Futuro

Stai male? Ti cura l’intelligenza artificiale

Il Wall Street Journal ha visitato alcune cliniche statunitensi che sfruttano l’AI per identificare patologie precoci nei pazienti. Ma secondo i medici, è necessaria sempre una supervisione umana
Credit: DeepMind
Tempo di lettura 4 min lettura
10 marzo 2023 Aggiornato alle 13:00

Riesce a diagnosticare casi di insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale, a identificare patologie oculari precoci, a capire quali pazienti ricoverati sono più a rischio di contrarre infezioni batteriche nel sangue: tutto grazie all’intelligenza artificiale applicata al mondo della medicina. È quanto emerge dal viaggio del Wall Street Journal all’interno di alcune cliniche statunitensi che utilizzano l’AI nel trattamento dei pazienti. Ovviamente, sotto l’attento sguardo del personale sanitario.

I pazienti del Sinai Hospital di Baltimora, per esempio, sono monitorati da un algoritmo  (sviluppato dalla società sanitaria di AI Bayesian Health) capace di identificare chi presenta il rischio più alto di contrarre infezioni batteriche nel sangue.

L’algoritmo inizialmente esamina alcuni fattori biologici (parametri vitali, dati demografici, storia sanitaria ed esami sanguigni)  e, in seguito, in caso di anomalie o infezioni in corso, invia un allarme al personale sanitario che, dopo una valutazione ad hoc, valuterà se avviare il trattamento antibiotico. Il sistema riesce ad adattarsi nel tempo in base al parere dei medici.

Un altro esempio è il servizio Cano Health  ( un gruppo di dottori e dottoresse statunitensi e portoricani) che ha condotto un test utilizzando l’intelligenza artificiale per rilevare patologie oculari precoci, come la retinopatia diabetica , una grave complicanza del diabete che colpisce i vasi sanguigni oculari e può persino causare la perdita della vista.

L’AI riesce a analizzare le immagini delle telecamere puntate direttamente sugli occhi dei pazienti, informando poi i medici in caso di positività alla patologia. Ovviamente il paziente dovrà poi recarsi da uno specialista per confermare la diagnosi, ma il programma rappresenta un’utilissima integrazione per l’identificazione precoce della retinopatia diabetica.

Nelle cliniche cardiologiche Mayo, invece, è stata utilizzata l’intelligenza artificiale per diagnosticare casi di insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale  (un’alterazione del ritmo cardiaco che si origina dagli atri del cuore): l’algoritmo ha rilevato alcune sottilissime bande rosse nell’elettrocardiogramma dei pazienti, non visibili dal personale medico.

Come evidenzia il Wsj, secondo lo studio  elaborato dai ricercatori e dalle ricercatrici delle cliniche Mayo  (pubblicato dalla rivista scientifica Lancet) l’AI è riuscita a esaminare oltre 600.000 ecg, rilevando 1.000 casi sospetti di fibrillazione atriale. I pazienti sono stati immediatamente informati ed è stato fatto indossare loro un monitor cardiaco per un mese: a fine monitoraggio, i ricercatori hanno scoperto che questi pazienti presentavano un rischio 5 volte maggiore di contrarre la patologia rispetto agli altri.

Quindi, viene da chiedersi: qual è il futuro dell’intelligenza artificiale nel mondo della medicina? Michael Pencina, direttore del progetto Duke AI Health che si occupa di applicare l’intelligenza artificiale alla sanità (sviluppato dalla Duke University School of Medicine)  spiega al quotidiano statunitense: «Non credo che siamo a un punto in cui possiamo lasciare che gli algoritmi funzionino e prendano le decisioni», sottolineando come sia ancora troppo presto per lasciare intervenire gli algoritmi in autonomia sui pazienti.

Lo studio pubblicato nel 2019 dalla rivista scientifica Science, e riportato dal Wall Street Journal, ha dimostrato come un programma medico di intelligenza artificiale abbia escluso le persone nere dall’ottenere cure sulla base di pregiudizi etnici. Spesso, infatti, questi programmi utilizzano informazioni provenienti da cartelle cliniche che contengono la storia demografica delle persone.

È necessaria quindi la presenza, o comunque la supervisione costante, del personale sanitario sugli strumenti AI che, nonostante tutto, se utilizzati con attenzione, possono rappresentare una ricchezza per il mondo della medicina, aiutando il personale medico a prevenire e curare patologie.

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