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Il 25 aprile è come un compleanno e va festeggiato!

Il 25 aprile 1945, l’Italia è stata liberata dal nazifascismo grazie al coraggio dei partigiani, dopo due anni di Resistenza. Perché è così importante ricordarlo?
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29 aprile 2023 Aggiornato alle 09:00

Buon compleanno in ritardo! Ma certo, il 25 aprile è stato il tuo compleanno. E anche il mio. E quello di Cristina, che ha inventato questo giornale. E della tua maestra, del tuo vicino di casa e del Presidente della Repubblica. Il 25 aprile, è il compleanno di tutte le Italiane e di tutti gli Italiani perché il 25 aprile è (ri)nato il nostro Paese. Liberato e felice.

Il 25 aprile 1945, l’Italia è stata liberata dal nazifascismo e dalla guerra, una guerra bruttissima durata oltre cinque anni che chiudeva un periodo molto lungo e molto triste della nostra storia. Ci sono voluti 2 anni di coraggiosa Resistenza per arrivare alla Liberazione. Come se non fosse bella abbastanza, la Liberazione ha portato con sé altre cose bellissime: la democrazia, il voto alle donne e la nostra Costituzione coi suoi 12 principi immutabili. E poi la libertà, la libertà di poter finalmente pensare, muoversi ed essere sé stessi.

Il 25 aprile del 1945 era un sacco di tempo fa: magari i tuoi nonni non erano neanche nati. E allora perché è importante fare festa? Perché dobbiamo ricordare come se l’avessimo vissuto un evento che non abbiamo mai vissuto?

Perché bisogna sempre ricordarci una cosa. Nella vita, di nostro, abbiamo solo il nostro bel corpicione e il cuore che ci batte dentro. Quella è l’unica cosa davvero nostra e davvero gratuita. Tutto il resto - le cose, i sogni, i progetti - ha un prezzo.

Il prezzo delle cose non è fatto solo coi soldini: una cosa può costare soldi ma anche tempo, fatica, ragionamenti, pericoli e addirittura la vita. Insomma, per avere una cosa, o ce la dobbiamo guadagnare, o ce la devono regalare. Una cosa regalata, però, non è mica gratuita: l’ha pagata chi ci ha fatto il regalo.

Ecco, festeggiare la Liberazione serve a ricordarci che quello che abbiamo, ce lo hanno regalato. E chi ha pagato, ha pagato molto caro. Ha pagato con la vita. I partigiani che hanno fatto la Resistenza non erano eroi: erano uomini e donne, ma anche ragazzi e ragazze, nonni e nonne che hanno corso pericoli grandissimi per vivere di nuovo felici e liberi dopo anni di dittatura.

La libertà di pensare e di dire ad alta voce quello che pensiamo, l’abbiamo ricevuta in regalo da loro il 25 aprile. La nostra bella Costituzione coi suoi 12 fondamenti immutabili e antifascisti, l’abbiamo ricevuta da loro. I valori della Costituzione pure: l’uguaglianza, la dignità, la libertà, lo spernacchio alla guerra.

Il 25 aprile, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha scritto una lunga lettera a un giornale per mandare i suoi auguri a tutti i cittadini. In questa lettera, ha proposto di trasformare il 25 aprile in “Festa della Libertà”. Sembra bello, vero? È bella, la Libertà. Detta così sembra un valore che svolazza felice su di noi come una farfalla.

Ma la Libertà è un valore con un prezzo altissimo. Basta chiedere a chi adesso non ce l’ha: le ragazze in Iran e in Afghanistan che non hanno il diritto di andare a scuola, le persone che sono in prigione, e tutti gli Italiani e le Italiane che, neanche 80 anni fa, non potevano dire la loro.

Se ci dimentichiamo di questo costo, niente sembra poi così importante. Sembra tutto facile, tutto gratuito, tutto banale. La Storia si fa confusa e nebbiosa e da questa nebbia vengono fuori cose brutte. Degli ideali pericolosi e cupi come il fascismo tornano quatti quatti a farsi belli agli occhi degli smemorati.

Il 25 aprile, allora, non dobbiamo festeggiare la libertà ma il suo costo. È l’unico modo per difenderla davvero gli altri 364 giorni dell’anno.

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