Diritti

Mobbing: manca ancora una legge per contrastarlo

Secondo l’indagine realizzata dall’Associazione Direttori del Personale (Aidp), il bullismo tra colleghi coinvolge il 30% delle imprese italiane. Presi di mira soprattutto donne e giovani
Credit: Yan Krukov/ Pexels
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13 dicembre 2022 Aggiornato alle 09:00

Il mobbing orizzontale, come viene definito dalla giurisprudenza, riguarda atti persecutori reiterati sul posto di lavoro, messi in atto dai colleghi, spesso per screditare un proprio pari lavorativo e indebolirlo come concorrente per una promozione.

Non si tratta quindi di comportamenti negativi di chi ricopre una posizione gerarchica superiore rispetto a quella della vittima, come a esempio il dirigente o il manager. Questo viene definito mobbing verticale, ma in entrambi i casi gli effetti sono assenteismo e turnover.

Il bullismo tra colleghi di lavoro coinvolge il 30% delle imprese italiane, una ogni tre, e sono presi di mira principalmente donne e giovani, secondo una indagine realizzata per Repubblica dall’Associazione Direttori del Personale (Aidp).

La survey svolta dal Centro Ricerche dell’Aidp evidenzia che la tipologia più diffusa di questo fenomeno poco indagato riguarda il 52,74% da pettegolezzi e voci di corridoio, seguono esclusione e boicottaggio della persona bullizzata, pari al 34,25%, svalutazione delle opinioni e critiche incessanti per il 32,19%, azioni aggressive verso colleghi per il 23,29% e invasione della privacy come diffondere informazioni sensibili e utilizzo improprio delle mail 16,44%.

In termini di ripetitività, la ricerca indica che il 19,18% degli intervistati lo ha sperimentato almeno una volta al mese, il 13% almeno una volta a settimana e il 9,59% di frequente. Inoltre il 34% degli intervistati è stato testimone di aggressioni, ma solo per il 4% dei casi sono emersi maltrattamenti o minacce di maltrattamenti fisici.

Il datore di lavoro, in quanto garante della personalità morale dei lavoratori e delle lavoratrici, è responsabile anche in caso di mobbing orizzontale, come ha sentenziato la Corte di Cassazione il 4 dicembre 2020, ed è tenuto a costruire un sistema di protezione interno.

Dall’indagine dell’Aidp emerge che il 60% delle aziende ha predisposto strumenti di segnalazione anonima per gestire episodi di mobbing orizzontale, come sportelli di ascolto o whistleblowing, la pratica per segnalare violazioni di leggi o regolamenti. E circa l’80% dei manager intervistati ha previsto la diffusione di un codice comportamentale.

Ma non basta. In Italia il mobbing sul lavoro non esiste come reato, mancando una legge mirata, benché nel corso degli anni siano state depositate in Parlamento diverse proposte legislative, di fatto decadute. E nonostante la risoluzione europea del 20 settembre 2001 esorti gli Stati membri a rivedere o, nel caso, a completare la propria legislazione alla lotta contro il mobbing sul posto di lavoro.

Di recente è stato inoltre presentato un disegno di legge dal senatore Tino Magni (Alleanza Verdi Sinistra) finalizzato a introdurre norme specifiche per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori da molestie morali e psicologiche con co-firmatari la senatrice Ilaria Cucchi e il senatore Peppe De Cristofaro di Sinistra Italiana e la senatrice Aurora Floridia di Europa Verde.

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