La natura dei social network

Il campo sul quale sta giocando Musk da quando ha preso il controllo del social è il prodotto delle sue idee politiche e forse della sua idea di business, ma anche di un’assenza di azione da parte del resto del mondo.
Da quando i social network sono diventati un prodotto di massa, da quando sono diventati una delle nostre principali fonti di informazione e, talvolta, formazione, abbiamo lasciato sullo sfondo - senza mai risolverle - una serie di questioni che a questo punto diventano ineludibili.
Sono domande che chi segue anche marginalmente queste vicende ha sentito porre molte volte, ma che giova ricordare. I social network sono delle mere piattaforme di scambio di idee, opinioni, notizie vere e falsità o sono anche degli editori, che hanno il diritto-dovere di selezionare il materiale che può essere pubblicato? E fino a che punto si possono e devono spingere nel cancellare, censurare o moderare i contenuti?
Una delle risposte possibili è che si tratta di aziende private, che gestiscono un servizio solo apparentemente gratuito, ma in realtà finanziato dai dati personali che gli forniamo, i quali a loro volta vengono utilizzati per vendere pubblicità.
Noi prestiamo il consenso e operiamo come produttori o consumatori di contenuti, ma ci sono una serie di condizioni da rispettare, che verranno decise in autonomia dall’azienda stessa. Tutto vero, ma è vero anche che nella sostanza questi strumenti sono diventati le nostre agorà, i luoghi nei quali si celebra - seppure in forma greve e distorta - quel che resta del dibattito pubblico.
Sono i luoghi, non gli unici per fortuna, nei quali si formano le idee e non di rado le posizioni politiche. Quindi la nuova domanda è: vanno trattati come una qualsiasi azienda privata o sono business diversi, talmente centrali per la democrazia da dover sottostare a regole specifiche?
Fino a oggi ci siamo fidati di imprenditori che assicuravano di avere a cuore lo sviluppo dell’essere umano, la libertà d’opinione, il rispetto della diversità. Ma quanto è vero? Cosa comporta un cambio di vertice repentino e brutale come quello di Twitter?
E ancora: come si svolge la moderazione dei contenuti, quanto è affidata a fallibili esseri umani e quanto ad altrettanto fallibili algoritmi? Algoritmi addestrati da chi e come? Con che livello di trasparenza? È un segreto industriale o una questione centrale per la nostra azione digitale che a sua volta è una componente ineludibile delle nostre vite?
Mancando le risposte, otteniamo un miliardario lunatico e imprevedibile, al quale non possiamo addossare tutte le colpe della nostra disattenzione.
