Diritti

Schiavitù: la Chiesa anglicana vuole rimediare ai suoi errori

Canterbury ha stanziato 100 milioni di sterline per risarcire le comunità colpite dalla schiavitù. Favorita nel 1777 dalla South Sea Company, che trasportò schiavi dall’Africa alle piantagioni
Credit: Chris Liverani/unsplash
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
12 gennaio 2023 Aggiornato alle 15:00

A giugno dell’anno scorso è stata pubblicata un’indagine che ha esaminato il fondo di investimento della Chiesa anglicana, che nel XVIII secolo era noto come Queen Anne’s Bounty, rivelando dettagli che hanno fatto rabbrividire Canterbury: nel 1777, circa 406.942 sterline (potenzialmente equivalenti a £ 724 milioni in termini odierni, spiega la Bbc) sono state impiegate nella South Sea Company, una compagnia che, secondo il rapporto, ha trasportato 34.000 schiavi “dalle loro case in Africa attraverso l’Atlantico in condizioni affollate, antigieniche, pericolose e disumane” durante i suoi 30 anni di attività. L’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, massima autorità spirituale della Chiesa d’Inghilterra, aveva definito quanto emerso una «fonte di vergogna».

Oggi, più di due secoli dopo, la Chiesa anglicana tenta di rimediare agli errori del passato: il consiglio dei Commissari ecclesiastici istituirà un fondo da 100 milioni di sterline per fornire un “futuro migliore e più equo per tutti, in particolare per le comunità colpite dalla storica schiavitù”.

L’indagine era stata avviata dai Church Commissioners, un organismo presieduto dallo stesso Welby che attualmente gestisce il portafoglio di investimenti della Chiesa: martedì ha annunciato l’istituzione del fondo che andrà a realizzare un programma di investimenti, ricerca e impegno, erogando il denaro “nei prossimi nove anni a partire dal 2023”. La Chiesa, spiega il Guardian, non usa mai il termine “riparazione” perché il programma non andrà a risarcire gli individui, ma a sostenere progetti volti a migliorare le opportunità per quelle comunità che hanno subito un impatto negativo dalla schiavitù e consentire loro “di aver un’eredità positiva che esisterà per sempre”.

Per questo verrà formato un “gruppo di supervisione” con “membri di rilievo” provenienti da quelle stesse comunità, in modo da garantire che la risposta della Chiesa sia portata avanti “con sensibilità e responsabilità”. Welby ha dichiarato che il rapporto pubblicato a giugno del 2022 «mette a nudo i legami del fondo precedente con la schiavitù transatlantica. Ne sono profondamente dispiaciuto. È ora di agire per affrontare il nostro vergognoso passato». Il rapporto completo pubblicato martedì sui legami storici della Chiesa anglicana con la schiavitù spiega che nel 2019 i Church Commissioners “sono diventati più consapevoli” del ruolo significativo “dell’economia schiavista transatlantica nel plasmare l’economia, la società e la Chiesa che abbiamo oggi”.

Gareth Mostyn, amministratore delegato dei Church Commissioners, ha spiegato alla Bbc radio che «non c’è dubbio che coloro che stavano effettuando l’investimento sapessero che la South Sea Company trafficava persone ridotte in schiavitù». Le principali attività della “Compagnia dei Mari del Sud”, che operò dal 1714 al 1739, furono proprio l’acquisto e il trasporto di persone ridotte in schiavitù: anche quando cessò quest’attività, continuò a esistere fino al 1853. I fondi venivano utilizzati per pagare uno stipendio in denaro al clero meno benestante o per acquistare terreni da cui ricevere una rendita, e vennero incorporati nei Church Commissioners quando l’organismo venne fondato nel 1948.

All’epoca la compagnia ricevette molte donazioni da persone che avrebbero poi tratto profitto e dalla schiavitù transatlantica, per cui le persone ridotte in schiavitù provenienti dall’Africa venivano trasportate a lavorare nelle piantagioni di colture principalmente nelle Americhe. Tra i benefattori del Queen Anne’s Bounty c’era Edward Colston: fino al 2020 la statua di questo commerciante di schiavi è rimasta a Bristol. Poi, gli attivisti di Black Lives Matter, nel 2020, l’hanno rovesciata.

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