Diritti

Non solo la guerra: l’Ucraina teme il freddo

L’Oms ha dichiarato che «questo inverno sarà all’insegna della sopravvivenza» per milioni di ucraini, a rischio per il gelo e la mancanza di elettricità. 3 milioni potrebbero lasciare il Paese
Credit: ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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23 novembre 2022 Aggiornato alle 21:00

A Kyiv la neve copre i marciapiedi e le panchine dei parchi deserti. L’inverno non è ancora ufficialmente iniziato, ma le temperature potrebbero raggiungere a breve i 20 gradi sotto lo zero, in alcune aree dell’Ucraina. Con le infrastrutture energetiche danneggiate o distrutte e la mancanza di elettricità che riguarda 10 milioni di persone, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avvertito che «questo inverno sarà all’insegna della sopravvivenza». Sono le parole del direttore dell’Oms per l’Europa, Hans Henri P. Kluge, che ha parlato in una conferenza stampa dalla capitale ucraina, Kyiv, nell’ambito di una missione di una settimana in Ucraina.

Dall’alba del 24 febbraio 2022, data di inizio dell’invasione russa, l’Oms ha documentato 703 attacchi alle strutture sanitarie ucraine, episodi che aggravano i rischi causati dalle temperature gelide e dai danni alle strutture energetiche. Il dottor Kluge ha dichiarato che centinaia di cliniche e ospedali «non sono più pienamente operativi, mancano di carburante, acqua ed elettricità per soddisfare le esigenze di base».

Secondo Kluge il sistema sanitario ucraino sta «affrontando i giorni più bui della guerra» e la soluzione migliore è che il conflitto termini. I reparti di maternità, per esempio, «hanno bisogno di incubatrici, le banche del sangue di frigoriferi e i letti di terapia intensiva di ventilatori: tutti richiedono energia» ha detto Kluge. Fino a 3 milioni di persone, secondo le stime dell’Oms, potrebbero fuggire dalle loro case in cerca di luoghi più caldi e sicuri.

Il dottore, riporta la Bbc, si è detto «molto preoccupato» per i 17.000 pazienti affetti da Hiv a Donetsk «che potrebbero presto esaurire i farmaci antiretrovirali fondamentali che li aiutano a rimanere in vita». Gran parte della città nel sud-est dell’Ucraina è sotto il controllo russo e Kluge ha chiesto con urgenza «la creazione di un corridoio sanitario umanitario in tutte le aree recentemente riconquistate e occupate». Inoltre, «con bassi tassi di vaccinazione di base - per non parlare dei richiami - milioni di ucraini hanno un’immunità al Covid in calo o nulla», dunque si teme anche un aumento dei contagi.

Intanto, gli attacchi ai siti energetici e ai numerosi edifici civili ucraini si fanno sempre più frequenti, dopo le recenti battute d’arresto russe sul campo. La scorsa settimana la Russia ha messo in atto uno dei bombardamenti aerei più pesanti del conflitto da 8 mesi a questa parte. E le conseguenze iniziano a farsi sentire più intensamente con l’arrivo dell’inverno. Come spiega l’agenzia Reuters, finora è stato danneggiato il 40% delle infrastrutture energetiche dell’Ucraina e gran parte della capitale Kyiv è rimasta senza elettricità e acqua, provocando il razionamento dell’energia.

L’agenzia britannica riporta che Volodymyr Kudrytskyi, amministratore delegato della rete elettrica nazionale Ukrenergo, ha dichiarato martedì che gli ucraini potrebbero dover affrontare lunghe interruzioni di corrente, ma che cercherà di fornire le condizioni affinché rimangano nel Paese durante l’inverno. Secondo Kudrytskyi «praticamente nessuna centrale termica o idroelettrica è rimasta indenne dagli attacchi russi e la portata della distruzione è colossale: in Ucraina c’è un deficit di produzione di energia». Ma dopo la breve ondata di freddo prevista per mercoledì, le temperature aumenteranno di nuovo, fornendo un’opportunità per stabilizzare il sistema di generazione di energia.

Lunedì, nel suo discorso serale, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato i cittadini a limitare l’uso della corrente elettrica, soprattutto in quelle zone in cui la situazione è critica: Kyiv, Vinnytsia, Sumy, Ternopil, Cherkasy, Odessa. All’inizio di novembre il sindaco della capitale Vitali Klitschko aveva spiegato che uno dei peggiori scenari possibili dopo i continui attacchi missilistici russi sarebbe stata l’assenza di elettricità, acqua o teleriscaldamento in alcune zone di Kyiv. «Per quell’eventualità», aveva detto Klitschko, «stiamo preparando oltre 1.000 punti di riscaldamento nella nostra città».

E mentre arriva l’inverno, e con esso le temperature gelide previste per dicembre, cresce la preoccupazione per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, che prima del conflitto generava più del 25% dell’elettricità ucraina, ma ora non produce più energia: lunedì gli esperti dell’International Atomic Energy Agency (Iaea) l’hanno visitata, dopo i nuovi bombardamenti del fine settimana. Hanno riscontrato danni diffusi, ma non problemi immediati di sicurezza nucleare.

Il direttore generale dell’Iaea, Rafael Grossi, ha condannato gli attacchi, definendoli l’ennesimo «incidente ravvicinato» alla più grande centrale nucleare europea. «Anche se non c’è stato un impatto diretto sui principali sistemi di sicurezza dell’impianto, le bombe si sono avvicinate pericolosamente. Stiamo parlando di metri, non di chilometri», ha avvertito Grossi.

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