Diritti

Si alza forte la voce degli studenti

Protestano per abolire l’alternanza scuola-lavoro, che a detta del ministro Bianchi è “ferma a 10 anni fa”. Chiedono una maturità più snella, che tenga conto della Dad. E non si fermano davanti alle sospensioni dei presidi e alle reazioni della polizia
Gli studenti protestano da giorni in varie città d'Italia, tra scioperi e occupazioni degli istituiti scolastici
Gli studenti protestano da giorni in varie città d'Italia, tra scioperi e occupazioni degli istituiti scolastici
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
9 febbraio 2022 Aggiornato alle 15:12

Sono passati 20 giorni dalla morte di Lorenzo Parelli. Venti giorni di proteste, richieste, dialoghi mancati, occupazioni. Tentativi di cambiare una scuola che non ascolta più gli studenti. Dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi arriva uno spiraglio: l’alternanza scuola-lavoro, dice, «è un modello che risale a 10 anni fa». Una pratica «superata» di cui si è parlato molto nell’ultimo periodo, e di cui sono emerse tutte quelle criticità che hanno orbitato intorno allo studente di 18 anni morto schiacciato da una trave durante il suo ultimo giorno di stage.

Ieri Bianchi ha incontrato, senza però raggiungere un’intesa, le Consulte degli studenti, ovvero quelle rappresentanze che chiedono l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro e l’eliminazione delle prove scritte nell’esame di maturità 2022, sparite nel 2021 ma ricomparse da poco tra i programmi del ministero.

Si va, infatti, verso la conferma della prova di italiano, su base nazionale, il 22 giugno e il secondo scritto, diverso per ogni indirizzo scolastico. «Ho detto agli studenti di non avere paura perché le commissioni, come loro stessi hanno richiesto, saranno interne» ha spiegato Bianchi dopo il confronto in un’intervista a Radio 24. E per quanto riguarda l’alternanza scuola-lavoro, «Faremo un tavolo insieme con i ragazzi: stiamo facendo nel Pnrr una riforma dell’orientamento scolastico che garantisca la sicurezza totale».

Bianchi ha ribadito l’importanza di una scuola aperta, che dia la possibilità di fare esperienze che rientrino in un percorso educativo, in piena sicurezza. Quella che è mancata a Lorenzo Parelli in quella fabbrica in provincia di Udine il 21 gennaio del 2022. «Mai più tragedie come la sua: la sicurezza sul lavoro, di ogni lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita» ha detto Sergio Mattarella il 3 febbraio 2022, nel giorno del suo discorso di insediamento del secondo mandato al Quirinale. Perché le morti sul lavoro, nel nostro Paese, sono più di 3 al giorno: l’anno appena scorso, fino ad agosto del 2021, secondo l’Inail, sono state 772.

Le parole del ministro non fermano le manifestazioni di studenti e lavoratori: da giorni, insieme, scendono in piazza per chiedere un cambiamento. E le generazioni si uniscono in un canto di protesta che spesso viene messo a tacere dalle risposte violente delle forze dell’ordine o dalle sospensioni dei presidi che non condividono l’occupazione degli istituti scolastici. Tra i 100.000 in tutta Italia, nei cortei partecipati che protestavano in nome di Lorenzo, del timore di un terzo anno di didattica a distanza, di una maturità che non si adatta al sistema scolastico attuale, ci sono stati molti feriti. Non solo dai manganelli, che a Torino e a Roma hanno lasciato segni evidenti su decine di ragazzi e ragazze, ma anche da mesi di indifferenza su richieste passate inascoltate.

Si trovano immersi in un sistema che non tiene conto della preparazione data da un insegnamento solo ed esclusivamente digitale, né della situazione psicologica in cui si trovano molti di loro. Gli ultimi dati sull’abbandono scolastico disegnano una situazione allarmante, con un tasso di dispersione del 13% nel 2020: l’Italia è uno dei Paesi più distanti dai target europei, nonostante un miglioramento negli ultimi 10 anni. Il ministro Bianchi ne è consapevole, parla di «voci a cui bisogna dare ascolto». Le richieste, necessariamente gridate per le strade delle metropoli, sono chiare. «Ci sto ragionando su» ha detto Bianchi. E intanto il terzo anno di pandemia porta con sé gli strascichi di un sistema scolastico ancora inadeguato. Dimostrazione che il tempo non aggiusta le cose.

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