Ambiente

Ode al bidet, contro la crisi ecologica

Da qualche settimana, nel dibattito ambientalista americano si discutono… gli impatti dell’industria della carta igienica e del bidet. Come azione di impegno domestico contro l’emergenza ambientale
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19 aprile 2023 Aggiornato alle 10:00

L’appello rivolto agli americani, nell’appuntamento con il “Climate Coach” sul Washington Post, inizia così: “Hai bisogno di un bidet, ma non per il motivo che pensi”. Pochi giorni prima Doug Mahoney ha aggiornato sul New York Times un suo articolo di qualche anno fa: “Ho testato 13 bidet. Sono un Convertito”. Le toilette, carta igienica inclusa, accendono così il dibattito ambientalista Usa contro la crisi ecologica.

Nella prima rubrica il “Climate Advice Columnist” Michael J. Coren - si è comprato un bidet nel 2019 e lo consiglia a tutti - parte dal regalo che l’artista Drake ha fatto a Dj Khaled: un sanitario davvero di lusso. Poi sottolinea l’elevato consumo di carta igienica da parte degli statunitensi, che attribuirebbero il bidet ai francesi, anche se loro notoriamente non lo usano, pur avendolo inventato.

Il pregiudizio Usa, di natura “sensuale”, risalirebbe alla Seconda Guerra Mondiale: l’incontro con una sorta di lavabo sarebbe avvenuto in una casa di incontri d’Oltralpe.

Con gran dispiacere degli alberi - si stima che lì ne vengano abbattuti 15 milioni l’anno -, gli americani sono i maggiori utilizzatori di carta igienica in assoluto, tre volte più degli europei: ne esauriscono dai 24 agli 85 rotoli a testa, con la seconda cifra che sembra più verosimile. Quando le scorte scarseggiavano, con lo scoppio della pandemia e dello smart working nel 2020, si è assistito al boom dei bidet, anche online e soprattutto negli Stati Uniti.

La società di ricerca Risi ha calcolato che, stando ai dati, un americano spende mediamente 30 dollari l’anno in carta igienica: secondo l’analisi, l’acquisto di un bidet ridurrebbe l’uso di rotoli, ripagandosi facilmente in questa maniera, con vantaggi ancora più evidenti nel caso delle famiglie.

“Se mi avessi detto che avrei trasformato il mio gabinetto in una fontanella per lavarsi il sedere, non ci avrei creduto”. È l’esordio del racconto del Nyt in cui il giornalista spiega con dovizia di particolari ai lettori ignari a cosa serve e come si usa il bidet, confessando che prima di allora l’idea di provarne uno non gli era mai passata per la testa.

In effetti gli americani hanno cominciato a valutare seriamente l’ipotesi di “abbracciare” il bidet proprio nella primavera 2020 a causa del Covid-19. “Negli Stati Uniti, le persone accumulano carta igienica e intasano i sistemi fognari con salviette di ogni tipo. Un po’ d’acqua potrebbe risolvere i loro problemi”, dice un altro articolo del New York Times dell’1 aprile di quell’anno.

C’è chi ha ricordato come venisse considerata curiosa la richiesta di Lady Diana, nel 1992, di avere un bidet in ognuna delle cinque toilette dell’abitazione comprata nella Grande Mela. D’altra parte, la produzione di carta igienica implica l’abbattimento di troppi alberi e lo spreco di tanta acqua. Viva il bidet, in tutto il mondo.

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