Culture

100 anni di scatti al femminile

Trieste dedica una panoramica alle donne artiste del Novecento, con la raccolta di ritratti e autoritratti fotografici Io, lei, l’altra. Dal 19 marzo al 26 giugno al Magazzino delle Idee
Mari Katayama, You’re mine #002, 2014. Stampa cromogenetica,  cornice con conchiglie, perline e Swarovski. ©Mari Katayama Collezione privata, Roma.
Mari Katayama, You’re mine #002, 2014. Stampa cromogenetica, cornice con conchiglie, perline e Swarovski. ©Mari Katayama Collezione privata, Roma.
Ines Ivkovic
Ines Ivkovic direttrice creativa
Tempo di lettura 2 min lettura
12 febbraio 2022 Aggiornato alle 20:00

Dal 19 marzo al 26 giugno 2022 il Magazzino delle Idee di Trieste presenta la mostra Io, lei, l’altra – Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste, a cura di Guido Comis in collaborazione con Simona Cossu e Alessandra Paulitti. Prodotta e organizzata da ERPAC – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia – l’esposizione offre una panoramica completa del ruolo della donna nella fotografia degli ultimi 100 anni, da Wanda Wulz a Cindy Sherman, da Florence Henri a Nan Goldin: 90 fotografie in tutto.

Il ritratto e l’autoritratto fotografico costituiscono una preziosa testimonianza del complesso processo di autodeterminazione e di conquista di una propria identità sociale da parte delle artiste del Novecento. Da modella al servizio di un artista la donna si afferma come figura attiva e creativa. Ai ritratti realizzati da uomini – come Man Ray, Edward Weston, Henry Cartier-Bresson, Robert Mapplethorpe, solo per citare alcuni dei fotografi presentati in mostra – si alternano ritratti e autoritratti di donne artiste e fotografe, tra cui Wanda Wulz, Inge Morath, Vivian Maier, Nan Goldin, Cindy Sherman, Marina Abramović.

Ogni sezione della mostra affronta un punto di vista differente. “Il corpo in frammenti” raccoglie gli autoritratti delle fotografe, che spesso restituiscono immagini di corpi parziali, riflessi negli specchi rotti, quasi a rappresentare visivamente la difficoltà nell’autodefinirsi. I ritratti degli anni ‘70 che immortalano Valie Export, Jo Spence e Renate Bertlmann scimmiottano l’immagine tradizionale della donna come madre, donna di casa o oggetto sessuale. “Una, nessuna e centomila” raccoglie gli autoritratti delle artiste che, da Claude Cahun a Cindy Sherman, attraverso il travestimento hanno parlato di identità e stereotipi.

Veno Pilon, Leonor Fini, 1935 ca. Stampa alla gelatina ai sali d’argento su carta. ©Primoz Brecelj. Pilonova Galerija Ajdovscina – Galleria Pillon, Ajdovscina/Aidussina
Veno Pilon, Leonor Fini, 1935 ca. Stampa alla gelatina ai sali d’argento su carta. ©Primoz Brecelj. Pilonova Galerija Ajdovscina – Galleria Pillon, Ajdovscina/Aidussina

Gillian Wearing, Me as Eva Hesse, 2019, Inghilterra. ©Gillian Wearing.  Collezione Ettore Molinario.
Gillian Wearing, Me as Eva Hesse, 2019, Inghilterra. ©Gillian Wearing. Collezione Ettore Molinario.
Zanele Muholi, Basizeni II, Parktown 2016. ©Zanele Muholi. Collezione privata, Roma.
Zanele Muholi, Basizeni II, Parktown 2016. ©Zanele Muholi. Collezione privata, Roma.
Marina Abramović, Nude with a Cut Star, 2005. ©Marina Abramović. Courtesy Galleria Lia Rumma Milano/Napoli.
Marina Abramović, Nude with a Cut Star, 2005. ©Marina Abramović. Courtesy Galleria Lia Rumma Milano/Napoli.