opportunità di iscrivere i bambini sovrappeso in programmi sanitari per la cura dell’obesità.

Stando ai dati del sistema sanitario britannico (Nhs), più di 1 bambino su 10 nel Regno Unito è sovrappeso o obeso nel momento in cui inizia la scuola elementare. Il sondaggio governativo National Diet and Nutrition Survey del 2021 ha mostrato che i bambini tra gli 11 e i 18 anni non mangiano la quantità giornaliera consigliata di 5 porzioni di frutta e verdura (ma solo 2.8) e assumono zuccheri semplici in eccesso (il 12% della quota calorica).

Ecco perché, secondo i ricercatori della University College London, far partecipare i bambini obesi in età prescolare a workshop di cucina e nutrizione con i loro genitori può aiutarli a sviluppare buone abitudini per tutta la vita. Nel programma scozzese Healthy Heroes, a esempio, i bambini dai 2 ai 4 anni hanno ricevuto semplici consigli per mangiare sano con sessioni di gioco e attività fisica, a cui è seguita una riduzione dell’indice di massa corporea.

Il co-autore dello studio Simon Russell ha confermato che «i primi anni di vita sono un periodo importante per una crescita sana. I comportamenti adottati in questa fase hanno buone probabilità di essere mantenuti». E l’efficacia degli interventi per promuovere le buone abitudini infantili è maggiore quando sono «universali», cioè quando offrono aiuto e strumenti educativi alle famiglie in ogni contesto, a partire dall’asilo nido.

Al di là dei discorsi sulle diete personali dai quali è meglio escludere i più piccoli, l’importanza di mangiare sano vale per tutti, grandi e bambini. Per tornare alle parole da cui siamo partiti: “Volete fare questa cosa con me?”.

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