Il pastore Paul Nthenge Mackenzie
Il pastore Paul Nthenge Mackenzie
Diritti

Kenya: la radicalizzazione religiosa del culto di Shakahola

Più di 100 corpi sono stati trovati in una fossa comune nell’omonima foresta, dove è presente la comunità del pastore Mackenzie, che avrebbe predicato storie apocalittiche riguardo la “fine dei tempi”
di Maria Angela Maina
Tempo di lettura 9 min lettura
25 maggio 2023 Aggiornato alle 21:00

All’inizio di aprile, i kenioti hanno appreso la notizia del ritrovamento di centinaia di corpi sepolti a pochi metri sotto la superficie nella foresta di Shakahola, situata nell’entroterra di Malindi. I titoli dei giornali hanno catturato la nostra attenzione, ma non ci saremmo mai aspettati che la situazione peggiorasse ancora di più, come accaduto nelle settimane successive.

Almeno 110 corpi sono stati riesumati da una fossa comune all’interno della foresta, dove è presente la Good News International Ministries Church, guidata dal pastore Paul Nthenge Mackenzie. Africa News riferisce che l’autopsia effettuata su circa 40 di questi corpi ha rivelato cause di morte che vanno “dall’inedia allo strangolamento”, atti ai quali le vittime venivano indotte con la promessa di fare loro “incontrare Gesù”.

Alla data dell’11 maggio 2023, Citizien TV Kenya rivela che sono stati riesumati un totale di 145 corpi dalla foresta Shakahola, mentre la polizia dichiara che 579 persone risultano disperse. I numeri continuano drammaticamente ad aumentare ogni giorno.

Quello che all’inizio era solo un titolo minore di giornale, ora si è trasformata in una versa e propria indagine nei confronti del pastore Paul Nthenge Mackenzie, il quale, quando è stato scoperto il culto della fame di Shakahola, è stato arrestato il 15 aprile 2023, ma rilasciato poco dopo. Il 2 maggio 2023 è stato nuovamente arrestato e accusato di radicalizzazione dei seguaci della sua Good News International Church e di terrorismo.

Ma come è stato possibile arrivare fino a questo punto?

I casi controversi in cui è coinvolto il pastore Paul Nthenge Mackenzie

Il pastore Paul Nthenge Mackenzie era una figura relativamente sconosciuta alla maggior parte dei kenioti. Oggi il suo nome è balzato agli onori delle cronache internazionali a causa del collegamento tra la sua chiesa e la riesumazione di tutti quei corpi nella foresta di Shakahola.

È emerso che il Pastore si trova nel mirino della magistratura keniota già dal 2017. La cronologia dei casi controversi in cui è coinvolto è stata ricostruita da Citizen TV Kenya, che ha riportato alla luce anche un episodio del 17 ottobre 2017, in cui il pastore si è dichiarato non colpevole di 4 capi d’accusa, tra cui la radicalizzazione, e alla quale è seguita la sua assoluzione il 29 ottobre 2021.

Tuttavia, questo non è l’unico caso isolato di radicalizzazione religiosa in Kenya, e persino in Africa.

Prendiamo a esempio l’Uganda. Centinaia di ugandesi appartenenti alla Chiesa dei Discepoli di Cristo sono fuggiti in Etiopia nel marzo 2023 per “sfuggire alla fine del mondo che, secondo loro, avrà inizio nella loro regione”. L’Agenzia Anadolu racconta che nel marzo 2000, Joseph Kibwetere (leader del culto) ha convinto i suoi seguaci a vendere tutte le loro proprietà affermando che il mondo sarebbe presto finito. Li ha poi chiusi all’interno della chiesa e, una volta raccolto i soldi che i suoi fedeli gli avevano consegnato, l’ha incendiata.

Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), l’estremismo religioso è fonte di grande preoccupazione nell’Africa subsahariana. Il documento dell’Unhcr del 2002 relativo a questo tema descrive nel dettaglio i diversi casi di radicalizzazione religiosa che hanno provocato morti per omicidio e suicidio. In particolare, il testo evidenzia il dilemma che l’Africa si trova ad affrontare.

Si legge infatti che: “(…) secondo alcuni scrittori africani, la questione dei ‘culti’ non è così semplice, infatti, un discorso è concedere la libertà religiosa alle chiese legittime, un altro è permettere alle sette di dedicarsi a pratiche come la circoncisione femminile. Pertanto, in tutta l’Africa subsahariana esiste un vivace dibattito su cosa significhi vivere in uno Stato laico e fino a che punto i gruppi religiosi debbano essere tollerati”.

Queste affermazioni sono vere e riflettono il caso del pastore Paul Nthenge Mackenzie in Kenya. Sebbene la sua chiesa sia ampiamente definita una “setta”, non bisogna ignorare che prima di questo incidente era considerata un “nuovo movimento religioso”. In effetti, sotto questo punto di vista, è evidente che che oggi in Kenya nascono facilmente molti nuovi movimenti religiosi che “spesso mescolano credenze e pratiche di altre culture e tradizioni religiose per creare un mix proprio” (Irving Hexham and Karla Poewe, 1997).

Il pastore Paul Nthenge Mackanzie avrebbe predicato “narrazioni apocalittiche incentrate sulla fine dei tempi, finalizzate a combattere lo stile di vita moderno e occidentale, la ricerca di servizi medici, l’istruzione e la musica”. Citizen TV Kenya aggiunge che le sue teorie cospirative additavano la Chiesa cattolica, gli Stati uniti e le Nazioni Unite come “agenti di Satana”.

