Diritti

Mediterraneo: le rotte migratorie sono cambiate?

L’Italia è la principale porta d’accesso via mare all’Europa davanti a Spagna e Grecia, con più di 28.000 arrivi nel 2023. Ma la maggior parte chiede asilo altrove
Credit: ANSA/MASSIMO PICA.  
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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6 aprile 2023 Aggiornato alle 21:00

Martedì 4 aprile, 92 persone migranti, tra cui 9 donne e 47 minori non accompagnati, sono sbarcate a Salerno dopo essere state soccorse dalla Ocean Viking, la nave della ong Sos Mediterranee. Viaggiavano ammassate su un gommone sovraffollato, sgonfio, raggiunto nel pomeriggio di sabato 1° aprile a largo della Libia, in acque internazionali. “Se da un lato ci sentiamo sollevati per il fatto che abbiano raggiunto la salvezza dopo un viaggio così pericoloso, dall’altro temiamo per le altre vite a rischio nel Mediterraneo centrale, dato che i tentativi di fuga dalla Libia continuano senza sosta”, ha scritto su Twitter la ong dopo lo sbarco avvenuto a Salerno, a più di 800 km di distanza dall’area di soccorso.

L’Italia, confermando un trend del 2021 e del 2022, rimane la principale porta d’accesso all’Europa per le persone che attraversano il Mediterraneo, davanti a Spagna e Grecia. Secondo i dati diffusi dal Viminale, il numero delle persone migranti sbarcate a partire da gennaio al 6 aprile 2023 ha toccato quota 28.283. Secondo il report dell’Unhcr, l’Agenzia Onu per i Rifugiati, in Spagna gli arrivi irregolari si sono dimezzati nel primo trimestre 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: si contano 4.327 arrivi al 2 aprile 2023. In Grecia, si parla di 3.682. Nel 2020 il primato era della Spagna, nel 2019 della Grecia, poi di nuovo della Spagna nel 2018 e dell’Italia nel 2017. Le rotte attraverso il Mediterraneo, spiega Le Monde, si fanno e si disfano, a seconda di fattori geopolitici, economici e diplomatici.

Eppure, l’Italia è solo al quarto posto in Europa per richieste d’asilo: secondo il Rapporto attività 2022 diffuso a fine febbraio dal Cir, il Consiglio italiano per i rifugiati, nel 2022 l’Italia ha ricevuto circa 77.200 richieste di protezione internazionale, contro le 217.700 ricevute dalla Germania, le 137.500 dalla Francia e le 116.100 della Spagna. E nel 2023 la storia non cambia: nei centri di accoglienza, al 15 marzo 2023 sono state registrate solo 3.500 persone in più rispetto al 31 dicembre 2022, a fronte degli oltre 20.000 arrivi.

Quest’anno, poi, sono le partenze dalla Tunisia a progredire notevolmente, anche se a fare le traversate via mare sono perlopiù persone provenienti dalla Costa d’Avorio e dalla Guinea, che precedono coloro che arrivano dal Bangladesh e dalla Tunisia. Lo mostra il report settimanale dell’Unhcr, aggiornato al 3 aprile 2023. «I migranti dell’Africa occidentale sono molto mobili -ha spiegato a Le Monde Giovanni D’Ambrosio, del programma Mediterranean Hope della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia - Molti di loro hanno già attraversato l’Algeria e il Marocco prima di arrivare in Tunisia, che ora è l’unico posto del Maghreb da cui partire».

Oltre agli arrivi dalla Tunisia, sono in aumento anche quelli dalla Libia, mentre i migranti partiti dalla Turchia per raggiungere le coste della Calabria sono il 5% degli arrivi in Italia nel 2023. Questa rotta è una delle conseguenze dei respingimenti dalla Grecia, che rendono la rotta balcanica sempre più difficile da attraversare. La traversata via mare, in cui vengono impiegati barconi pericolanti adatti a trasportare non più di una decina di passeggeri, può durare fino a 5 giorni.

Chi si affida a queste rotte illegali compie pericolosi viaggi con centinaia di persone stipate, affamate, disidratate, che fuggono da violenze atroci nei loro Paesi d’origine (e no, non possono prendere l’aereo, in alternativa). È accaduto, il 26 febbraio 2023, a quelle persone che si sono imbarcate da Smirne verso la Calabria, in cerca di una vita migliore. Ma hanno trovato solo la morte davanti alle spiagge di Crotone.

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