Considerazioni conclusive

Cosa può fare il Governo kenyota per fermare questi movimenti? Dovrebbe forse indagare su ogni singola chiesa e predicatore del Paese? Ciò è impossibile. Oppure no?

Il Kenya ha un’industria religiosa multimiliardaria. I kenioti spesso scherzano dicendo che se dovessero avere bisogno di denaro aprirebbero semplicemente una chiesa per ottenerlo, e questo perché i pastori sono spesso visti vivere in modo sfarzoso.

Cosa spinge le persone a seguire questi radicali insegnamenti? Uno studio del 2018 conclude che la radicalizzazione non è causata dai disagi politici o macro economici, ma è fortemente associata a traumi psicologici a livello individuale. La dottoressa Susan Gitau ritiene che la maggior parte delle persone abbia seguito il pastore Paul Nthenge Mackenzie per cercare conforto, speranza, forza e sostegno (molte delle vittime ritrovate infatti erano laureate, uno di loro era un ufficiale di polizia).

Ad essere onesti, è molto difficile trovare un’unica soluzione applicabile per razionalizzare queste azioni o trovare una chiara via d’uscita. In questi casi, può avere ragione Karl Marx dicendo che “la religione è l’oppio dei popoli”.

Shakahola Forest Cult, Kenya: a case of religious radicalization

In early April 2023, Kenyans received news of shallow graves within the Shakahola forest in Malindi. The headlines truly captured our attention, however, we never expected it to worsen as it did during the following weeks.

At least 110 bodies have been exhumed from a mass grave site within Shakahola forest in connection to the Good News International Ministries church. Africa News reports that an autopsy of around 40 of these bodies indicates the causes of death ranging from “starvation to strangulation” whereas they were indoctrinated to starve so they could “meet Jesus”.

As of 11 May 2023, Citizen TV Kenya discloses that a total of 145 bodies have now been exhumed from Shakahola forest, while the police say that 579 people are reported as missing. Sadly, the numbers continue to increase each day.

What began as a minor headline has now become a criminal case against Pastor Paul Nthenge Mackenzie, the head of the Good News International Ministries. He was initially arrested on 15 April 2023 when the Shakahola starvation cult was discovered but was later released. He was shortly re-arrested on 2 May 2023 and charged with radicalization of the followers of his Good News International Church and terrorism.

How did we get here?

History of Controversial Cases Against Pastor Paul Nthenge Mackenzie

Pastor Paul Nthenge Mackenzie was relatively unknown to most Kenyans. Today, his name has made international news due to the exhumation of bodies in relation to his church.

It turns out that he has been on the Kenyan judiciary’s radar since 2017. The timeline of Pastor Paul Nthenge Mackenzie’s controversial cases is provided by Citizen TV Kenya, including an incident on 17 October 2017 when he pleaded not guilty to 4 counts including radicalization, but he was acquitted on 29 October 2021.

Yet, this is not an isolated case of religious radicalization in Kenya, and even in Africa.

Consider Uganda as a case example. Hundreds of Ugandans belonging to the Christ Disciples Church fled to Ethiopia in March 2023 to “escape the end of the world which they believe will start from their area”. The Anadolu Agency also narrates that in March 2000, Joseph Kibwetere (cult leader) convinced his followers to sell all their property, claiming the world was ending soon. He then locked them in the church and set it on fire after they gave him all their money.

According to the United Nations High Commissioner for Refugees (Unhcr), religious extremism is of great concern in sub-Saharan Africa. The 2002 Unhcr Paper on this topic details several early instances of religious radicalization that resulted in deaths by murder and suicide. Most importantly, this paper points out the current conundrum Africa faces.

It states: “(…) some African writers point out, the issue of ‘cults’ is not that simple because granting religious freedom to legitimate churches is one thing, allowing sects to engage in practices like female circumcision is quite another. Thus, a lively debate exists throughout sub-Saharan Africa on what it means to live in a secular state and how far religious groups ought to be tolerated.” (2002 Unhcr Paper)

Actually, these sentiments ring true and reflect the present case in Kenya regarding Pastor Paul Nthenge Mackenzie. While his church is widely referred to as a “cult”, it should not be ignored that, before this incident, it was considered a “New Religious Movement” (NRM). In fact, when you look at it from that viewpoint, you will easily notice that many NRMs exist in Kenya today that “often blend beliefs and practices from other cultures and religious traditions to create a mix of their own.” (Irving Hexham and Karla Poewe, 1997)

Pastor Paul Nthenge Mackenzie allegedly preached “apocalyptic narratives focused on the end of times and were against the modern or western ways of life, such as seeking medical services, education and music.” Citizen TV Kenya adds that his conspiracy theories emphasised the Catholic Church, the Usa and the United Nations as “agents of Satan”.

Concluding Remarks

What can the Kenyan government do to supervise and halt such movements? Should this mean the investigation of every single church and preacher in the country? Impossible. Or is it?

Kenya has a multi-billion faith industry. Kenyans sometimes jokingly say that if all fails, they will simply open a church to get money, because pastors are often seen living lavish lives.

So what causes people to follow such radical teachings? A 2018 study concludes that radicalization is not predicted by macro-level political or economic grievances, rather it is strongly associated with individual-level psychological trauma. Evidently, Dr. Susan Gitau believes that most people followed Pastor Paul Nthenge Mackenzie to seek solace, hope, strength and support (with many being university graduates and one an elite police officer).

To be honest, there is no single solution that we can apply to rationalize these actions or find a clear way forward. As Karl Marx once said, “Religion is the opium of the masses”.

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